Continua la lotta tra forze dell’ordine e mafia, con la Polizia di Stato che continua la ricerca del super latitante Matteo Messina Denaro, boss siciliano considerato l’ultimo padrino. Blitz a Trapani dei militari che hanno perquisito i fiancheggiatori del mafioso, ecco il comunicato diramato su Facebook: “Castelvetrano, Mazara del Vallo, Partanna, Santa Ninfa, Salaparuta e Campobello di Mazara (Trapani), sono state al centro di un’operazione della Polizia di Stato contro i fiancheggiatori del latitante Matteo Messina Denaro. Sono 17 gli indagati che questa mattina sono stati sottoposti a perquisizioni su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Si tratta di persone che, nel corso degli anni, sono state arrestate per associazione mafiosa e che hanno avuto collegamenti e frequentazioni con appartenenti a Cosa nostra qualcuno in passato è stato accusato di esser in stretti rapporti con Matteo Messina Denaro”. Prosegue la nota, sottolineando i prossimi step e il lavoro svolto dalle forze dell’ordine: “Ora la Direzione distrettuale ha sottoposto queste persone ad una nuova indagine perché sospettate di agevolare la latitanza del capomafia della provincia di Trapani. Nell’attività di polizia sono stati impiegati 150 uomini che hanno perquisito edifici, abitazioni, attività commerciali e imprenditoriali di persone legate al boss latitante. Durante l’operazione sono state utilizzate anche attrezzature speciali per verificare l’esistenza di cavità o nascondigli all’interno degli edifici”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CATTURA PIU’ VICINA?
Assume una valenza ancora maggiore il blitz delle forze dell’ordine contro la rete di fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro messa in atto a partire dall’alba di oggi nel trapanese. Stando a quanto riportato dal Giornale di Sicilia, infatti, nel corso di una perquisizione sarebbe addirittura emerso un nascondiglio del capomafia ricercato dal 1992. Un rifugio utilizzato non troppo tempo fa dal boss di Cosa Nostra che dimostrerebbe come il cerchio attorno alla primula rossa stia andando nel corso dei mesi sempre più restringendosi. La rete di protezione di Matteo Messina Denaro è stata messa a durissima prova in questi mesi di continui arresti. Resta da capire come si svilupperanno le indagini da qui a poco: dagli inquirenti non trapela ovviamente nulla. Ma la sensazione è che mai come oggi si sia vicini alla cattura di Matteo Messina Denaro. (agg. di Dario D’Angelo)
LA CACCIA A MESSINA DENARO
Prosegue la caccia a Matteo Messina Denaro, quello che a tutt’oggi è considerato l’ultimo padrino, il grande capo di Cosa Nostra. Sono 25 anni che ha fatto perdere traccia di se, precismente dall’estate del 1993, quando era in vacanza a Forte dei Marmi: da quel periodo non si è più visto, o meglio, si sono registrati svariati avvistamenti non soltanto in Italia, ma la cattura non è mai avvenuta. Eppure le forze dell’ordine continuano a infliggere duri colpi alla mafia siciliana, visto che negli ultimi mesi, precisamente da dicembre ad oggi, una 50ina di persone sono finite in manette, tutti considerati fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro, sui affiliati con il compito di proteggere la sua latitanza. Nessuno sa spiegarsi come faccia il capo di Cosa Nostra a nascondersi, ma secondo alcune indiscrezioni mai confermate, lo stesso boss avrebbe amici potentissimi, addirittura personaggi molto vicini ai servizi segreti. Anche per questo la sua cattura è decisamente complicata e per capirlo basta pensare che la sua ultima foto risale a svariati anni fa: lo scatto circolante un identikit ricostruito dagli esperti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
E’ UNO DEI 4 GRANDI RICERCATI D’ITALIA
Non tutti sanno che Matteo Messina Denaro, boss considerato l’ultimo padrino a capo di Cosa Nostra, è uno dei quattro super latitanti ricercati in Italia. Il trapanese classe 1962 è senza dubbio quello ricercato da più tempo, precisamente dall’estate del 1993, ma si trova in “buona compagnia”. Come da elenco diramato dalla Direzione centrale della polizia criminale, titolato “elenco dei latitanti di massima pericolosità”, troviamo anche il giovane Marco Di Lauro, classe 1980, camorrista ricercato dal 2005 per associazione di stampo mafioso ed altri reati, per cui dal 2006 è stato emesso l’ordine di cattura internazionale. Attilio Cubeddu è un altro dei latitanti più pericolosi d’Italia, ricercato precisamente dal 1997, dopo essere evaso durante una libera uscita. E’ accusato di sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime. Infine, a completamento di questa mini lista, Giovanni Motisi, condannato all’ergastolo e latitante dal 1998: è accusato di omicidio, strage, associazione di stampo mafioso e altri reati. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MESSINA DENARO, LATITANTE DA 25 ANNI
Duro colpo delle forze dell’ordine nella lotta alla mafia, ed in particolare, al clan di Messina Denaro. Nelle scorse ore sono state effettuate svariate perquisizioni, e 17 persone sono finite nel registro degli indagati, tutte affiliate al super boss latitante dal 1993. Sono infatti 25 anni che quello che è considerato a tutt’oggi il numero uno di Cosa Nostra, l’erede di Toto Riina, ha fatto perdere traccia di se. L’ultima volta che si hanno tracce del trapanese è stato durante l’estate del ’93 Forte dei Marmi, quando era in vacanza insieme al fratello Filippo e a Giuseppe Graviano. Mentre venivano portati a termine gli attentati dinamitardi in varie città italiane come Firenze, Milano e Roma, che causarono centinaia di feriti e dieci morti, veniva emesso un mandato di cattura per Messina Denaro, colpevole di associazione mafiosa, omicidio, strage, devastazione, furto, detenzione e porto di materiale esplosivo, e altri reati minori. Da allora si sono registrati tanti avvistamenti, ma il superboss non è mai stato catturato, e sta continuando a comandare Cosa Nostra dietro le quinte. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IL COMMENTO DEL PROCURATORE ANTIMAFIA
Un nuovo duro colpo alla rete di fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro, il capo mafia di Cosa Nostra, latitante dall’estate del 1993 dopo gli attentati mafiosi a Roma, Firenze e Milano. La caccia dello Stato nei confronti dell’ultimo padrino ancora in libertà ha fatto segnare questa mattina, con le perquisizioni e i sequestri nei confronti di 17 indagati, un’importante spallata all’organizzazione che da ormai troppi anni sta garantendo a Messina Denaro di sfuggire alla cattura. Ma il fatto che boss di Castelvetrano siano stati immortalati nell’atto di lasciare dei “pizzini” destinati alla Primula Rossa conferma forse il fatto che Messina Denaro non abbia mai lasciato la Sicilia. Soltanto pochi giorni fa, intervistato da Uno Mattina, Federico Cafiero De Raho, Procuratore Nazionale Antimafia, dichiarava: “In genere non lasciano il territorio, i vertici mafiosi presidiano il territorio, altrimenti dimostrerebbero debolezza”. (agg. di Dario D’Angelo)
SALVINI, “SODDISFATTO E ORGOGLIOSO”
Il neo-ministro dell’Interno, Matteo Salvini, si dice soddisfatto per l’operazione anti-mafia condotta nelle scorse ore ai danni dei fiancheggiatori di Messina Denaro, super boss latitante di Cosa Nostra. Come riportato dall’edizione online de Il Giornale, il leader della Lega ha espresso: «Soddisfazione e orgoglio per l’importantissima operazione antimafia in Sicilia. Mia assoluta priorità è proprio la lotta alla criminalità organizzata e il riutilizzo dei beni sequestrati e confiscati alla mafia». Durante il blitz in provincia di Trapani, oltre ad essere state iscritte sul registro degli indagati 17 persone, sono stati sequestrati anche un pc e un tablet. Ad aprile, invece, la polizia di stato e i carabinieri avevano arrestato ben 21 fra boss e gregari di Costa nostra, nel corso di un’operazione denominata Anno Zero, che mirava a sconfiggere i clan Castelvetrano, Partanna e Mazara del Vallo. Più in basso potete trovare il video diffuso dalla Polizia di Stato sul blitz delle ultime ore. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
NUOVO DURO COLPO PER MESSINA DENARO
Si stringe il cerchio attorno a Matteo Messina Denaro, la cui rete di fiancheggiatori ha subito un nuovo duro colpo da parte della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, che da questa mattina all’alba sta coordinando le perquisizioni operate da più di 150 uomini del Sco, il Servizio centrale operativo delle Squadre mobili di Trapani e Palermo, e del Reparto prevenzione crimine nei confronti di 17 persone finite sotto indagine e residenti nei comuni di Castelvetrano, Mazara del Vallo, Partanna, Santa Ninfa, Salaparuta e Campobello di Mazara. Da quel che emerge, sono state scattate delle foto che ritraggono i boss di Castelvetrano mentre lasciano dei “pizzini” destinati con ogni probabilità al capo di “Cosa Nostra”. Un elemento che confermerebbe la teoria secondo cui Matteo Messina Denaro sarebbe ancora nascosto in Sicilia, così come si addice alla tradizione dei boss mafiosi che decidono di sfidare apertamente lo Stato restando nei loro luoghi di appartenenza anziché fuggire all’estero. (agg. di Dario D’Angelo)
MAFIA, MATTEO MESSINA DENARO: BLITZ CONTRO FIANCHEGGIATORI NEL TRAPANESE
Maxi operazione della Polizia di Stato, nei confronti della rete di fiancheggiatori del boss superlatitante, Matto Messina Denaro. Come riportato poco fa dall’agenzia Ansa, all’alba è scattata un’operazione disposta dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, in cui sono state portate a termine una serie di perquisizioni in diversi paesi della provincia di Trapani. 17 le persone finite sotto indagine, tutte residenti nei comuni di Castelvetrano, Mazara del Vallo, Partanna, Santa Ninfa, Salaparuta e Campobello di Mazara. Si tratta di personaggi già noti alle forze dell’ordine, che in passato sono stati arrestati per associazione mafiosa o che comunque sono associati ad esponenti di Cosa Nostra, e che hanno avuto stretti rapporti con Messina Denaro.
TERZO BLITZ CONTRO MESSINA DENARO NEGLI ULTIMI MESI
Nella maxi operazione sono stati impiegati più di 150 uomini del Sco, il Servizio centrale operativo delle Squadre mobili di Trapani e Palermo, e del Reparto prevenzione crimine. Sono stati perquisiti terreni, attività commerciali e abitazioni, con l’utilizzo di strumenti in grado di rilevare l’eventuale presenza di bunker o covi. Si tratta del terzo blitz negli ultimi mesi nei confronti della cosca di Messina Denaro. Il precedente si era verificato una trentina di giorni fa circa, quando sono finite in manette 21 persone. A dicembre, invece, altri 30 mafiosi erano finiti sotto indagine da parte della Dda, per fiancheggiamento nei confronti del superlatitante.