Dal Governo thailandese trapela la voce, dopo lo scampato pericolo, di voler promuovere la grotta Tham Luang a destinazione turistica internazionale, rendendola e riadattandola come un centro educativo “d’eccellenza” in Thailandia”, in seguito al salvataggio dei 12 giovani calciatori rimasti intrappolati e del loro allenatore. Lo ha affermato il capo dei soccorritori, il governatore Narongsak Osatanakorn che ha coordinato le operazioni. Il premier thailandese Prayuth Chan-ocha aveva già spiegato ai giornalisti i piani riguardo la grotta nelle prossime settimane: “La grotta resterà chiusa ora per mesi, perché si è nella stagione delle piogge, e per consentire l’installazione delle infrastrutture necessarie alla ricezione dei turisti. All’esterno della grotta è già da anni installato un cartello arrugginito con scritto – sia in thailandese sia in inglese – “vietato l’ingresso da luglio a novembre” a causa dei monsoni.” Un monito per ricordare comunque come sia stata un’imprudenza portare i ragazzi lì. (agg. di Fabio Belli)
IL VIDEO DEL SALVATAGGIO
È stato diffuso oggi pomeriggio dai Navy Seals thailandesi il video, il primo effettivo, che inquadra gli ultimi momenti del salvataggio eroico per i ragazzini nella grotta tailandese: quello che impressiona è l’acqua completamente sporca e infangata, quasi impossibile vederci qualcosa se si pensa che i sub assieme ai bambini hanno dovuto fare circa 5 km in quelle condizioni sembra davvero impossibile pensare che possano avercela fatta tutti. Ma così è, per fortuna: nel video si osserva anche uno dei 12 ragazzini immobilizzato dentro una barella verde con funi e moschettoni che lo hanno trasportato fin lì assieme ai due sommozzatori sfiancati. Appena i soccorritori appoggiano la barella a terra, il ragazzo palesemente sedato, muove un braccio e fa un cenno con la testa; vuole scendere, vuole toccare terra e sentirsi finalmente libero dopo un incubo durato due settimane temporalmente ma probabilmente avvertito come molto più lungo come periodo. Tantissimi soccorritori appresso, una macchina di operazioni funzionale e ben rodata che nel giro di tre giorni ha estratto tutti: un altro, l’ennesimo, vero miracolo della vicenda thailandese che rimarrà negli occhi e nella memoria di tanti anche ben oltre questi giorni convulsi e in costante preghiera per quelle piccole 12 vite. QUI IL VIDEO DELL’EROICO SALVATAGGIO
SORRISI E SALUTI DALL’OSPEDALE
Restano in quarantena i 12 “cinghiali” – così si chiama la squadra di calcio in cui giocano – dopo la fine dell’incubo nella grotta. Nonostante questo, spiegano dall’ospedale in cui sono ricoverati, “le condizioni mentali di tutti i ragazzi e del loro allenatore sono molto buone”. Anche le loro condizioni di salute generale, riporta RaiNews, non desterebbero alcuna preoccupazione e solo tre di loro avrebbero delle infezioni polmonari ma non gravi e risolvibili con cura antibiotica in pochi giorni. I ragazzi continueranno a restare sotto osservazione per almeno una settimana prima di poter tornare a casa e la quarantena varrebbe per tutti, compresi coloro che, come mostrato dalle prime immagini del nosocomio, sono già tornati in piedi. Ora tutti, compreso il coach messo sotto accusa, saranno seguiti costantemente da un gruppo di psicologi. Nel frattempo i ragazzi si limitano a sorridere e a mandare i saluti, attraverso un vetro, a coloro che li immortalano ma soprattutto ai loro genitori che non hanno ancora potuto fisicamente abbracciare e che faranno molto presto. Ma è solo questione di giorni, come assicura lo staff medico dell’ospedale. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
CAPO DELLA GIUNTA AVEVA NEGATO USO SEDATIVI PESANTI
Alcuni dei 12 ragazzini salvati dalla grotta in Thailandia al termine di tre lunghe giornate si sono già alzati dai loro letti d’ospedale. Dall’altra parte della finestra dell’ospedale, ci sono i genitori che guardano il gruppo di miracolati. Le loro condizioni di salute migliorano ora dopo ora sebbene siano stati messi in quarantena per ridurre il rischio infezioni. Secondo le previsioni dei medici però, tra circa una settimana potranno riabbracciare i loro familiari anche fuori della loro stanza d’ospedale. Intanto sorge una piccola polemica in seguito ad alcune immagini dei soccorsi che sono state pubblicate in queste ore dai Navy Seals della Thailandia sulla loro pagina Facebook e nelle quali si vedono alcuni dei giovani portati fuori in barella apparentemente sedati in maniera massiccia. Solo ieri però, il capo della giunta thailandese aveva riferito ai giornalisti il contrario sostenendo che al gruppo era stato dato del “tranquillizzante di lieve entità” per contribuire a placare i nervi, negando però che fossero stati pesantemente sedati. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
LE FOTO DALL’OSPEDALE
All’indomani del miracolo che si è compiuto in Thailandia, in seguito al salvataggio di tutti e 13 i ragazzi rimasti bloccati nelle grotte, oggi l’attenzione è tutta concentrata sul futuro dell’allenatore, a rischio processo, e sulle condizioni di salute dei 12 ragazzini. Intanto emergono alcuni dettagli in merito al momento del salvataggio, secondo i quali, come spiega RaiNews, ai giovani calciatori sarebbero stati somministrati dei calmanti durante l’uscita dalla grotta. Oggi sono state diffuse le prime immagini dei ragazzini dall’ospedale i quali avrebbero perso circa 2 chili ognuno ma mai smesso di andare avanti con la mente. Il tasso più alto di globuli bianchi indica un’infezione in corso ma gli antibiotici starebbero facendo effetto. Ad attenderli ci sarà almeno una settimana di ricovero onde evitare possibili complicazioni. Se tutto si è concluso per il meglio, nell’ultimo giorno delle operazioni, però, come spiega Corriere.it, non tutto è filato liscio. Secondo quanto svelato in conferenza stampa, quando anche il 13esimo ragazzo è stato tirato fuori dalla grotta, infatti, si sono rotte le pompe idrovore che avevano contribuito a tenere basso il livello dell’acqua: “e se fosse successo prima, sarebbe stato un dramma per tutti”, è il commento odierno. Intanto oggi sono i loro sguardi di chi sa di avercela fatta per un vero miracolo e che già stanno facendo il giro del mondo, con tanto di mascherina sul volto e segno di vittoria. CLICCA QUI PER VEDERE LE FOTO (Aggiornamento di Emanuela Longo)
COACH ORFANO PERDONATO DALLE FAMIGLIE
“Eke”, il mister 25enne ricoverato e in più serie condizioni rispetto ai suoi 12 “cinghialetti” è stato perdonato dai genitori di quegli stessi baby calciatori che lui aveva portato dentro alla grotta ignorando il divieto nella stagione dei monsoni. Rischia il processo, come abbiamo scritto anche qui sotto, ma nello stesso tempo quel senso di non abbandono e di costante cura presso i 12 ragazzi gli ha fatto non solo recuperare dignità agli occhi delle famiglie ma viene ora acclamato come un eroe. Passato dalla gogna del dolore per aver procurato tutto ciò, ha scritto di suo pugno alle famiglie chiedendo lodo scusa, e le risposte incredibili hanno visto un «Se non ci fossi stato tu, come sarebbe sopravvissuto mio figlio?». Una incredibile storia umana che forse anche per questo ha appassionato migliaia di persone sparse nel mondo nel seguire l’evoluzione della grotta thailandese. «Dopo aver perso a 10 anni e in pochissimo tempo madre, padre e fratello, è stato affidato ai monaci buddhisti dai quali ha imparato proprio quella meditazione che ha permesso a lui e agli altri di resistere alla fame e alla paura», riporta l’Agi da fonti in Thailandia. Non solo, qualche anno fa quel giovanissimo allenatore è uscito dal monastero per poter accudire la nonna malata ed è entrato a far parte della squadretta di calcio che evita a tanti ragazzi l’orrore e i pericoli della strada. Non li ha mai lasciati soli e loro, oggi, sanno chi poter ringraziare per essere rimasti in vita fino all’arrivo dei soccorsi.
MEDICO-EROE PERDE IL PADRE DURANTE I SOCCORSI
C’è una figura che ha commosso in tanti sul luogo dell’incredibile salvataggio in Thailandia: si chiama Richard Harris, è un medico e anche un sub australiano e si è presentato come volontario a Tham Luang essendo esperto e possibile aiuto all’interno dei lunghi cunicoli monsonici. È stato con i 12 “cinghialetti” fino alla fine, ha somministrato loro i vari medicinali nell’ultima settimana, li ha rassicurati e ha fatto da raccordo tra i Navy Seals e la squadra di calcio impaurita nel fango della grotta. È stato un vero eroe nel non perdere mai la calma ed è uscito dalla caverna solo quando anche l’allenatore 25enne è stato operato: un trionfo totale, un salvataggio miracoloso. Ma per Harris all’uscita è giunta una notizia bruttissima che lo ha gettato nello sconforto: è morto suo padre in Australia, un colpo terribile appena un attimo dopo i festeggiamenti per 13 vite salvate. «È un momento di grande dolore per la famiglia Harris, Richard tornerà presto a casa e trascorrerà del tempo con i suoi cari», ad annunciarlo Andrew Pearce, il capo dell’anestesista che ha anche raccontato chi era nel dettaglio quel medico speciale presente nella grotta come volontario. «È un uomo buono, non ci ha pensato due volte. È stato proprio lui l’ultimo a uscire da quella che è stata la prigione dei giovani calciatori. Ha contribuito in prima persona alle operazioni di salvataggio di questi giorni, scegliendo chi di loro dovesse uscire prima o dopo, in base alle condizioni di salute. Tutto il team è fiero del dottor Harris, è stata una settimana difficile». Ciao caro Richard, a grazie davvero..
SFIORATA TRAGEDIA: IDROVORA ROTTA SUBITO DOPO SALVATAGGIO
E’ stato un vero e proprio miracolo quanto accaduto in Thailandia, con i 12 ragazzini e il loro allenatore, che sono stati portati in salvo grazie ad un’estrazione senza precedenti. Il caso, questa volta, ha giocato a favore dei soccorsi, visto che poco dopo l’ultima uscita dalle grotte, quella del tecnico del gruppo, la pompa idrovora si è rotta. Lo strumento serviva per pompare acqua fuori dai cunicoli e di conseguenza, a mantenere basso il suo livello, favorendo quindi la fuoriuscita degli intrappolati. Se fosse successo prima, sarebbe stato un dramma per i ragazzini e i loro salvatori. Alla fine la massiccia opera di soccorso si è conclusa con un solo decesso, quello del sub perito negli scorsi giorni per via della mancanza di ossigeno. Notizia tragica anche per Richard Harris, medico-sub australiano che per diversi giorni si è calato nelle grotte per soccorrere i ragazzini: subito dopo aver terminato le operazioni di salvataggio, l’uomo è stato richiamato a casa: era morto il padre. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ALLENATORE A RISCHIO PROCESSO
Hanno perso circa due chili a testa ma le condizioni anche mentali sono buonissime, nonostante lo choc di 17 giorni rinchiusi e intrappolati rischiando la morte ogni giorno: così hanno spiegato i medici dell’ospedale di Chiang Rai che ieri sera hanno ricevuto anche gli ultimi 4 ragazzi, con allenatore compreso. L’impresa dei Navy Seals e di tutti quelli che hanno collaborato alla riuscita di questo autentico miracolo viene sottolineata oggi dai media di tutto il mondo che non possono però evitare di parlare dei rischi che proverà il coach per quanto successo all’origine di tutta questa storia. L’allenatore infatti ora rischia il processo e l’incriminazione per aver portato i ragazzi nella grotta rivelatasi poi infernali: Ekapol Chantawong detto “Ek” ha tenuto fino all’ultimo in vita i 12 suoi piccoli angeli, li ha motivati, li ha aiutati e ha dato loro il suo cibo reperito nella caverna. Ci sarà sì un processo ma non sarà impossibile credere che quanto poi fatto dentro la grotta possa realmente sgravare le “colpe” di una scelta azzardata e poi scellerata di fare “l’avventura” di Tham Luang: ora “Ek” è il più grave di tutti in ospedale ma si riprenderà e quando uscirà tornerà ad essere il coach dei “Cinghialotti” con i quali ora condivide ben più di uno schema calcistico o di una tattica del fuorigioco, condivide la propria stessa vita.
POGBA DEDICA AI RAGAZZINI LA FINALE
Per i 12 giovani calciatori thailandesi ed il loro allenatore, liberati dopo giorni di terrore dalla grotta in cui erano rimasti bloccati rischiando la vita, è arrivata anche una dedica speciale. Paul Pogba, fresco finalista con la Nazionale francese ai Mondiali di calcio, ha infatti dedicato la vittoria in semifinale contro il Belgio ai giovani ragazzi thailandesi: “Questa vittoria è per gli eroi del giorno: ben fatto ragazzi, siete forti.” Questo è il tweet che il centrocampista del Manchester United, ex Juventus, ha dedicato ai “cinghialotti”, la squadra di calcio che ha fatto sospirare il mondo intero in questi drammatici giorni di un salvataggio miracoloso, considerando che aspettando ancora si sarebbero dovuti attendere mesi e la fine della stagione delle piogge per intervenire. (agg. di Fabio Belli)
I NAVY SEALS FESTEGGIANO
Il miracolo è stato compiuto: tutti fuori i tredici prigionieri della grotta Tham Luang in Thailandia. Dopo giorni di lavoro, i soccorritori sono riusciti a liberare i dodici calciatori ed il loro allenatore ed è festa grande per le strade: al passaggio delle ambulanze la gente ha applaudito, con i soccorritori che hanno ballato e cantato di felicità. “Con i thailandesi abbiamo coordinato i soccorsi fino alla Camera 3, è meraviglioso: al terzo giorno sono usciti tutti fuori sani e salvi”, il commento della rappresentante dei Navy Seals americani. “”Non siamo sicuri se sia un miracolo, la scienza o qualcos’altro. Tutti i 13 cinghiali sono ora fuori dalla grotta”, il commento di gioia dei colleghi thailandesi. I ragazzi sono stati subito soccorsi dallo staff sanitario, ma il pericolo è scampato:dopo la grande paura e la scomparsa di uno dei sub nelle operazioni di salvataggio,il popolo thailandese può festeggiare. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
THAILANDIA, MIRACOLO IN GROTTA
E ora possiamo dirlo con certezza: l’autentico miracolo è avvenuto completamente a Tham Luang. Con l’uscita dell’allenatore oggi pomeriggio, sono tutti fuori i 13 intrappolati per oltre 17 giorni nella grotta tremenda sotto il terreno thailandese in piena stagione monsonica: è finito l’incubo per i 12 baby calciatori e per il loro coach che si è autoridotto il pochissimo cibo presente dentro la grotta per poter prendersi meglio cura dei suoi ragazzi. Si è conclusa l’operazione di recupero in Thailandia che ha visto impegnati medici, sub, navy seals, soccorritori, volontari, ingegneri ed esperti speleologi da ogni parte del mondo. Una enorme squadra di recupero e soccorso che per due settimane ha tenuto incollato il mondo intero sull’area fangosa di Tham Luang. La caverna ora è libera, la gioia per tutti i presenti incontenibile e quello che sembrava solo una settimana fa impossibile è ora divenuto realtà: il destino ha guardato sulla Thailandia e il livello dell’acqua è misteriosamente diminuito mentre si temeva il peggio ad inizio della scorsa settimana. Alcuni medici e sub hanno voluto stare nella grotta per fare compagnia ai ragazzi nei momenti più bui, rischiando anche loro dopo la tragica morte di un sommozzatore, Saman Kunan: se questi non sono un miracoli, poco ci manca.. Qui tutti i dettagli dei 3 giorni consecutivi di salvataggio
IL RISCHIO “MALATTIA DELLA CAVERNA” PER I 13 LIBERATI
Stanno tutti bene e ora sono sottoposti, anche gli ultimi 8 liberati ieri e oggi ai controlli di rito e le accurate medicalizzazioni negli ospedali thailandesi: non potranno andare ai Mondiali – la Fifa li aveva invitati tutti per la Finale di domenica a Mosca – i 12 ragazzini proprio perché i medici non vogliono rischiare di mettere a repentaglio una salute comunque fragile e debole dopo 17 giorni rinchiusi nelle grotte fangose e monsoniche di Tham Luang. Come infatti riporta Abc, vi è un possibile rischio dietro alla lunga permanenze forzata sotto il terreno umido e cavernoso di quegli infiniti cunicoli: è possibile infatti che i giovanissimi baby calciatori abbiano contratto una malattia chiamata “cave disease”, ovvero “malattia delle caverne” che potrebbe essere stata presa tramite gli escrementi di pipistrelli presenti nei luoghi dove hanno “soggiornato” i ragazzini assieme al loro coach. L’Histoplasma capsulatum è un fungo presente nei resti organici dei pipistrelli e potrebbero portare una rara infezione che ora è al vaglio dei medici thailandesi: accurati esami dovranno accertarne l’eventuale presenza e serve un lungo periodo di cautela e osservazione visto che ‘infezione infatti non dà sintomi evidenti, se non dopo un arco di tempo che può toccare anche i 17 giorni dopo averla contratta. Sintomi particolari sono tosse, stanchezza, brividi, febbre, mal di testa, dolori muscolari e dolore toracico. La terapia è semplice, dei banalissimi antifunghini, ma bisogna tenere sempre d’occhio il sistema immunitario che se debole potrebbe essere travolto dall’infezione in breve tempo: per questo i ragazzi non potranno muoversi ed essere dimessi prima di 10-20 giorni nei reparti speciali degli ospedali di Chiang Rai.