Le parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sul fratello del Capo dello Stato Sergio Mattarella hanno creato un caso politico. È bene allora ricordare chi è Piersanti Mattarella e perché la sua figura era importante nel mondo politico. Il fratello dell’attuale presidente della Repubblica era considerato l’erede di Aldo Moro. Nel giorno dell’Epifania del 1980 però fu assassinato a Palermo da un killer che non fu mai identificato. L’assassino sparò all’allora presidente della Regione Sicilia con una pistola e poi fuggì salendo su una Fiat 127 dove l’aspettava un complice, rimasto anche lui senza nome. Piersanti Mattarella era entrato in una Fiat 132 con la moglie, i due figli e la suocera per andare a messa quando un killer si avvicinò al finestrino e lo uccise a colpi di pistola. Fu proprio il fratello Sergio, ora Capo dello Stato, a tirarlo fuori da quella macchina. Nella storica foto di Letizia Battaglia, che ha fatto il giro del mondo, si vede Sergio Mattarella sorreggere la testa al fratello morente.



PIERSANTI MATTARELLA: LE INCHIESTE SULL’OMICIDIO

L’omicidio di Piersanti Mattarella fu considerato inizialmente un attentato terroristico, perché ci furono rivendicazioni da parte di un sedicente gruppo neofascista, ma il delitto apparve anomalo per le sue modalità. Lo scrittore Leonardo Sciascia ricondusse l’omicidio alla mafia siciliana. La pista neofascista su ipotizzata nel 1989 dal giudice Loris D’Ambrosio in un report finito di recente alla procura generale di Bologna. I famigliari delle vittime della strage della stazione del 2 agosto 1980 ritengono che ci siano «elementi di prova che collegano come mandanti del delitto Mattarella e della strage di Bologna la P2 e spezzoni deviati dei servizi». Recentemente la Dda di Palermo ha avviato nuovi accertamenti sull’omicidio di Piersanti Mattarella. Sono apparse tracce che erano state sottovalutate o scartate: una riguarda la targa, o meglio gli spezzoni di una targa ritrovati il 26 ottobre 1982 nel covo “nero” di Torino. In un appartamento di via Monte Asolone, i carabinieri trovarono due targhe tagliate che gli assassini di Piersanti Mattarella potrebbero aver usato per camuffare la Fiat 127 usata per compiere il delitto.



LA CARRIERA

Piersanti Mattarella era il fratello maggiore dell’attuale presidente della Repubblica. Per via delle attività politiche del padre, tra i fondatori della Democrazia Cristiana, si trasferì a Roma con la famiglia nel 1948, laureandosi in Giurisprudenza alla Sapienza. Alla fine degli anni Cinquanta tornò in Sicilia per lavorare all’Università di Palermo, si sposò e cominciò a fare politica con la DC. Nel ’64 diventò consigliere comunale, tre anni dopo fu eletto all’Assemblea regionale dove si distinse per le sue battaglie contro la corruzione. Nel 1978 fu eletto presidente della Regione Sicilia con la più larga maggioranza di sempre, a capo di una giunta di centrosinistra e con l’appoggio esterno del PCI. Da presidente, Piersanti Mattarella applicò con rigidità il suo approccio trasparente contro la mafia, soprattutto nel settore degli appalti e dell’urbanistica. Accentrò su di sé molte decisioni, pretese criteri più rigidi per la nomina dei dirigenti pubblici e ordinò inchieste sulle amministrazioni locali sospettate di corruzione. Dopo l’omicidio di Peppino Impastato, tenne un duro discorso contro Cosa Nostra

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