Solo Oseghale avrebbe ucciso la giovane 18enne Pamela Mastropietro, a Macerata. Gli altri due nigeriani del gruppo sono stati invece scagionati dall’accuso di omicidio, anche se entrambi rimangono in carcere per spaccio. Una decisione che ha fatto scattare l’ira e la rabbia di Luca Triani, il folle di estrema destra che lo scorso 3 febbraio sparò in centro città a Macerata contro alcuni migranti. All’apprendere la notizia, come riporta l’edizione online del quotidiano il Giorno, Triani avrebbe iniziato a colpire con i pugni e poi con la testa le pareti della stanza della propria cella, ferendosi in maniera evidente, seppur non grave, sanguinando. Gli agenti della polizia penitenziaria sono intervenuti per bloccarlo e sono poi stati chiamati gli psichiatri affinché si prendessero cura del carcerato.
I FATTI DEL 3 FEBBRAIO
Fu proprio l’omicidio di Pamela a far scattare l’ira di Triani il 3 febbraio scorso, come confessato dallo stesso durante l’interrogatorio. Voleva vendicare la povera 18enne uccisa e poi fatta a pezzi da un nigeriano, e per farlo, ha deciso di sparare a caso contro gli immigrati che incontrava per strada. Nell’occasione aveva ferito 7 persone, per una strage soltanto sfiorata, visto che le conseguenze sarebbero state potute essere ben più gravi. Triani è in carcere con l’accusa di tentato omicidio aggravato dall’odio razziale. Il 23 agosto il professor Picozzi presenterà la perizia psichiatrica, e il 12 settembre ripartirà il processo con rito abbreviato.