Un tumore al cervello, il peggiore, il più aggressivo, quello che qua mai lascia scampo. Charlotte Mitchell, una ragazza inglese di soli 13 anni ne viene colpita nella forma di glioblastoma, un insieme di cellule tumorali che solitamente colpisce gli adulti ed è il più maligno. Talmente aggressivo e maligno che Charlotte muore dopo solo sei settimane dalla diagnosi ancor prima che i medici possano tentare qualche intervento chirurgico. La sua morte però ha permesso di salvare la vita di ben quindici persone, in un caso più unico che raro: donando i suoi organi ad altrettante persone malate in attesa di trapianti.
LA SALVEZZA E IL TRAPIANTO
“Senza dubbio ci ha dato conforto sapere quante persone possono aiutare i suoi organi. È una delle uniche cose che mi fa andare avanti” ha commentato la madre al Daily Mail, quotidiano inglese, dicendo con coraggio che tutti dovrebbero adottare questo atteggiamento, donare i propri organi in punto di morte. Quando ha capito che non poteva più farcela, la ragazzina d’accordo con i genitori ha donato polmoni, pancreas, reni, cornee, pelle e il cuore: “Charlotte ha detto che capiva e che avrebbe dato a qualcun altro una possibilità di vivere” ha detto ancora la madre.Tutti i genitori, ha detto ancora, dovrebbero parlare del donare i propri organi con i loro figli: “Sapere che i suoi organi continuano a esistere in altre 15 persone ci fa andare avanti e riesce ad alleviare il nostro dolore. La nostra bambina era sempre gentile, disponibile e generosa, pronta ad ascoltare gli altri e donarsi. E lo ha fatto fino alla fine”. E’ così infatti che anche la morte può avere un senso. Al funerale di Charlotte erano presenti con le loro divise più di mille studenti di varie scuole inglesi, tanto la sua storia ha segnato le persone.