La confessione che Lucio Marzo ha reso in aula riguardo all’omicidio della fidanzatina Noemi Durini ha permesso al ragazzo di ritornare sui suoi passi. Di tornare a quelle dichiarazioni fatte agli inquirenti durante la prima fase delle indagini, quando ancora il ragazzo non aveva cercato di attribuire parte della responsabilità al padre o al meccanico Fausto Nicolì, entrambi scagionati dalle accuse in seconda istanza. L’emozione provata in aula ha spinto però i genitori di Lucio a fare importanti e scottanti affermazioni riguardo alle parole del giovane, oggi maggiorenne, fra cui una frase in particolare pronunciata dalla madre Rocchetta. “Siamo orgogliosi”: una frase gridata ai giornalisti che la scorsa settimana hanno assediato il Tribunale di Lecce. La tensione è scattata in particolare anche a causa di un gesto di Biagio Marzo diretto ad un giornalista di Quarto Grado, Remo croci, per via di una spinta con cui ha cercato di allontanarlo, come sottolinea l’Ansa.



“SIAMO VIVI”

Eppure è quel “Siamo vivi” pronunciato dalla madre del ragazzo subito dopo ad essere finito maggior mente al centro delle critiche, per via dell’ambiguità del suo significato. Rocchetta ha specificato il significato delle sue parole a La Vita in Diretta, parlando dell’emozione che la coppia ha provato in occasione della prima udienza: un moto di orgoglio dovuto al fatto che Lucio non si sarebbe piegato al volere di Noemi Durini, che gli avrebbe chiesto di uccidere i suoi genitori per via del rifiuto della coppia nei suoi confronti. Una richiesta che lo avrebbe spinto alla fine ad ucciderla, nel tentativo di salvare la madre ed il padre: “Mio figlio ce l’ha detto che dovevano venire a casa ad ammazzarci”. Per questo Rocchetta non può che dichiararsi felice di essere ancora viva, di essere riuscita a salvarsi dal possibile omicidio. Orgoglio anche per il figlio, perché “Sta veramente iniziando a capire il male che ha fatto”. In difesa del marito ha invece sottolineato come Biagio fosse emozionato nel sentire per la prima volta la confessione del figlio, un sentimento che ha sconvolto i due genitori di Lucio e che forse ha contribuito ad alzare i torni all’esterno dell’aula di tribunale.



“SIAMO ORGOGLIOSI DI LUCIO”

Biagio Marzo spiega in una lunga intervista quale rabbia lo abbia travolto la scorsa settimana, quando il figlio Lucio Marzo si è presentato di fronte ai giudici per parlare dell’omicidio di Noemi Durini. Una ragazzina di appena 17 anni con cui aveva una relazione da diverso tempo, forse ostacolata dai genitori del reo confesso. Sarebbe questa la base del movente che avrebbe spinto Lucio ad uccidere Noemi colpendola alla testa, per poi occultarne il corpo e lasciare che venisse ritrovato diversi giorni dopo la scomparsa. Biagio ha ascoltato direttamente dalla voce del figlio quanto accaduto quella notte del settembre del 2017, per la prima volta da quando il ragazzo è stato rinchiuso in carcere. “Mi sono lasciato prendere dall’emozione e dalle lacrime”, riferisce a La Vita in Diretta riferendosi alla confessione di Lucio, sicuro che sia stato spontaneo e che non abbia mentito sulla versione data alle autorità. “Possiamo essere orgogliosi di Lucio”, aggiunge in riferimento alla frase riportata poi ai giornalisti dalla moglie Rocchetta, “perché il mio rammarico in tutti questi mesi di terapia era che lui non avesse ancora preso coscienza di quello che era successo”.



GLI ATTACCHI CONTRO NOEMI

Non ha nessun dubbio sulla volontà di Noemi di uccidere i genitori di Lucio soprattutto per via di una confidenza che il ragazzo gli avrebbe fatto alcune settimane prima del delitto. Un’occasione in cui lo ha informato dei desideri di Noemi e che avrebbe spinto Biagio a rivolgersi prima ai Carabinieri e poi all’avvocato di fiducia per sporgere querela. Racconta però anche che nei mesi precedenti si era ritrovato costretto a chiedere l’intervento del 118 perché Lucio si rifiutava di assumere gli psicofarmaci: in quell’occasione l’operatore gli avrebbe suggerito di togliere ogni possibile arma dalla casa, nella paura che il ragazzo stesso facesse del male ai genitori. “Non auguro a nessuno di vivere l’inferno che ho vissuto con mia moglie e mia figlia”, aggiunge subito dopo, “e non essere aiutato da nessuno. Tutti se ne sono lavati le mani”. Biagio Marzo ci tiene infatti a ricordare che il figlio sia un ragazzo con dei problemi, anche se ribadisce che Lucio sarebbe stato ricoverato in psichiatria, prima del delitto di Noemi, proprio a causa del rapporto con la ragazza. “Prima di allora non aveva mai avuto un episodio violento”, aggiunge sicuro di essersi messo spesso in discussione come genitore. Il rapporto fra Biagio e Noemi sarebbe stato invece pacifico, tanto che la ragazza si rivolgeva spesso al genitore di Lucio con confidenza e affetto. Uno dei rammarichi di Biagio è inoltre di non essere riuscito ad avere un punto d’incontro con i genitori di Noemi, che a suo dire avrebbero negato qualsiasi tipo di dialogo. Parole che tuttavia Marco Liorni non ha voluto accettare, data la sensazione del conduttore che il padre di Lucio voglia quasi attribuisce ogni responsabilità a Noemi, persino della sua stessa morte. QUI L’INTERVISTA INTEGRALE (dal minuto 1.30.00)