NAVE BLOCCATA IN RADA

Non si sblocca la situazione riguardante la nave Diciotti della guardia costiera italiana. L’imbarcazione è entrata nel porto di Trapani ormai più di un’ora fa, ma non ha ancora ricevuto l’ok per lo sbarco a terra dei 67 migranti che sta trasportando. Il motivo va riscontrato nel braccio di ferro con il ministro dell’interno, Matteo Salvini, che pretende che gli stessi profughi vengano arrestati dopo l’ammutinamento sulla Thalassa. Il vice-premier, attualmente a Innsbruck per parlare con Austria e Germania della questione immigrazione, è stato intercettato da La Repubblica mentre chiamava il suo capo di gabinetto al Viminale: «Come è andata la notte sulla nave Diciotti? Guarda che io insisterò sul fatto che questi devono scendere da bordo in manette. Altrimenti non sbarca nessuno. Quanti ne hanno beccati?». Poi chiude la telefonata dicendo: «A quanto pare due sono stati già individuati e altre quattro sono da identificare. Basta una telefonata ai magistrati delle forze dell’ordine presenti sulla nave. Su questo non transigo, sono dei violenti che hanno dirottato una nave». Si sbloccherà la situazione a breve? (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



DICIOTTI ARRIVATA A TRAPANI

E’ entrata nel porto di Trapani la nave Diciotti della Guardia Costiera Italiana. Come svelato poco fa dai colleghi dell’agenzia Ansa, il pattugliatore d’altura è ormai prossimo allo sbarco sulle coste siciliane e se tutto andrà come previsto il tutto dovrebbe avvenire nel giro di pochi minuti, con qualche ora di ritardo rispetto alla tabella di marcia (vecchio orario d’arrivo previsto, le 8:00). L’imbarcazione si è avvicinata ai muraglioni frangiflutti ed è rimasta in rada, e probabilmente tali ritardi sono dovuti alle indagini ancora in corso a bordo. Nel frattempo la redazione di Today ha intervistato alcuni cittadini trapanesi sulla questione, che sembrerebbero pensarla come il ministro dell’interno Salvini in tema di immigrazione: «Dobbiamo stare tranquilli solo noi, devono andarsene», e ancora: «C’è disoccupazione, a noi non va bene», «speriamo che non li facciano sbarcare», quindi, «non li possiamo ospitare, le altre nazioni non li vogliono, in una città piccola come la nostra dove li mettiamo?». Il sentimento generale è quindi quello di una scarsa volontà di accoglienza, tenendo conto delle condizioni economiche già non eccelse in cui versa il nostro paese. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SINDACO DI TRAPANI CONTRO SALVINI

Prime foto dei migranti a porto della nave Diciotti della Guardia costiera italiana. Le hanno pubblicate su Twitter i volontari di Unicef Italia (clicca qui per vederle). Intanto sul molo aspettano polizia, carabinieri e alcune volanti delle forze dell’ordine. C’è anche il sindaco di Trapani, che si è rivolto al ministro dell’Interno Matteo Salvini: «Se un povero Cristo cade in mare bisogna salvarlo, non possiamo metterci un piede sopra. È la legge del mare. Noi siamo una città aperta all’accoglienza. Con tutto il rispetto per le idee di Salvini non la butto in politica né in caciara o polemica. Chi sbaglia paga, vale per me e per i nostri ospiti che accogliamo» ha dichiarato Giacomo Tranchida, come riportato da La Stampa. Per il sindaco di Trapani il vicepremier dovrebbe prendersela «con quelli più grossi di lui» non con i migranti. «A volte bisogna fare scelte difficili. C’è un problema che riguarda l’Europa con Paesi che sono soci solo per gli euro e non per altro. Quindi solidarietà con il governo se se la prende con i più forti e non con i più deboli». (agg. di Silvana Palazzo)



NIENTE ARRESTO PER I DUE ACCUSATI

Mentre si attende l’arrivo a Trapani, la procura della città stessa deciderà la sorte del ghambiano e del sudanese accusati di aver tentato l’ammutinamento sul rimorchiatore Vos Thalassa dove si trovavano i 67 migranti poi trasferiti sulla Diciotti. Nonostante le dichiarazioni del ministro degli interni Salvini che ha detto che i due dovranno scendere in manette dalla nave, sembra non ci sia l’intenzione di denunciarli. La polizia ha infatti sentito il comandante del rimorchiatore e altri testimoni e non ci sarebbero elementi così gravi per una denuncia. Un fermo di polizia sarebbe infatti possibile se ci fossero accuse gravi come il tentato omicidio (Agg. Paolo Vites)

ACCUSA DI AMMUTINAMENTO

Doveva attraccare al porto di Trapani attorno alle ore 8:00 di stamane, ma la nave Diciotti della guardia costiera è segnalata ancora al largo di Marsala. Di conseguenza, slitta l’arrivo rispetto alla tabella di marcia, con il pattugliatore italiano con a bordo 67 migranti che a questo punto potrebbe arrivare solamente in tarda mattinata. Attualmente non si segnalano attività propedeutiche allo sbarco in quel di Trapani, chiaro indizio di come l’arrivo non sia affatto imminente. Ricordiamo che a bordo del natante vi sono gli uomini della polizia italiana, che stanno effettuato tutte le indagini del caso per capire se vi sia qualche facinoroso da arrestare dopo l’ammutinamento avvenuto sulla Vos Thalassa pochi giorni fa. Dei 67 migranti, 27 sono pakistani, 12 sudanesi e 10 provenienti dalla Libia. Sarebbero già stati individuati due dirottatori, che a questo punto verranno portati in carcere. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

IL COMMENTO DELLA TRENTA

Continuano ad essere contrastanti i pareri all’interno del Governo in merito ai temi relativi a migranti ed accoglienza. Il Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, si allontana sensibilmente dalle posizioni del Ministro dell’Interno Salvini, ancora in fase “tolleranza zero” riguardo il dirottamento della Diciotti. Queste le parole di Trenta: “Il Mediterraneo è sempre stato un mare aperto e continuerà a esserlo. L’apertura è la sua ricchezza. La strada è regolamentare, non chiudere. La parola accoglienza è bella, la parola respingimenti è brutta. Poi accogliere si può declinare in mille maniere. E si può, anzi si deve, legare accoglienza a legalità“. Dichiarazioni alle quali si è aggiunto un post su Facebook sul tema: “Qualcuno si diletta a strumentalizzare le mie parole nel tentativo di metterci l’uno contro l’altro. Mi dispiace deludervi: non ci riuscirete. In questo governo possono esserci sensibilità diverse, ma remiamo tutti nella stessa direzione. Sui migranti, rispetto dei diritti umani e legalità“. (agg. di Fabio Belli)

SALVINI: “DIROTTATORI IN MANETTE”

Lo sbarco a Trapani previsto per questo pomeriggio da parte della nave Diciotti con a bordo 67 migranti è slittato ufficialmente a domani. Ne dà notizia Giornale di Sicilia nell’edizione online che sottolinea come la posizione del Viminale al momento pare essere sempre la medesima esposta nel corso della giornata odierna. L’arrivo dell’imbarcazione in rada è previsto per questa notte mentre l’ingresso nel porto siciliano solo domani mattina, intorno alle 8. Al fine di definire le modalità di sbarco, sarebbe in corso nella prefettura di Trapani una riunione del comitato per la sicurezza al quale partecipa anche il sindaco Giacomo Tranchida. Intanto a bordo dell’imbarcazione ci sarebbero degli uomini della capitaneria di Porto e della Polizia di Stato. Non è detto che possa davvero finire in manette, come auspicato da Matteo Salvini, l’avventura dei migranti dirottatori violenti che avrebbero minacciato l’equipaggio della Vos Thalassa per indagini e per interrogare l’equipaggio sull’aggressione subita. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

POLIZIA A BORDO DEL PATTUGLIATORE

Alla fine la questione relativa alla Diciotti, la nave della guardia costiera italiana, si è risolta: il pattugliatore d’altura potrà sbarcare a Trapani, e l’arrivo sull’isola siciliana è previsto per domani mattina attorno alle ore 8:00. Il Viminale ha dato il suo ok all’attracco dell’imbarcazione battente bandiera italiana dopo che è stato assicurato al ministro dell’interno, Matteo Salvini, che i dirottatori che hanno obbligato la Vos Thalassa a chiamare in soccorso la Diciotti verranno identificati e successivamente arrestati. A conferma di ciò, la notizia riportata poco fa dalla Rai, che racconta di come le forze della polizia di stato e della capitaneria di porto siano salite a bordo dell’imbarcazione per eseguire tutti i controlli de caso. Ricordiamo che sulla nave vi sono 67 migranti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

DICIOTTI VERSO TRAPANI

Per la prima volta il ministro delle Infrastrutture Toninelli ha preso la decisione in merito alla scelta, solitamente spettante al ministro dell’Interno, in riferimento alla nave Diciotti con a bordo i 67 migranti. L’attracco avverrà nel porto di Trapani, dove l’imbarcazione è diretta e dove arriverà domani mattina. Nonostante questo, ribadisce Repubblica.it, la linea di Matteo Salvini continua ad essere durissima: “Prima di concedere qualsiasi autorizzazione attendo di sapere nomi, cognomi e nazionalità dei violenti dirottatori che dovranno scendere dalla Diciotti in manette”, ha detto ai cronisti. A sua detta, coloro che hanno minacciato finiranno in carcere per cui non intende dare la sua autorizzazione fino a quando non avrà la garanzia che i dirottatori violenti finiranno in galera e successivamente faranno ritorno nel loro Paese. Ad intervenire è stato nelle ultime ore anche Di Maio che, come riporta TgCom24, ha spiegato di condividere con Salvini le stesse perplessità ma ha dichiarato: “Non è un titolo contro Salvini, non è immaginabile chiudere l’ingresso ad una nave italiana, ma condivido tutte le perplessità su quello che sta accadendo nel Mediterraneo”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

SALVINI: “MIGRANTI VIOLENTI SCENDANO IN MANETTE”

La nave Diciotti della Guardia Costiera con a bordo 67 migranti sta per arrivare a Trapani. Sulla questione Matteo Salvini continua a restare irremovibile. Certamente, dopo i freni della mattinata, alla fine il vicepremier e ministro dell’Interno ha dovuto cedere e rassegnarsi all’attracco in Italia della nave Diciotti. Al tempo stesso però non ha alcuna intenzione di far scendere sul suolo italiano i 67 migranti attualmente a bordo e per questo è intenzionato a farsi consegnare le generalità di coloro che avrebbero minacciato alcuni membri dell’equipaggio del rimorchiatore italiano Vos Thalassa in quanto non volevano essere rimandati in Libia. “Se c’è gente che ha minacciato e che ha aggredito non sarà gente che finisce in un albergo ma sarà gente che finisce in una galera”, ha spiegato Salvini ai giornalisti. E’ lo stesso ministro ad aggiungere, come riporta RaiNews: “Prima di concedere qualsiasi autorizzazione, attendo di sapere nomi, cognomi e nazionalità dei violenti dirottatori, che dovranno scendere dalla nave Diciotti in manette”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

BRACCIO DI FERRO SALVINI-GUARDIA COSTIERA

Il braccio di ferro tra la Guardia Costiera, la Capitaneria di Porto e il Ministero degli Interni non è certo “chiarito” dopo il caso Diciotti-Vos Thalassa, anzi: si attendono ancora i risultati del tavolo operativo che Salvini presiede da qualche settimana con i vertici della Marina, delle Forze dell’Ordine e ovviamente anche con la Guardia Costiera sul caso immigrazione. In particolare, il vicepremier della Lega ha ribadito in più occasioni all’interno del tavolo di cooperazione, che i soccorsi in acque di zona Sar libica le devono fare solo le motovedette della Guardia Costiera di Tripoli. Il problema è che in alcuni punti l’assunto di Salvini non corrisponde alla legge che regola i soccorsi in mare a livello internazionale: su questo discuterà con gli altri Ministri degli Interni in Austria oggi pomeriggio e su questo resta un punto “non chiarito” all’interno del Govenro, pur dopo la ricucitura di Conte e Di Maio. «L’immigrazione alla Renzi e alla Mare Nostrum alla 600 mila sbarchi, porta alle tendopoli di San Ferdinando dove c’è la giungla e l’illegalità. Questa non è l’Italia che ho in testa. Controllare l’immigrazione e ridurre il numero dei morti è il mio obiettivo», ha spiegato ancora oggi Matteo Salvini a poche ore dallo sbarco effettivo della Diciotti nel porto di Trapani. 

NAVE DICIOTTI SBARCA OGGI A TRAPANI

Si chiude finalmente il caso della Nave Diciotti della Guardia Costiera italiana che a bordo porta 67 migranti recuperati dalla nave cargo Vos Thalassa (che a sua volta aveva salvato i disperati in mare aperto appena fuori le acque libiche): la nave è diretta a Trapani dove il Governo italiano ha deciso di fare attraccare e aprire dunque i propri porti in piena emergenza immigrazione con il braccio di ferro Italia-Ue. Il pattugliatore della Guardia costiera italiana da lunedi ha in carico a bordo i 67 migranti soccorsi il giorno prima dalla Vos Thalassa; li ha presi dopo la grave situazione di pericolo per l’equipaggio del rimorchiatore italiano, ovvero dopo che alcuni rifugiati a bordo avevano capito che stavano per essere riconsegnati alle motovedette libiche. L’approdo, a quanto si apprende, è previsto nel primo pomeriggio di oggi: in mattinata, durante il vertice a Palazzo Chigi tra il Ministro Salvini e il Premier Conte, il leader leghista aveva usato ancora parole molto dure sullo sbarco della Diciotti in Sicilia «Se su quella nave c’è gente che ha minacciato e aggredito non saranno persone che finiranno in albergo ma in galera quindi non darò autorizzazione allo sbarco fino a che non avrò garanzia che delinquenti, perché non sono profughi, che hanno dirottato una nave con violenza, finiscano per qualche tempo in galera e poi riportati nel loro paese».

IL CASO JUVENTA

In mattinata si era consumata anche la lite all’interno del Governo con le critiche della Ministra della Difesa Trenta e dello stesso Luigi Di Maio contro la linea del Viminale: “inimmaginabile chiudere i porti italiani alle nostre navi», avevano tuonato i due Ministri con Salvini che, piccato, aveva risposto mandando giù il boccone amaro e ripetendo che il Governo “parla con una voce sola e unita”. Nel frattempo, sempre a Trapani che si appresta ad accogliere i migranti della nave Diciotti, la Procura ha notificato 20 avvisi di garanzia a componenti l’equipaggio della nave Juventa e a personale di Medici Senza Frontiere e Save the Children: si tratta del caso nato nell’ambito dell’inchiesta «sul favoreggiamento dell’ immigrazione clandestina che un anno fa portò al sequestro dell’imbarcazione dell’Ong tedesca Jugend Rettet», riporta il Gazzettino.

IL MESSAGGIO DEL MINISTRO TRENTA