Sono iniziate questa mattina le operazioni che hanno portato allo sgombero dell’accampamento abusivo di corso Tazzoli in Torino. Gli agenti del Nucleo nomadi della polizia municipale, in collaborazione con i reparti mobili della polizia, avevano il compito non semplice di sgomberare una serie di baracche site vicine alla sede centrale delle Poste, in piedi da ben 13 anni a questa parte. Il motivo che ha portato l’amministrazione torinese allo sgombero del campo rom è semplicemente la sicurezza, sia di coloro che vivono nello stesso accampamento, ben 190 persone fra cui molti bambini, nonché degli abitati del quartiere. Come scrive l’edizione online de La Stampa, l’ordinanza è stata firmata lo scorso 31 maggio dal sindaco Chiara Appendino, e consegnata ieri ai rom.



IL ROGO DELLA SCORSA SETTIMANA

Nella lettera si sottolinea in particolare quanto avvenuto quattro giorni fa, il rogo che ha distrutto 17 baracche su 50, mandando in fumo gran parte della zona centrale dell’accampamento di corso Tazzoli. I vigili del fuoco, dopo aver spento le fiamme, hanno ritenuto l’area inagibile, per via de «l’importante quantitativo di bombole Gpl sia esplose che asportate – l’Amiat si è fatta carico di portarne via 35 – compromettenti la sicurezza estrema sia del campo che delle zone limitrofe abitate». Preoccupava inoltre l’impianto elettrico, tutt’altro che a norma, con generatori di corrente che sono a combustibile liquido. Per tutte queste ragioni il campo rom va sgomberato e i loro occupanti verranno accolti dalla Croce Rossa e dalla Protezione civile; le persone malate verranno trasferite negli ospedali mentre tutti gli altri troveranno alloggio temporaneo presso la palestra di via delle Magnolie e in uno stabile in via Onorato Vigliani: cosa succederà dopo, però, non si sa.

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