Dopo la decisione del gip di Macerata di revocare il carcere per i due nigeriani Awelima e Desmond per il reato di omicidio di Pamela Mastropietro, è intervenuto lo zio della giovane vittima 18enne, l’avvocato Marco Valerio Verni. Come riporta il portale Cronache Maceratesi, il legale ha espresso tutti i suoi dubbi sulla decisione del giudice rispetto a due dei tre nigeriani coinvolti nell’uccisione della nipote ed allo stesso tempo, rivolgendosi alla procura, ha chiesto che si continuasse ad indagare. “Il fatto che dei tre indagati, due escano dalle indagini dopo quattro mesi, è preoccupante”, ha commentato l’avvocato Verni. Come già aveva espresso alcuni giorni fa, a sua detta si andrebbero a configurare due possibili ipotesi: che Oseghale abbia fatto tutto da solo o che lo stesso abbia avuto dei complici. “Da zio, da avvocato, da italiano mi preoccupo sia del processo specifico, sia del fatto che simili bestie siano ancora in giro nel nostro Paese”, ha aggiunto, riferendosi alla seconda ipotesi. Rivolgendosi poi al procuratore Giovanni Giorgio, lo zio di Pamela ha posto un appello: “Gli chiediamo di non fermare le indagini. Non credo che sia possibile che Oseghale abbia fatto tutto da solo. Noi confermiamo la nostra fiducia nella procura e nei carabinieri. Ma chiediamo pubblicamente che le indagini continuino a 360 gradi”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



RESTANO GLI INDIZI CONTRO I 2 NIGERIANI

Il Gip di Macerata ha revocato il carcere per due dei tre nigeriani coinvolti nell’omicidio di Pamela Mastropietro, leggasi Awelima e Desmond: entrambi rimangono in carcere, ma solo per spaccio di eroina, quella che sarebbe stata poi data alla 18enne, morta di overdose. Come scrive Il Resto del Carlino, gli indizi sui due scagionati restano comunque molti. Come ad esempio, quanto affermato dal titolare di un negozio dove si sono presentati Oseghale e Desmond, nel pomeriggio del 30 maggio, per acquistare acido e candeggina, poi usati per pulire l’appartamento dove è stato commesso l’omicidio. Awelima, inoltre, avrebbe chiamato Oseghale attorno alle ore 20:00 nella stessa zona dove un paio d’ore sono stati abbandonati i due trolley contenenti il corpo di Pamela fatto a pezzi, una circostanza molto sospetta. Non bastano però questi indizi a confermare che Awelima e Desmond abbiano partecipato attivamente all’omicidio della giovane 18enne: già chiesto dai legali dei due il processo con il rito immediato. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



DESMOND E AWELINA ACCUSATI SOLO DI SPACCIO

Lucky Desmond e Awelima Lucky non hanno ucciso Pamela Mastropietro. Il gip di Macerata ha scagionato i due amici di Innocent Oseghale, che restano comunque in carcere per spaccio di droga. Nonostante i molti sospetti, non esisterebbero gravi indizi che fanno appunto pensare che i due di cui sopra abbiano ucciso la giovane ragazza, come riportato dal quotidiano Il Resto del Carlino. Di conseguenza, l’unico indiziato per l’assassino della povera 18enne a Macerata, resta Oseghale. In base alle prove emerse, i due di cui sopra sarebbero rimasti nell’appartamento di via Spalato soltanto per una manciata di minuti, troppo pochi per ritenere plausibile che in quel frangente abbiano ucciso la ragazza. Inoltre, non sono state trovate le loro tracce sul corpo della ragazza ne tanto meno nella mansarda, a differenza invece di quanto accaduto con Oseghale.



MENO GRAVE ANCHE LA POSIZIONE DI OSEGHALE

Meno “grave” anche la posizione di Innocent, fino a poco tempo fa accusato anche di violenza sessuale. Il tribunale del Riesame di Ancona ha respinto il ricorso della Procura, Oseghale non avrebbe violentato la giovane e il rapporto sessuale che c’è stato fra i due poco prima di morire, sarebbe stato in qualche modo consenziente, anche se la 18enne era sotto gli effetti di stupefacenti. Oseghale avrebbe ucciso la ragazza dopo che la stessa si sarebbe sentita male a seguito dell’assunzione dell’ultima dose di eroina. Di conseguenza, il movente dell’omicidio non sarebbe stato un rifiuto sessuale ma bensì il panico subentrato a seguito delle condizioni fisiche della stessa ragazza.