Servirebbe forse più di una Giornata mondiale dell’ambiente all’anno per sensibilizzare il pianeta sull’importanza della lotta all’inquinamento. Un’emergenza tanto impellente quanto subdola, che giorno dopo giorno silenziosamente continua a provocare danni che presto potrebbero essere irreparabili. Ed è inutile nascondere che i veri responsabili dello sfacelo naturale siamo noi, gli umani che inquinano come se la Terra non fosse casa nostra. E se i colpevoli li abbiamo individuati in noi stessi allora ecco anche l’arma del delitto: la plastica. Bottiglie, lattine, piatti, posate, buste: fanno parte della nostra quotidianità, ma la sfida culturale che ci attende risiede nella capacità di distinguere tra i diversi materiali e scegliere di conseguenza. Dire no alla plastica monouso, quella che non può essere riciclata, sarebbe un grande primo passo: basta pensare, come ricorda il programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite (Unep) che – come ricorda Repubblica – “ogni anno vengono riversati negli Oceani ben 8 milioni di rifiuti plastici” che mettono il mare “a dura prova”. Ne va del nostro futuro.



LA PLASTICA HA INVASO IL MARE

Chi prende alla leggera il problema inquinamento legato al mare evidentemente non ha una chiara consapevolezza dell’emergenza rifiuti che attanaglia le acque del Pianeta. In occasione della Giornata mondiale dell’ambiente 2018 vi sorprenderà forse sapere che “ogni minuto nel mondo vengono acquistate 1 milione di bottiglie di plastica e solo una piccolissima parte di queste viene riciclata”. Neanche la nostra Italia è esente dall’emergenza: nel Mediterraneo galleggiano almeno 250 miliardi di frammenti di plastica. A rilanciare l’allarme è un’indagine di Legambiente con Goletta Verde che ha evidenziato come “il 96% dei rifiuti galleggianti nei nostri mari è plastica, con una densità pari a 58 rifiuti per ogni chilometro quadrato di mare con punte di 62 nel mar Tirreno”. Come se ne esce? Con scelte coraggiose e…”biodegradabili”. Un accenno di cambiamento si è ravvisato: si pensi ai sacchetti bio della frutta e della verdura, oltre che al prossimo divieto di cotton fioc, cannucce e stoviglie di plastica. La ricerca di nuovi materiali sarà fondamentale, l’atteggiamento della popolazione nei confronti di queste novità ancora di più.

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