Secondo le mail scambiate tra la Vos Thalassa, la Guardia Costiera italiana e quella libica, quanto avvenuto sulla nave italiana carica di migranti non è semplicissimo da ricostruire ma si può sintetizzare così: quando i migranti hanno percepito che la rotta puntava verso sud, ovvero verso la Guarda Costiera libica, è nato una sorta di ammutinamento che ha messo in grave pericolo l’intero equipaggio. Su Repubblica viene pubblicata larga parte di questi messaggi, dove si evince come il panico a bordo sia giunto quanto hanno compreso che la rotta puntava verso sud visto che l’area era più vicina alla Libia che non all’Italia, seguendo alla perfezione le nuove indicazioni del Viminale. Dalla nave parte il primo Sos: «La situazione sta degenerando, le persone danno segni di agitazione». A quel punto sulla Vos Thalassa vedono che la nave Diciotti naviga a 45 miglia di distanza e si chiede con urgenza l’intervento della Guardia costiera italiana, «Per calmare i migranti abbiamo detto loro che sta arrivando una motovedetta italiana», si legge in un’altra mail. I facinorosi sarebbero stati riconosciuti e già segnalati, mentre dopo il vertice a Palazzo Chigi tra Conte, Salvini e Toninelli ancora non si è trovato una quadra reale, nonostante il Ministro dei Trasporti abbia detto di «aver chiarito tutto con il vicepremier leghista». La nave Diciotti carica di 67 migranti arriverà entro 15 ore in Italia, ma il Viminale conferma di non voler indicare il porto di attracco. (agg. di Niccolò Magnani)



“PROBLEMI DI ORDINE PUBBLICO”

Contrariamente a quanto era circolato nelle ore precedenti, non attraccherà in Italia la nave della Guardia Costiera “Diciotti” con a bordo i 66 migranti fatti trasbordare dall’imbarcazione Von Thalassa della Ong italiana: “Problemi di ordine pubblico” è la motivazione che arriva dal Viminale che, di fatto, rischia di innescare uno scontro istituzionale dopo che il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, aveva assicurato in precedenza che avrebbe attraccato in Italia la “Diciotti”. A dispetto della linea tenuta dal Ministro in quota al Movimento 5 Stelle e al premier Conte, invece Salvini tiene la barra dritta e fa sapere che i porti sono chiusi, non indicando quindi il luogo d’attracco. “La posizione del Ministro dell’Interno non cambia” si legge in una nota che continua affermano che “sono stati informati della situazione, oltre al premier Conte, anche i Ministri Di Maio e Toninelli” conclude il Viminale. Da parte sua Toninelli ha invece spiegato di essersi chiarito con Salvini e che la nave Diciotti al massimo entro 15 ore sarà in Italia. (Agg. di R. G. Flore)



LA NAVE DICIOTTI ATTRACCHERA’ IN ITALIA?

Alla fine attraccherà comunque in Italia la nave Diciotti, a bordo della quale ci sono i migranti attorno a cui si sta scatenando l’ennesima polemica politica: l’imbarcazione della Guardia Costiera tricolore infatti sbarcherà sulle nostre coste per consentire alcuni accertamenti giudiziari in merito alla vicenda del presunto ammutinamento che i suddetti migranti avrebbero inscenato sulla Vos Thalassa prima di essere trasbordati, mettendo a repentaglio anche la vita di alcuni membri dell’equipaggio, stando almeno a quanto si apprende da fonti vicine al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Insomma, potrebbero essere previste delle misure cautelari per chi ha causato i tumulti, come peraltro qualche ora fa aveva promesso il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, parlando della vicenda e promettendo che, più che in un centro di accoglienza, “finiranno in galera”. Il leader del Carroccio aveva infatti annunciato che il nostro Paese avrebbe chiuso eventualmente i porti alla Vos Thalassa, nonostante la nave battesse bandiera italiana, dal momento che era intervenuta per soccorrere i migranti in acque libiche, laddove sarebbero dovuti intervenire invece i mezzi in dotazione alla Guardia Costiera di Tripoli. (Agg. di R. G. Flore)



SULL’AMMUTINAMENTO A BORDO DELLA VOS THALASSA

E’ in attesa di un porto in cui attraccare la nave Diciotti della guardia costiera italiana. L’imbarcazione militare ha preso a bordo 67 migranti dopo che questi avevano minacciato la Vos Thalassa, altra nave italiana che li aveva soccorsi al largo della Libia. Il ministro dell’interno, Matteo Salvini, non cambia la propria linea, anche se trattasi di un natante battente bandiera del Bel Paese. Come vi abbiamo già spiegato, le navi italiane non devono agire nelle acque di soccorso e ricerca libiche, ed è per questo che il vice-Premier è andato su tutte le furie. La cosa certa è che al momento non si sa dove attraccherà la Diciotti: «Stiamo ragionando – dice Salvini a riguardo, che poi, parlando dell’amutinamento sulla Vos Thalassa, spiega – se qualcuno ha fatto qualcosa che va contro la legge appena sbarca in Italia finisce in galera e non in un centro di accoglienza». Quindi Salvini ha ribadito il concetto già espresso in precedenza: «Il principio è che in acque libiche intergono i libici. Quindi è sacrosanto salvare le vite umane però fino a che noi aiutiamo gli scafisti la gente continuerà a morire nel Mediterraneo». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

IL COMMENTO DI SALVINI

Con un post su Facebook, Salvini non riaccende la polemica interna col Governo, o almeno non direttamente, ma si avverte chiaro il fastidio per l’intervento della nave Diciotti che ha evitato un sequestro e ammutinamento a bordo della Vos Thalassa nonostante fosse più vicina alla Guardia Costiera libica in quel momento. «Grazie all’intervento deciso mio e del governo le navi delle ONG sono finalmente lontane dagli SCAFISTIOra sto lavorando perché anche le altre navi, private o militari, non aiutino i trafficanti di esseri umani a guadagnare altri soldi. Meno partenze significa meno MORTI in mare. Possono minacciarmi, ma io non mi fermo!», ha scritto il Ministro degli Interni sui social circa 2 ore fa. La Guardia Costiera spiega che «il personale della nave Diciotti ha già adottato le prime azioni volte al riconoscimento dei migranti e ad individuare i responsabili dei disordini a bordo della Vos Thalassa, al fine di assicurarli alla competente autorità giudiziaria italiana», si difendono le autorità dopo l’assenso dato dal Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Ricordiamo che la Vos Thalassa è una nave rifornimento per una piattaforma petrolifera della Total sul Mar Mediterraneo e già a metà giugno aveva salvato alcuni migranti, poi affidati anche in quel caso alla nave militare italiana Diciotti. (agg. di Niccolò Magnani)

L’AMMUTINAMENTO A BORDO

A bordo della Vos Thalassa ci sarebbe stato un ammutinamento, e i 67 migranti sono stati trasferiti sulla Diciotti. E’ quanto fa sapere il ministero dei trasporti in un ambiguo comunicato in cui si parla di 67 “facinorosi” che si sarebbero ammutinati alla notizia dell’arrivo di una nave della guardia costiera libica che li avrebbe riportati nel paese africano. Tutto da confermare e da ricostruire perché le notizie non hanno alcuna forma di ufficialità in questo nuovo pasticcio causato dal divieto del ministro Salvini di far sbarcare i migranti. Toninelli intanto comunica indagini per punire i migranti “che stavano mettendo in pericolo di vita l’equipaggio dell’incrociatore italiano Vos Thalassa”. Al momento i migranti si trovano ancora in alto mare (Agg. Paolo Vites)

LO SCONTRO TONINELLI-SALVINI

Toninelli smentisce Salvini e il M5s si prende la responsabilità di una possibile lite di Governo a due giorni dal vertice di Innsbruck con i ministri degli Interni di Germania, Austria, Francia e ovviamente anche Italia. Salvini si è detto contrario alla decisione della Capitaneria di Porto (che ha ricevuto l’ordine dal Ministro Toninelli) di trasferire i migranti dalla Vos Thalassa alla Diciotti della Guardia Costiera per il motivo che «l’equipaggio era in pericolo dopo l’ammutinamento dei rifugiati a bordo della nave cargo italiana». Pochi minuti prima dell’intervento del ministero dei Trasporti, Salvini aveva ribadito che i 67 migranti soccorsi ieri dalla nave Vos Thalassa non sarebbero comunque sbarcati in Italia: ora però il dietrofront dopo l’imposizione del Ministro grillino che segue di qualche ora la “linea” lanciata dal vicepremier Di Maio che a La7 aveva spiegato ieri sera «I nostri porti sono aperti. Stiamo autorizzando pescherecci, cargo e navi militari a salvare le persone in mare e a venire nei nostri porti. Le uniche a cui abbiamo detto no sono le Ong». In attesa di capire in quale porto ora la Diciotti sbarcherà i migranti, la lite nel Governo è servita.. (agg. di Niccolò Magnani)

GUARDIA COSTIERA NON AUTORIZZATA ALLO SBARCO

Prosegue il braccio di ferro fra l’Italia e lo sbarco di navi cariche di migranti. Quanto avvenuto in queste ultime ore è decisamente particolare, visto che un incrociatore ha soccorso in mare 66 profughi. Il problema è che l’imbarcazione batte bandiera italiana, precisamente la Vos Thalassa, utilizzata per rifornire una piattaforma Total nel mar Mediterraneo. Niente da fare, imbarcazione respinta con conseguente ammutinamento dei 66 migranti a bordo. A quel punto, vista la situazione di pericolo, è intervenuta la guardia costiera italiana, ma anche la stessa è stata “rimbalzata” dai nostri porti. Come spiega Salvini, riferito dall’agenzia Ansa, vi è un problema di natura procedurale: i nostri militari sono infatti intervenuti nonostante fossero più lontani rispetto ai libici che stavano entrando in azione: «La guardia costiera italiana – fanno sapere dal Viminale – non può sostituirsi a quella libica, soprattutto se i colleghi africani sono già entrati in azione». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

AMMUTINAMENTO: MIGRANTI TRASFERITI SULLA DICIOTTI

E’ caos per quanto riguarda i 66 migranti soccorsi dalla nave italiana Vos Thalassa. I profughi a bordo, come riporta La Repubblica, si sarebbero rivoltati contro l’equipaggio dell’incrociatore italiano una volta appreso che non avrebbero potuto attraccare sul suolo italiano. Per evitare che gli uomini a bordo dell’imbarcazione venissero feriti, è intervenuta la guardia costiera italiana, che ha preso in carico il gruppo di 66 di cui sopra. A riferirlo è stato il ministro dei trasporti Danilo Toninelli, attraverso il proprio profilo Twitter: «Orgoglioso della @GuardiaCostiera italiana – scrive l’esponente dell’esecutivo – che con nave Diciotti ha preso a bordo 60 migranti che stavano mettendo in pericolo di vita l’equipaggio dell’incrociatore italiano Vos Thalassa. Ora avanti con indagini per punire facinorosi». Anche se a bordo della nave militare italiana, i migranti non sbarcheranno sulle coste dello stivale, come ribadito da Salvini, ma il regolamento delle acque internazionali proibirebbe quest’azione di “rifiuto”: attendiamo novità a riguardo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

NAVE THALASSA CON A BORDO 66 MIGRANTI

Una nuova nave viene respinta dai porti italiani. L’imbarcazione in questione, come sottolineato dai principali organi di informazione online, è però italiana, e precisamente la Vos Thalassa. Nella serata di ieri ha fatto il suo intervento nelle acque di ricerca e soccorso libiche, le cosiddette Sar, dove ha recuperato almeno una sessantina di migranti che stavano affogando con i loro barconi. La nave «ha anticipato l’intervento della guardia costiera libica – si legge su IlSecoloXIX – che era già stata allertata». La posizione del governo comunque non cambia: anche se l’imbarcazione batte bandiera italiana, non potrà attraccare sulle nostre coste.

PRIMA VOLTA CHE UNA NAVE ITALIANA VIENE RESPINTA

Il Viminale, in base a quanto si apprende, non ha infatti dato l’autorizzazione al natante italiano di avvicinarsi alle nostre coste, e di conseguenza sarà costretto a trovare un nuovo porto sicuro. Nel dettaglio sarebbero 66 i migranti a bordo della Vos Thalassa (lo scorso maggio 2017 era approdata in Sicilia con più di 1000 persone a bordo), intervenuta in acque libiche dopo aver ricevuto una richiesta di salvataggio. L’imbarcazione è utilizzata di solito come nave rifornimento per una piattaforma di estrazione petrolifera della Total situata nel mar Mediterrano, ma ieri, dopo l’sos, è intervenuta per salvare le persone in difficoltà. E’ la prima volta che una nave italiana viene respinta dal nostro governo.