Esattamente 23 anni fa si registrò a Srebrenica, nella ex Jugoslavia, uno dei massacri più sanguinosi della storia moderna: in poche ore morirono infatti 8mila persone, tutti musulmani giustiziati dai serbo-bosniaci guidati di Ratko Mladic. Federica Mogherini, Alto rappresentante Ue, e Johannes Hahn, commissario europeo all’allargamento, hanno spiegato in occasione dell’anniversario di questa tragedia: «Il genocidio di Srebrenica é una ferita aperta nel cuore dell’Europa». Attraverso una nota congiunta diffusa dalla delegazione dell’Unione Europea a Sarajevo, i due di cui sopra spiegano: «23 anni fa é stata scritta una delle pagine più buie della nostra storia. E’ obbligo dell’Europa e della comunità internazionale ricordare e fare in modo che una tale tragedia, vergogna per l’umanità, non possa mai più ripetersi». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
UNA STRAGE SANGUINOSA
Massacro di Srebrenica, 23 anni fa il genocidio dei musulmani bosgnacchi. L’11 luglio del 1995 la città della Bosnia Erzegovina fu teatro di una sanguinosa strage: 8 mila persone, per la maggioranza uomini e ragazzi, persero la vita nel corso del conflitto interno alle guerre jugoslave registratesi tra il 1991 e il 2001. La strage fu perpretata dall’Esercito della Repubblica Serba di Bosnia Erzegovina guidato da Ratko Mladic e dalle unità del gruppo militare degli Scorpioni. In quegli anni la zona era stata dichiarata protetta dell’Onu, ma nonostante ciò Srebrenica e il territorio circostante furono attaccati: iniziati il 9 luglio 1995, gli attacchi proseguirono per cinque giorni. L’11 luglio però è la data che viene ricordata con particolare attenzione: in quel giorno infatti l’esercito di Mladic riuscì ad entrare nella città, con uomini e bambini che vennero separati da donne e anziani. Dopo essere stati interrogati, maschi dai 12 ai 77 anni vennero uccisi e sepolti in fosse comuni.
MASSACRO DI SREBRENICA
La Commissione Bosniaca delle Persone Scomparse registrò all’interno di una lista preliminare relativa ai morti in Srebrenica 8.732 nomi. Nel giugno 2015 sono state riesumate dalle fosse comuni 6930 salme, identificate grazie agli oggetti personali rinvenuti oppure attraverso il DNA confrontato con quello dei consanguinei che sono riusciti a sfuggire alla violenza dell’esercito guidato da Mladic. Per i fatti di Srebrenica sono state condannate 21 persone per i delitti commessi, per molti di loro l’accusa è stata quella di genocidio: Ratko Mladic, così come i capi della sicurezza Vujadin Popovic e Ljubisa Beara, è stato condannato all’ergastolo per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Nel 2015 è stata proposta all’Onu una bozza per condannare i fatti di Srebrenica come genodicio, una bozza mai approvata per il veto della Russia.