È durato più di un’ora e mezzo l’incontro tra il premier Giuseppe Conte e i genitori di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso al Cairo nel 2016. In precedenza, Paola Deffendi e Claudio Regeni erano stati ricevuti dal presidente della Camera, Roberto Fico, con il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi. «Oggi ho voluto incontrare i genitori di Giulio Regeni, dei quali comprendo il grande dolore, affinché non si sentano soli e abbandonati dalle istituzioni italiane» ha dichiarato il presidente del Consiglio in una nota diffusa al termine dell’incontro avvenuto a Palazzo Chigi. Inoltre, ha sottolineato che ha acquisto dal procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone un aggiornamento sugli ultimi sviluppi dell’inchiesta. «Ho sentito anche il nostro ambasciatore in Egitto, Giampaolo Cantini, per avere ulteriori informazioni» ha aggiunto Conte. Il capo del governo ha assicurato ai genitori di Giulio Regeni «che questo governo è al loro fianco in questa battaglia e che farà tutto ciò che è necessario per giungere alla verità».
VISITA AL CAIRO CON LE ISTITUZIONI ITALIANE?
L’incontro tra la famiglia Regeni, accompagnata dall’avvocato Alessandra Ballerini, e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stato utile per studiare il da farsi. L’ipotesi, secondo quanto riportato da Repubblica, è che possano far visita al Cairo con la compagnia delle istituzioni italiane. Paola Deffendi e Claudio Regeni mancano dall’Egitto dal febbraio 2016 quando furono costretti a tornare in Italia con la bara del figlio. Al momento l’indagine è in una fase di stallo: le immagini delle telecamere della metropolitana che avrebbero potuto raccontare chi e dove ha rapito Giulio, prima di torturarlo e ucciderlo, sono inservibili perché mancano proprio i 20 minuti centrali. E la procura generale del Cairo non ha dato seguito alle informative trasmesse dalla procura di Roma e che circoscrivono responsabilità a carico di otto persone nel sequestro di Giulio e nei depistaggi successivi alla sua morte. A settembre però è in programma l’incontro decisivo tra i magistrati italiani e i colleghi iniziali: potrebbe essere l’ultimo se non ci saranno novità.