L’ndrangheta non c’è solo in Calabria o nel Milanese, ma vive, prospera e compiere affari criminosi anche nei pressi della Capitale: le infiltrazioni della mafia calabrese arrivano fino a Rocca di Papa, comune dei Castelli Romani a pochi passi dalla Roma teatro di altre lunghe infiltrazioni criminose. Stamane la Squadra Mobile ha compiuto tre arresti nel comune sotto l’occhio delle indagini per mesi; le accuse sono di intestazione fittizia di beni, trasferimento fraudolento di valori, finalizzato ad eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali. Gli agenti, coordinati dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, hanno sequestrato dopo gli arresti beni, società, immobili e ditte situate sia nel Lazio che in Calabria per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro.



CLAN DEI MOLÈ A ROMA

L’operazione “Gioia Tauro ai Castelli” ha visto l’intervento della Squadra Mobile di Roma coordinati dalla Dia, il tutto per scovare i legami e gli intrecci criminosi della ‘ndrangheta, nello specifico della cosca Molè di Gioia Tauro (Reggio Calabria). Secondo quanto emesso dal gip, la custodia cautelare avviene nel tentativo di sgominare la cellula dei Molè ai Castelli Romani: non è però la prima volta che la cosca ndrina compare nei radar dell’antimafia laziale. Secondo quanto riporta il rapporto sulle Mafie del Lazio redatto dalla Regione si parla già da tempo della cosca Molè in alcune parti della Capitale: «Nell’area di Spinaceto e Tor de’ Cenci, vengono ancora segnalate presenze delle ‘ndrine crotonesi degli Arena e quelle reggine Bellocco, i Piromalli e i Molè, nonché Mazzagatti-Polimeni – Bonarrigo di Oppido Mamertina (RC), attive in particolare nel traffico di stupefacenti e nel riciclaggio», riporta il rapporto citato da Roma Fanpage.

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