Un video circola da qualche giorno – dal 21 maggio – su YouTube dove si vede un migrante che in italiano rivolge accuse pesantissime contro Matteo Salvini e la Lega minacciando l’invasione, il rubare le nostre mogli e il nostro lavoro. Ad farlo emergere nella galassia infinita della rete ci ha pensato un sito discusso (e discutibile) Jihad Watch che postando il video ha riportato le principali dichiarazioni del ragazzo di colore protagonista delle accuse anti-Salvini: «Matteo, tu davvero pensi di fermare la nostra invasione? Tu davvero credi di togliere a noi i nostri diritti? Tu davvero pensi che non ruberemo le vostre mogli? Tu sbagli, tu sbagli di grosso», si sente nella prima parte del breve video postato a maggio ma forse registrato qualche settimana prima delle elezioni, visto il contenuto della seconda parte. «Salvini stati attento quando fai questa campagna “stop invasione”: e Toni Iwobi (candidato senatore di colore per la Lega), tu sei un traditore! Non me l’aspettavo da te. Non ci fermerete, aspetto una risposta da te Matteo..». Di quella campagna e di quel candidato leghista se ne è parlato moltissimo prima del voto e l’impressione è che il ragazzo nel video con la canotta dei Chicago Bulls possa avere parlato molti mesi fa e non in questi giorni. Al netto delle considerazioni che a breve proporremo, l’ultima parte del video vede il migrante attaccare ancora: «Io continuo a prendere i soldi di Renzi, le cose costano, come queste cuffie dell’iPhone. Io posso continuare a prendermi cose per me grazie a Renzi, non grazie a te. Grazie a Boldrini che pensa a noi immigrati, non grazie a te. Noi non smetteremo di rubare il vostro lavoro, noi continueremo e voi rimarrete senza; dobbiamo avere spazio per scappare dalla guerra così potremmo prenderci questo (le cuffie, ndr)».



BUFALA O VERITÀ?

Ora si tratta di capire una cosa: il video che avete appena visto, si tratta di una bufala della peggior specie o di una reale accusa di un giovane migrante che in un semi-perfetto italiano se la prendere con il popolo italiano e il nuovo partito di Governo? A partire dal sito che ha rilanciato la notizia, nutriamo qualche dubbio di merito che non elimina il problema “centrale” dell’immigrazione che resta, che piaccia o no, un dato ineliminabile nella popolazione italiana di questi mesi, con l’elezione di M5s e Lega a corredo proprio di questa continua paura avvertita soprattutto nelle grandi periferie. Prima però una breve “lista” di dubbi che ci sono sorti vedendo il video: il sito Jihad Watch è stato accusato in passato di riportare notizie, video, materiale eccessivo e “islamofobico”, con la stampa Usa e Uk che più volte si è scagliata contro il sito gestito da Robert Spencer. Secondo luogo, il canale dove è stato caricato il video: si tratta di un utente francese che nella didascalia insulta il migrante definendolo “bastar**”. Terzo punto “strano” il fatto che il video sia stato caricato diverse settimane fa ma fino ad oggi mai emerso o “condiviso” sui social fino a renderlo virale. Si entra poi nel merito di quanto ha detto il migrante e fa sicuramente stranezza vedere il richiamo ai “soldi di Renzi” come più volte lo stesso Salvini e Di Maio hanno rilanciato in campagna elettorale, quasi che il ragazzo abbia voluto citare apposta lo slogan elettorale per essere “creduto”.



Non si è poi mai visto una rivendicazione “jihadista” che rivendichi per gli immigrati musulmani la necessità di «pagarsi le cuffie dell’iPhone»: sbagliamo? Attenzione però, questo non vuol dire che si possa bollare come “semplice bufala” un video del genere tornando tutti alle nostre vite di tutti i giorni. Che sia o non sia una fake news, il problema e il tema dell’immigrazione rimane: usare materiali del genere, sia da un lato che dall’altro, rischia come sempre di rovinare un tema e un’emergenza tutt’altro che marginale e che deve essere affrontata in maniera seria e senza “buttare benzina sul fuoco”. Non si tratta di essere “populisti” o “antipopulisti” ma di provare ad andare oltre alla (probabile) recita fatta dal migrante nel video-choc: la politica, la società, la cultura debbono occuparsi dei problemi e dei tentativi di risposta a tali emergenze. Bollare tutto come “bufale” o come “emergenza razzismo” non servirà a nulla per tenere per davvero di comprendere i problemi delle persone: l’utilizzo della ragione e l’osservazione della realtà sono elementi imprescindibili, sempre, e non solo per la politica.