Proseguono i commenti sul Gay Pride, manifestazione in favore delle libertà e dell’uguaglianza, tenutasi quest’oggi in Roma. Presente anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che dopo la partecipazione ha voluto dedicare un post sul proprio profilo ufficiale Instagram al coloratissimo evento: «Bellissimo e grandissimo Gay Pride – scrive il Governatore del Lazio – una società fondata sul valore delle differenze e sul rispetto è una società più forte e sicura. Una società dell’odio e delle paure è inevitabilmente una società insicura e pericolosa per tutti. Grazie agli organizzatori per aver fatto oggi più bella Roma». Un post che è stato molto apprezzato, ricevendo centinaia di “like”. Anche il segretario reggente del Partito Democratico, Maurizio Martina, si è congratulato con i manifestanti, e attraverso Twitter ha scritto: «I diritti non fanno male a nessuno. Nessun passo indietro». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CONTESTATO IL MINISTRO FONTANA

Al Gay Pride 2018, che ha portato nella Capitale centinaia di migliaia di persone, il più contestato dai partecipanti alla marcia Lgbt è stato senza dubbio il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, l’esponente della Lega che nei giorni scorsi aveva negato l’esistenza delle coppie arcobaleno. Come riportato da La Repubblica, erano davvero molti gli striscioni e i cartelli indirizzati al leghista; uno di questi, esposto dalla 34enne Virginia, recitava:”Lei, ministro, ha avuto una mamma e un papà eppure ha delle idee così deviate”. A prendere posizione contro il ministro del Carroccio è stata anche la segretaria genreale della CGIL, Susanna Camusso, presente anche lei al corteo:”Le dichiarazioni del ministro Fontana non sono rincuoranti, così come non lo è avere un ministero della ‘Famiglia’ al singolare. Significa non avere la percezione di com’è la società”. (agg. di Dario D’Angelo)



MILITIA CHRISTI, “NO ALLA PERVERSIONE”

Centinaia di migliaia di persone invadono “festosamente” la Capitale per il Roma Pride 2018. Un’occasione, quella rappresentata dalla manifestazione targata “Brigata Arcobaleno, la Liberazione continua”, per affermare con forza i diritti civili delle coppie omosessuali in un’epoca in cui il negazionismo e l’omofobia sono purtroppo ancora molto diffusi nei diversi tessuti della società. E non sono mancate, come riporta La Repubblica, neanche le provocazioni al corteo del Gay Pride: lungo il percorso del corteo sono infatti spuntati i manifesti affissi dagli ultra-cattolici di Militia Christi con la scritta “dico no alla perversione” e “contro il Gay-Pride e contro il cosiddetto matrimonio egualitario omosessuale”. Il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, ha parlato di Roma Pride come “un grande, festoso e bellissimo evento civile e popolare. Quando una piazza chiede più diritti e dignità per tutti, allora è la nostra piazza, c’è la nostra gente. Questa giornata è importante” ha continuato “perchè c’è un messaggio di fondo che parte da questa piazza ed è la voglia di rispetto per le diversità. Una società più forte su questi temi è una società più giusta per tutti. Il tema della disuguaglianze è diventato drammatico”. (agg. di Dario D’Angelo)



LA 92ENNE TINA COSTA IN PIAZZA

Al Gay Pride in corso di svolgimento presso le strade di Roma, anche un’ospite d’eccezione, Tina Costa. Ha 92 anni, ha lottato a fianco dei partigiani, ed ora sta lottando a fianco degli omosessuali per far valere i loro diritti. Su un carro, con il pugno alzato, e con il microfono in mano, così è Tina, che ieri, in vista dell’evento odierno, ha spiegato: «Starò in piazza fino a quando avrò l’ultimo respiro – le sue parole riportate da Il Post – perché so di essere dalla parte del giusto e che le mie idee sono condivise da tanti». Il diritto che ha voluto conquistare insieme alla Resistenza, si chiama libertà, che è anche «la mia passione più grande», afferma. Sicuramente un grande esempio di tenacia, grinta e determinazione, una donna che da 85 anni (ha ammesso di essersi iniziata a ribellare al fascismo all’età di 7 anni), lotta a fianco delle minoranze, per far valere i loro e suoi diritti. «Quando abbiamo combattuto per conquistare la libertà non era mica solo per noi? Io la liberazione non l’ho fatta solo per me», più chiaro di così… (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

DURO ATTACCO DI FORZA NUOVA

In quella che oramai è tradizionalmente una giornata di festa, non mancano le polemiche: che la celebrazione del Gay Pride 2018 a Roma nascesse sotto una stella diversa lo si sapeva, dopo le dichiarazioni fatte dal neoministro Lorenzo Fontana a proposito delle famiglie omosessuali e anche del clima di odio e intolleranza che da più parti viene denunciato, soprattutto con l’insediamento del nuovo Governo. La marcia odierna della Brigata Arcobaleno, alla quale partecipano anche due partigiani, ha l’emblematico claim “La liberazione continua” e sembra una risposta preventiva all’immancabile nota che il coordinamento di Forza Nuova ha diffuso nelle ultime ore, criticando la kermesse capitolina alla quale partecipano non solo esponenti del mondo dem ma anche del M5S (segnatamente nelle figura del vicesindaco di Roma Capitale): in un comunicato, gli esponenti di FN hanno parlato di “omofollia” dato che, a loro dire, le strade della Città Eterna sarebbero invase da “orde di incivili” e che contribuirebbero, attraverso “il paradigma LGBT” a distruggere la forma tradizionale della famiglia. Parole durissime che si concludono con una manco tanto velata minaccia, ovvero che le mobilitazioni dei militanti di FN non si fermeranno finché “la lobby LGBT non sarà ridotta all’ininfluenza”. (agg. di R. G. Flore)

ALLA MARCIA PRESENTI ANCHE DUE PARTIGIANI

“Brigata Arcobaleno, la liberazione continua”, questo il motto del Gay Pride organizzato a Roma oggi, sabato 9 giugno 2018, per chieder uguali diritti per tutti i cittadini. La manifestazione chiude una settimana segnata dalle polemiche per le dichiarazioni del ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, secondo cui «per la legge non esistono le famiglie arcobaleno». Con la comunità Lgbtqi ci sono due testimonial d’eccezione: i partigiani Tina Costa di 93 anni e Modesto 92 anni, che parteciperanno alla liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Hanno aderito alla marcia per i diritti delle persone omosessuali anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il Pd, LeU e Amnesty International Italia. L’appuntamento è alle 15 in piazza della Repubblica, un’ora dopo il corteo partirà per la sfilata. I partecipanti percorreranno il centro di Roma per arrivare a piazza della Madonna di Loreto, passando per piazza dei Cinquecento, via Cavour, piazza dell’Esquilino, via Liberiana, piazza Santa Maria Maggiore, via Merulana, via Labicana, piazza del Colosseo e largo Corrado Ricci.

GAY PRIDE ROMA 2018: CHI PARTECIPA

Se Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, parteciperà al Gay Pride, lo stesso non si può dire per la sindaca di Roma Virginia Raggi, ma il Campidoglio verrà rappresentato dal vicesindaco Luca Bergamo. Anche il Pd ha annunciato la sua adesione. «Esiste il diritto delle persone LGBT a realizzare pienamente e liberamente se stesse nella società, così come esistono le famiglie Arcobaleno e il diritto dei bambini di essere tutelati» si legge nella nota del segretario reggente Maurizio Martina e del presidente Matteo Orfini. Alla parata parteciperanno anche le ambasciate del Regno Unito, del Canada e Quebec, della Germania, della Spagna, della Svizzera, della Danimarca e degli USA. Così Cgil, Unione Sindacale di Base dei Vigili del Fuoco, Amnesty International, i Radicali Italiani e Liberi e Uguali. Intanto Roma si è candidata anche per il World Pride del 2025 attraverso il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli. La storica associazione Lgbtqi italiana ha già organizzato vari eventi tra cui il World Pride del 2000, il primo World Pride della storia, e l’Europride del 2011, con la partecipazione di Lady Gaga al Circo Massimo.