Qualcosa non torna, di certo, nella gestione del caso Diciotti a Trapani all’interno del Governo Conte: ad esempio, se Salvini poche ore fa smentiva l’intromissione del Capo dello Stato per “risolvere” lo sbarco della nave della nostra Guardia Costiera carica di migranti, ora Di Maio intervenendo ad Agorà su Rai3 di fatto controsmentisce lo stesso Ministro degli Interni. «Se il ministro dell’Interno Matteo Salvini abbia esagerato o meno non me ne frega niente. La cosa importante è che con l’intervento del presidente della Repubblica si sia sbloccata la storia», avanza il leader M5s che in maniera furbesca difende sia Salvini, sia Mattarella e sia soprattutto la posizione del M5s di “sobrietà” istituzionale rispetto alla Lega. Se poi sia una tattica anche per marcare la differenza con Salvini, smentendolo sul “caso Mattarella” questo potete giudicarlo voi lettori: di certo, il vicepremier M5s ha spiegato come «il presidente è intervenuto e bisogna rispettare il presidente e fare in modo che quando ci sono questioni del genere le procedure siano più veloci. La nostra preoccupazione era fare in modo che chi aveva aggredito l’equipaggio del rimorchiatore dovesse essere perseguito; quando abbiamo aspettato qualche tempo per riuscire a capire se sarebbero stati perseguiti è intervenuto il presidente ed è stato un obbligo far sbarcare migranti». (agg. di Niccolò Magnani)



SALVINI: “FALSO, MATTARELLA NON SI È INTROMESSO”

Non sembra veritiera l’indiscrezione circa l’intervento del presidente della repubblica, Sergio Mattarella, per sbloccare il caso della Diciotti e permettere all’imbarcazione della nave italiana di attraccare a Trapani. Ad avvalorare tale tesi è il ministro dell’interno, Matteo Salvini, che parlando stamane a Rtl ha ammesso: «Ho lavorato bene con Di Maio, con Toninelli e il presidente della Repubblica non si è mai intromesso in quella che è una competenza del ministro dell’Interno». Salvini smentisce quindi lo stupore e l’irritazione del viminale delle scorse ore, aggiungendo: «Se il presidente Mattarella vuole capire cosa ho fatto sono a disposizione, ma non cambio idea. L’unica cosa che mi farebbe arrabbiare è se tutti coloro che sono sbarcati restassero a piede libero: non permetterò che finisca a tarallucci e vino». Il vice premieri ha continuato spiegando che dalle testimonianze risulta che alcuni migranti hanno sequestrato, minacciato e aggredito i marinai della Vos Thalassa: «Prima di piazzarli in un albergo per essere mantenuti a 35 euro al giorno ho voluto che i migranti spiegassero cosa era accaduto. Andrò fino in fondo finché qualcuno sarà assicurato alla giustizia». Infine, sulla questione immigrazione: «Quello che sto facendo è cercare di bloccare partenze, sbarchi e morti, che infatti si sono ridotti di centinaia rispetto agli anni scorsi». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



L’ATTRACCO ATTORNO A MEZZANOTTE

Ha attraccato attorno alla mezzanotte di ieri la nave Diciotti della guardia costiera italiana. Alla fine c’è voluto l’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per permettere appunto l’attracco a Trapani dell’imbarcazione italiana. Il ministro dell’interno, Matteo Salvini, avrebbe voluto più rigore, avendo chiesto che tutti i profughi (o per lo meno la maggior parte) venissero subito arrestati dopo “l’ammutinamento” sulla Vos Thalassa, ma alla fine ha dovuto lasciare campo libero al capo dello stato, con il viminale stupito e rammaricato, stando a fonte interne. I primi due a scendere sono stati il sudanese Ibrahim Bushara e il ghanese Hamid Ibrahim, entrambi accusati di violenza privata, continuata ed aggravata nei confronti del comandante e dell’equipaggio della Vos Thalassa. Sono stati scortati dalla polizia di stato, ed ora verranno interrogati e probabilmente processati. Quindi sono scese tre donne, di cui una ferita ad un piede, e due minorenni, un 16enne pakistano e un 17enne egiziano. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



AMAREZZA AL VIMINALE

Alla fine, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ordinato lo sbarco della nave Diciotti nel porto di Trapani. Decisione che sarebbe stata presa dopo il preannunciato contatto con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che aveva espresso preoccupazione riguardo al fatto che una nave battente bandiera italiana non fosse autorizzata all’attracco. Conte ha rassicurato Mattarella spiegando di avere la situazione “costantemente sotto controllo“, dopodiché Conte ha chiamato i ministri dell’Interno e dei Trasporti Salvini e Toninelli e, ha fatto sapere, “ha comunicato loro la decisione, già assunta, di far sbarcare le persone a bordo della nave della Guardia costiera italiana“. E come previsto il Viminale non ha mostrato di aver gradito, facendo sapere di accogliere con “stupore” l’intervento di Mattarella e con “rammarico” la scelta di far attraccare la Diciotti. (agg. di Fabio Belli)

CONTATTO MATTARELLA-CONTE

Sono due i migranti iscritti nel registro degli indagati per il reato di violenza privata (il più lieve dei tre ipotizzati) e che erano a bordo della nave Diciotti, oggi attraccata nel porto di Trapani. Lo riporta Repubblica.it, specificando però che la procura non ha ritenuto di dover procedere con alcun arresto, a differenza di quanto auspicato fino alla fine del vicepremier Salvini. I due indagati dei 67 a bordo sono il sudanese  Ibrahim Bushara ed il ghanese Hamid Ibrahim, accusati di aver aggredito il comandante e l’equipaggio del rimorchiatore Vos Thalassa giunto in loro soccorso la scorsa domenica. La procura di Trapani ha così avuto modo di acquisire le informative della polizia basate sulle testimonianze dell’equipaggio ed alla luce di quanto appreso ha escluso che a bordo dell’imbarcazione possa essersi consumata una rivolta o un tentativo di dirottamento, anche in questo caso ipotizzato con forza dal ministro dell’Interno. Il procuratore Alfredo Morvillo ha richiesto alla Mobile ulteriori accertamenti per permettere una ricostruzione esatta di quanto accaduto ma sembra essere escluso sempre di più il possibile fermo di alcuni migranti. Ora dunque occorrerà capire quale sarà la prossima mossa di Salvini dopo aver negato l’autorizzazione allo sbarco, in attesa dei provvedimenti della magistratura. A seguire da vicino la vicenda è il capo dello Stato Sergio Mattarella che ha voluto avere dei contatti diretti con il premier Conte proprio in riferimento al destino della nave Diciotti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

DOMANI VIA LIBERA SBARCO?

Prosegue a Trapani l’odissea dei 67 migranti a bordo della nave Diciotti. Per il momento restano sul ponte della nave in attesa delle direttive dal ministero dell’Interno, dopo che Matteo Salvini ha detto di non voler concedere alcuna autorizzazione per lo sbarco che – secondo Askanews – potrebbe arrivare domani mattina. Intanto è in corso un vertice alla Procura di Trapani che dovrà decidere sui due migranti denunciati: per loro l’accusa è di violenza, minacce e dirottamento per quanto accaduto quattro giorni fa a bordo del rimorchiatore Vos Thalassa. In prefettura invece è stata istituita l’unità di crisi che lavorerà 24 ore su 24 sulla vicenda. Da Innsbruck il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha dichiarato: «Sulla Diciotti in procura c’è un dibattito, io non ho nessuna fretta di farli sbarcare. Servirà tutto il tempo necessario, chi deve decidere ha il tempo per decidere, ha tutti gli elementi per farlo. In procura stanno lavorando, attendiamo gli esiti, io non faccio il giudice o il poliziotto, non ho interrogato nessuno, faccio il ministro e cerco di far rispettare l’ordine pubblico». (agg. di Silvana Palazzo)

PRESIDIO ANTIRAZZISTA A TRAPANI

La posizione di Matteo Salvini è chiara ormai da giorni: nessuna autorizzazione, da parte sua, a far sbarcare la nave Diciotti nel porto di Trapani, nonostante sia ormai giunta nel pomeriggio di oggi. Intanto, come riporta Il Fatto Quotidiano nella sua edizione online, ad attendere i 67 migranti a bordo dell’imbarcazione è un presidio antirazzista con uno slogan chiaro: “Restiamo umani”. A dominare tra i manifestanti è ancora una volta il colore rosso, simbolo della protesta a favore dell’apertura dei porti e l’accoglienza ai migranti ed in netto contrasto con la posizione di Salvini. E così non sono mancate le classiche magliette rosse alle quali hanno fatto seguito anche bandane e cappelli dello stesso colore. Ad aderire all’iniziativa sono diverse associazioni, a partire da Libera e Cgil che hanno contestato i “muri che qualcuno vuole mettere fra i migranti e le nostre città” invitando il M5s a “non farsi trascinare da Salvini”. Contro quest’ultimo anche il sindaco di Trapani che ha commentato: “Al posto di prendersela coi più deboli, il ministro dell’Interno dovrebbe prendersela coi Paesi europei, guidati dai suoi amici, che pensano ai loro interessi”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

SALVINI, “NON AUTORIZZO NESSUNO A SBARCARE”

Anche dopo l’arrivo della nave Diciotti nel porto di Trapani, non ha tregua il braccio di ferro che vede in prima linea Matteo Salvini. Il vicepremier e ministro dell’Interno, infatti, direttamente da Innsbruck segue con attenzione l’evolversi della situazione e non indietreggia di un solo passo: “Io non voglio farmi prendere in giro. Finché non c’è chiarezza su quanto accaduto non autorizzo nessuno a scendere dalla Diciotti: se qualcuno lo fa al mio posto se ne assumerà la responsabilità”, ha dichiarato. A detta del leader del Carroccio, qualcuno ha indubbiamente mentito: “O hanno mentito gli armatori denunciando aggressioni che non ci sono state – e allora devono pagare – o l’aggressione c’è stata e allora i responsabili devono andare in galera”, ha aggiunto. Intanto, la procura di Trapani resta in attesa di conoscere gli esiti degli accertamenti degli investigatori sulla presunta aggressione dei profughi all’equipaggio della Vos Thalassa. Solo dopo aver ricevuto l’informativa dello Sco e della Squadra Mobile, la procura ha fatto sapere che deciderà come procedere. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

DICIOTTI ATTRACCA A TRAPANI

La nave Diciotti della Guardia costiera italiana con a bordo 67 migranti tra uomini, donne e bambini e salvati nei giorni scorsi è ufficialmente entrata nel porto di Trapani dopo oltre 4 ore di attesa in rada. Come spiega L’Unione Sarda nell’edizione online, la conferma arriva direttamente dal ministero delle Infrastrutture. L’imbarcazione in mattinata era stata investita da un nuovo cambio di programma proprio mentre stava per attraccare nel porto di Trapani, in seguito al cambio di rotta imposto probabilmente per fare ulteriore luce sull’inchiesta in corso sui migranti “dirottatori violenti”, come definiti da Matteo Salvini, ovvero coloro che avevano minacciato l’equipaggio della Vos Thalassa, il rimorchiatore che li aveva soccorsi prima di trasferirli a bordo della Diciotti. Solo in un secondo momento è stato autorizzato lo sbarco. Ad attendere lo sbarco sul molo di Trapani, come spiega Corriere.it, ci sono tre cellulari della polizia, uno dei carabinieri e diverse volanti delle forze dell’ordine. La procura di Trapani, invece, resta in attesa dei rapporti dello Sco e della Squadra mobile in merito alla presunta aggressione all’equipaggio e sulla presunta presenza di scafisti tra i 67 migranti. Solo dopo l’attracco in porto i magistrati prenderanno le decisioni su come procedere anche alla luce delle testimonianze raccolte da parte del comandante e dell’equipaggio della Vos Thalassa.

DUE MIGRANTI DENUNCIATI?

Non è ancora chiaro se a bordo della nave Diciotti ci siano o meno dei migranti indagati. Secondo quanto spiegato da Corriere.it, si profilerebbe una denuncia per due dei 67 migranti per i reati di impossessamento di nave, minacce e violenza privata, in riferimento sempre al comportamento avuto sulla nave Vos Thalassa che li aveva inizialmente soccorsi e che si temeva li stesse riportando in Libia. Si tratterebbe di un ghanese e un sudanese. Se Toninelli aveva parlato di “facinorosi”, nelle passate ore Salvini aveva invocato le manette. Tuttavia l’ultima parola spetterà alla magistratura e da quanto appreso da L’Unione Sarda non ci sarebbero al momento indagati. A bordo ci sarebbero anche uomini della Capitaneria di Porto e della Polizia di Stato per raccogliere elementi da riferire poi all’autorità giudiziaria ma pare che al momento quelli raccolti non sarebbero così gravi da consentire un fermo di polizia prima ancora dello sbarco, come invocato invece dal vicepremier. Fino all’ultimo Salvini non aveva alcuna intenzione di arretrare premendo affinché i “dirottatori” venissero individuati ed arrestati pena il mancato attracco in porto. Il vescovo di Trapani, Pietro Maria Fragnelli ha chiesto intanto che si arrivi il prima possibile a “soluzioni rapide”.