Non solo ha raccontato di essere un prete ma, alle domande degli uomini delle Fiamme Gialle “Don Eroina”, come è stato ribattezzato, ha aggiunto tutta una serie di altre bugie che però non sono riuscite a renderlo credibile. Come spiega Il Giornale, il finto prete fermato in possesso di tre chili di eroina nella custodia del pc all’aeroporto di Fiumicino, fingeva di essere un missionario ed aveva addirittura minacciato di scomunicare i finanzieri se solo avessero provato ad arrestarlo. L’insospettabile soggetto, in realtà, faceva parte un’organizzazione dedita all’introduzione di sostanze stupefacenti nel territorio nazionale. Aveva raccontato di avere la cittadinanza americana e di essere giunto a Roma dal Mozambico, dopo un impegnativo viaggio missionario. Solo in seguito ai controlli si è scoperto che in realtà era nigeriano con semplice richiesta di cittadinanza statunitense, mai accolta e che avrebbe dovuto ingannare i finanzieri nostrani. Alla fine ha tentato la mossa della minaccia addirittura asserendo che ciò che le Fiamme Gialle stavano compiendo era un vero e proprio sacrilegio. Per lui, ovviamente, sono scattate le manette. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



DROGA PER IL LITORALE

Si è finto prete sperando di farla franca e far entrare così in Italia 3 chili di eroina, che al cambio fanno 25mila bustine e quindi 1 milione di euro di incasso. Peccato però che l’uomo di origini nigeriane abbia insospettito la polizia doganale, che perquisendolo ha trovato il prezioso bottino. Stando alle indiscrezioni emerse, pare che la droga che il corriere voleva far entrare nella nostra penisola, era destinata al mercato del litorale romano, ed è per questo che l’atterraggio è avvenuto a Roma Fiumicino. Una zona dove tipicamente girano molti stupefacenti quella di Ostia, dove non mancano le infiltrazioni mafiose e dove spesso e volentieri viene portata a termine qualche retata dalle forze dell’ordine. Soltanto durante il mese di marzo, vennero arrestate 19 persone facenti parte di diverse organizzazioni malavitose, che gestivano lo spaccio proprio sul litorale. Un anno fa, a settembre, accadde la stessa cosa, con decine di persone finite in manette, sempre per via del traffico di droga sul litorale romano. Insomma, una zona ben conosciuta da Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza, ma dove il mercato continua ad essere sempre molto fiorente. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CRESCE IL MERCATO DELL’EROINA

Si è spacciato per prete statunitense esibendo la croce di Cristo e un falso documento di cittadinanza americana, ma in realtà era solamente uno spacciatore nigeriano. Le autorità dell’aeroporto di Fiumicino non sono cascate alla messinscena del finto prelato, e insospettite, hanno deciso di indagare a fondo, scoprendo ben 3 chilogrammi di eroina nascosti nella borsa del personal computer. Come scrive il Corriere della Sera, le forze dell’ordine si dicono preoccupate, al di là del tentativo di far entrare illegamente nel nostro paese la sostanza stupefacente, del ritorno dell’eroina, la cosiddetta droga dei poveri. L’episodio in questione, infatti, conferma «la recrudescenza – spiegano le autorità – di un fenomeno sempre più preoccupante, il ritorno al consumo dell’eroina, la cosiddetta “droga dei poveri”». Si tratta di una droga accessibile a tutti, visto che si può acquistare a 5 euro (una monodose da 0.1 grammi), mentre a 20 euro se ne compra un grammo. Il fenomeno si sta diffondendo fra i giovani, e le forze dell’ordine sono giustamente preoccupate. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



3 KG DI EROINA NEL PC

Forse vestito da prete sperava di otttenere una protezione “divina”, ma il finto religioso sbarcato all’aeroporto di Fiumicino era tutto tranne che un uomo del Signore. Il più originale tra i corrieri della droga, voleva passare per un umile missionario importunato dagli agenti della Guardia di Finanza che invece sul suo conto c’avevano visto lungo e anche quando il finto prete ha iniziato ad agitare la croce che portava al collo contro di loro, parlando di atti sacrileghi e minacciandoli di scomunica, non si sono scomposti, portando a termine un arresto che ha sottratto al mercato della droga del litorale romano l’apporto di tre chilogrammi di eroina. Perché questa era la sostanza che il finto prete nascondeva in una tasca nascosta della sua borsa da pc. La droga ritrovata nei doppifondi avrebbe consentito alle organizzazioni criminali – come riportato da Il Messaggero –  di immettere sul mercato circa 25.000 dosi, che per i trafficanti si sarebbero presto trasformate in guadagni per oltre 1 milione di euro. 

LA FINTA CITTADINANZA STATUNITENSE

C’è da dire che il corriere della droga arrestato al Leonardo da Vinci di Roma la sua messinscena aveva tentato di metterla a punto curando diversi dettagli. Come ricostruito da Il Messaggero, quando i Finanzieri del Gruppo di Fiumicino lo hanno avvicinato per fargli le prime domande, il finto prete ha immediatamente dichiarato di essere un prete con cittadinanza statunitense di ritorno da una faticosa missione a Maputo, in Mozambico, sbarcato a Roma dopo essere transitato dall’aeroporto di Lisbona. Gli agenti, però, hanno subito verificato che la vera nazionalità del finto prete era in realtà nigeriana, e che i documenti esposti – che secondo i suoi piani avrebbero dovuto far presumere la sua cittadinanza statunitense – altro non erano che una richiesta mai accolta, che doveva servire semmai ad indurre in inganno i finanzieri, ma la Divina Provvidenza evidentemente non gli è stata di aiuto. Clicca qui per le immagini della perquisizione e del ritrovamento dell’eroina del finto prete da Corriere Tv. 

L’ARRESTO E LA PERQUISIZIONE