Italia senza medici: a lanciare l’allarme è Fiaso con una ricerca presentata durante l’Assemblea 2018 a Roma. Il problema ci sarà anche con lo sblocco del turn over perché i nuovi ingressi non riusciranno a coprire i 54 mila medici che andranno in pensione. Le carenze maggiori si registrano per igienisti, patologi clinici, internisti, chirurghi, psichiatri, nefrologi e riabilitatori. Ma la Federazione ha lanciato le sue proposte per invertire la rotta. «Il tema è a questo punto ragionare sul miglior utilizzo delle competenze professionali attuali» ha dichiarato Francesco Ripa di Meana, presidente Fiaso, come riportato da Quotidiano Sanità. Tra le proposte lo sviluppo di reparti basati sull’intensità di cura e complessità assistenziale per la gestione di cronici e post-acuti; investimento in nuove figure professionali che arricchiscano il middle management; pieno coinvolgimento dei medici di medicina generale nel sistema di continuità assistenziale; contratti ad hoc per i medici che prolunghino l’attività fino a 70 anni, prevedendo il superamento del limite contributivo di 40 anni; definizione di una lista di attività che potrebbero essere svolte dal medico in formazione specialistica. (agg. di Silvana Palazzo)
ITALIA SENZA MEDICI: “ENTRO 2022 NE MANCHERANNO 12MILA”
L’allarme arriva dalla Fiaso (Federazione delle aziende sanitarie pubbliche) e non è una bella notizia: nei prossimi 5 anni in Italia mancheranno circa 12mila medici nei nostri ospedali e nelle nostre strutture pubbliche sparse in tutto il Paese. L’sos lanciato dalla Fiaso riguarda 11.800 posti vacanti che si creeranno entro il 2022, seppure la situazione italiana sia addirittura tra le migliori in Ue dove invece mancano ancora più medici e operatori in ruoli sanitari un po’ in tutti i Paesi anche quelli più ricchi e sviluppati. «Da qui al 2022 tra uscite dal lavoro e numero contingentato di nuovi specialisti mancheranno 11.803 dottori, anche se si andasse ad un totale sblocco del turn over», recita l’allarme del presidente Fiaso, Francesco Ripa di Meana. Un quadro desolante che vede proiezioni tutt’altro che positive sul fronte medico-sanitario del prossimo decennio: «Le uscite anticipate dei medici dal servizio pubblico hanno varie ragioni, come la paura dell’innovazione organizzativa e tecnologica e di veder cambiare in peggio le regole del pensionamento, oppure – spiega il Presidente Fiaso, Francesco Ripa di Meana – il dimezzamento necessario dei posti di ‘Primario’, che ha finito per demotivare tanti medici a proseguire una carriera oramai senza più sbocchi», spiega il presidente Fiaso.
L’ALLARME DELLA FIASO
Tanto negli ospedali quanto nelle Asl, la mancanza di materiale umano medico per i prossimi anni spaventa e non poco il Ministero della Salute che già da diversi anni sta tentando di porre rimedio e riparo alla controtendenza degli ultimi decenni. Lo studio di Fiaso sottolinea come «Abbiamo ancora più medici degli altri Paesi Ue con sistemi sanitari assimilabili al nostro, ma da qui al 2022 tra uscite dal lavoro dei baby boomer in camice bianco e numero contingentato di nuovi specialisti mancheranno all’appello 11.803 dottori anche se si andasse verso un totale sblocco del turn over. Questo anche a causa del fatto che il 35% di loro lascia il lavoro prima dei sopraggiunti limiti di età. O perché si prepensiona o per andare nel privato. Mentre in entrata uno specializzando su quattro non opta per il servizio pubblico». I numeri sono ancora più inquietanti, come si evince dal medesimo studio inviato anche al neo Ministro Giulia Grillo: « le proiezioni Fiaso da qui al 2025 dicono che complessivamente 40.253 medici compiranno i 65 anni mediamente buoni per il pensionamento ma le cessazioni saranno molte di più: 54.380. In pratica il 35% dei medici, uno su tre, lascia il servizio sanitario pubblico per motivi diversi dai sopraggiunti limiti di età». Non solo, il numero dei medici sessantacinquenni rappresenta oggi il 13% del totale da qui al 2023 la percentuale è destinata a raddoppiare, passando al 28%, riporta sempre la Fiaso.