Sant’Enrico, la storia

Il 13 luglio la Chiesa cattolica festeggia Sant’Enrico. Si tratta di Enrico II, figura centrale a cavallo tra la fine del X e l’inizio dell’XI secolo d.C., quando da re di Germania e Austria ricevette da Papa Benedetto VIII l’investitura di guida terrena del Sacro Romano Impero. Morì all’età di 51 anni, nell’anno 1024, a seguito delle faticose battaglie contro i bizantini per la difesa del regno. Nel corso della sua vita, ebbe un rapporto speciale con la fede cristiana, merito della formazione ottenuta presso Ratisbona dall’allora vescovo Wolfango. Sant’Enrico aveva un fratello e due sorelle. Il primo, Bruno, fu vescovo di Augusta. Anche le sorelle sposarono la religione cristiana: l’una (Brigida) diventò monaca, l’altra (Gisella) andò in moglie al re Stefano d’Ungheria, anche lui proclamato santo dalla Chiesa cattolica negli anni successivi alla sua morte. Correva l’anno 995 quando Enrico succedette al padre in qualità di duca di Baviera. Trascorsero pochi anni (anno 1002) ed Enrico salì al trono del regno di Germania. Fu proprio Enrico II l’ultimo della dinastia degli Ottoni, potente famiglia che nell’antichità tenne le sorti del territorio germanico. Al suo fianco, Sant’Enrico ebbe la moglie Cunegonda di Lussemburgo, anche lei proclamata santa dalla Chiesa cattolica. Entrambi si resero protagonisti di una serie di iniziative molto importanti per la Chiesa, tra cui la costruzione di numerosi monasteri in tutta Europa, con l’obiettivo di espandere la fede cristiana nel Vecchio Continente. 



Promotore della riforma della Chiesa

Nell’anno 1007, Enrico affidò i lavori di costruzione del Duomo di Bamberga, dove una volta morto venne sepolto insieme alla moglie. Enrico II fu molto importante per la Chiesa cattolica non soltanto per la costruzione di innumerevoli monasteri e per aver assunto il ruolo di imperatore del Sacro Romano Impero, ricevendo il titolo nel 1014 (dieci anni dopo essere diventato re d’Italia sconfiggendo Arduino d’Ivrea) dalle mani dello stesso Papa Benedetto VIII. Infatti, Sant’Enrico fu uno dei primi promotori per la riforma della Chiesa, stabilendo che i sacerdoti non potessero sposarsi (mise di fatto al bando il clero uxorato). Inoltre, il re di Germania e Italia si rese protagonista di un’altra importante riforma all’interno della Chiesa, riferita all’obbligo per gli eserciti a non battagliare in determinate giorni della settimana nei periodi quali la Pentecoste, Pasqua, Natale, Avvento e Quaresima. Nello stesso anno in cui venne incoronato imperatore del Sacro Romano Impero, San Enrico ottenne da Papa Benedetto VIII l’introduzione della preghiera del Credo durante le messe domenicali. 



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