Una buona ed una cattiva notizia per il nostro Paese in merito alla presenza nella prestigiosa lista Unesco. Nell’ambito del 42esimo Comitato del Patrimonio Mondiale in scena a Manama fino al prossimo 4 luglio, Ivrea è stata definita Patrimonio dell’Umanità essendo il 54esimo sito Unesco italiano in quanto ritenuta “città ideale della rivoluzione industriale del Novecento”. Un riconoscimento che è andato alla concezione umanistica del lavoro compiuto da Adriano Olivetti, “nata e sviluppata dal movimento Comunità e qui pienamente portata a compimento, in cui il benessere economico, sociale e culturale dei collaboratori è considerato parte integrante del processo produttivo”, come sostenuto dal ministro dei Beni e delle attività culturali, Alberto Bonisoli. La cattiva notizia riguarda invece, a sorpresa, la candidatura delle Colline del Prosecco che è stata respinta per appena due voti contrari. Niente iscrizione immediata, dunque, ma un rinvio semplice come proposto dalla Tunisia e nonostante il parere contrario di Spagna e Norvegia. Nonostante la bocciatura, il Comitato Unesco ha riconosciuto “le alte potenzialità del sito candidato, che ha elementi di unicità che devono essere meglio precisate. E invita l’Italia a presentare il prossimo anno il dossier con le correzioni richieste per l’iscrizione”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
LE COLLINE DEL PROSECCO FUORI (PER ORA)
Bastavano appena due voti e le Colline del Prosecco, quelle di Conegliano e Valdobbiadene sarebbero entrate ufficialmente a parte del Patrimonio mondiale dell’Umanità, la prestigiosa lista Unesco. Con 9 voti contrari e 12 favorevoli, però, la candidatura è andata inevitabilmente incontro ad una sonora bocciatura da parte del Comitato che si è riunito a Manama, in Bahrein. Quei due voti mancanti, come spiega Corriere.it, hanno così impedito l’iscrizione immediata. In merito alla colline del Prosecco, il Comitato si è letteralmente spaccato in due fino ad arrivare ad un rinvio semplice che solitamente anticipa l’iscrizione al prestigioso Registro Unesco. Un risultato al quale si è giunti su proposta della Tunisia e nonostante la forte opposizione di Spagna e Norvegia dopo due ore di acceso dibattito al quale non è mancato il pressing da parte della commissione italiana interministeriale composta dal sottosegretario agli Affari Esteri, Guglielmo Picchi e dall’ambasciatore Vincenza Lomonaco. La decisione finale è stata approvata questa domenica 1 luglio e sebbene il Comitato dell’Unesco abbia riconosciutole “alte potenzialità del sito candidato”, ha spiegato che gli elementi di unicità che lo caratterizzato dovrebbero essere “meglio precisate”, invitando pertanto l’Italia a presentare il prossimo anno “il dossier con le correzioni richieste per l’iscrizione”.
IVREA, IL SÌ DEL COMITATO DELL’UNESCO
Ad esprimersi in modo contrario alla candidatura delle colline del Prosecco sono stati Australia, Brasile, Cina, Indonesia, Kirghizistan, Bahrain, Norvegia, Saint Kitts and Nevis, Spagna. Favorevoli invece Angola, Azerbaigian, Bosnia-Erzegovina, Burkina Faso, Cuba, Guatemala, Kuwait, Tanzania, Tunisia, Uganda, Ungheria, Zimbabwe. Coldiretti ovviamente non ha affatto preso bene il risultato finale ottenuto dalla candidatura delle colline del Prosecco parlando di “bocciatura ingiusta”. Effettivamente in tutto il mondo il Prosecco rappresenta una grande eccellenza italiana tanto che nel 2017 ha doppiato il risultato in termini di esportazione rispetto allo champagne francese. Per questo, spiega Coldiretti, “l’iscrizione a patrimonio Unesco sarebbe stata un atto di coerenza dopo l’iscrizione dei ‘Coteaux, Maisons et Caves de Champagne’ e del ‘Climats du vignoble de Bourgogne’ nella Lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco”. Le colline del Prosecco, dunque, dovranno attendere e sperare in bene per il prossimo anno ma una soddisfazione per l’Italia è giunta grazie ad Ivrea, la cui candidatura è invece stata accettata a pieni voti e definita una vittoria molto meritata.