Franco Mandelli è morto, ma ha lasciato un segno molto importante e non solo nella storia del nostro paese. E’ stato un luminare nella lotta contro le leucemie, riuscendo a salvare davvero molti pazienti. Moltissimi sono stati i messaggi proprio di questi che hanno voluto ringraziare quando fatto da questo straorindario professionista. Il web ha visto tantissime testimonianze di chi è stato salvato da una situazione in cui molti non avrebbero nemmeno messo mano. Proprio questo è il riconoscimento più bello ricevuto dopo la morte dal professore Franco Mandelli. Ci troviamo di fronte sicuramente a un evento che ha scosso l’emotività di molte persone, che coinvolte in vicende di patologia hanno potuto scoprire la grandezza dell’uomo oltre che del professionista. Sarà importante ora cercare di portare avanti un lavoro che negli anni ha regalato innovazione e soluzioni di fronte a malattie davvero molto difficili solo da affrontare. (agg. di Matteo Fantozzi)



CORDOGLIO DELLE ASSOCIAZIONI MEDICHE

Si è spento all’età di 87 anni il professor Franco Mandelli, luminare dell’ematologia italiana. La sua scomparsa ha segnato al tempo stesso un enorme vuoto in ambito medico per via dei suoi importanti contributi nella lotta alla leucemia. Oggi, come riporta il portale Consumatrici.it, alle 12.45 si terranno i funerali di Mandelli. Lo ha annunciato la Fondazione GIMEMA tramite il proprio profilo Twitter spiegando che il rito funebre si terrà presso la chiesa di San Bellarmino a Roma. “Addio al nostro presidente, professor Franco Mandelli, una vita dedicata alle malattie del sangue e alla solidarietà”, aveva scritto su Facebook l’Associazione italiana contro le leucemie, definendo il professore “anima della nostra organizzazione di cui era presidente onorario e fondatore del Gimema”. Ad esprimere il proprio cordoglio era stata anche l’Amsi, l’associazione medici di origine straniera in Italia insieme alla Confederazione Internazionale Umem-Unione Medica Euromeditteranea che hanno voluto ricordare l’operato di Mandelli ed espresso la loro solidarietà ai familiari ed a tutto il popolo italiano per la grandissima quanto dolorosa perdita. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



L’ENCOMIO DELL’AIL

La morte di Franco Mandelli ha sicuramente sconvolto il mondo della medicina italiana con tantissimi commenti che sono arrivati anche sui social network. Tra questi non si può non leggere quanto pubblicato dal profilo di Ail, Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma, che sottolinea: “Addio al nostro Presidente Professor Franco Mandelli, una vita dedicata alle malattie del sangue e alla solidarietà. Era anima della nostra organizzazione di cui era Presidente onorario e fondatore del GIMEMA L’AIL tutta si stringe con riconoscenze e grande affetto a tutta la sua famiglia”, clicca qui per la foto e per i commenti dei follower. Questo splendido messaggio ci fa capire come Franco Mandelli abbia lasciato un segno indelebile, dimostrando di essere persona di grande cuore e che è riuscito nel tempo a dare stimoli importanti alla ricerca per riuscire a sconfiggere un male molto complesso come la leucemia. (agg. di Matteo Fantozzi)



IL RICORDO DEL GRANDE EMATOLOGO

Si erano incontrati nel 2015 e si erano stimati fin da subito: lo si capisce dal tono del telegramma inviato dal Capo dello Stato alla famiglia di Franco Mandelli, diverso dal “solito” politichese istituzionale e retorico in tipica “salsa” Quirinale. Per Mattarella la scomparsa del grande ematologo non è da lasciare in secondo piano: «La morte del Professor Franco Mandelli mi addolora profondamente. La sua testimonianza di vita figura a buon diritto fra gli italiani che hanno contribuito a rendere migliore la nostra società», ha scritto il Presidente della Repubblica nel suo ricordo al fondatore di Ail. «Il suo lungo, costante e prezioso contributo ad assicurare l’esistenza di donne, uomini e bambini del nostro Paese, e non soltanto di esso – prosegue il Capo dello Stato – si è espresso nel valore della sua ricerca scientifica, continuamente avanzata, nell’insegnamento, nella formazione di tanti medici e ricercatori, nelle numerose iniziative di solidarietà e di promozione della prevenzione delle malattie». In conclusione, Mattarella augura ai familiari di Mandelli la più grande «solidarietà a loro e tutti i suoi allievi e collaboratori, con l’esortazione a proseguirne l’opera con la stessa dedizione e lo stesso impegno». 

IL MOTTO “CURA E CUORE”

Dal neo Ministro alla sua precedente inquilina, l’ex titolare della Sanità Beatrice Lorenzin ha scritto un post sui social dove ricorda uno dei capisaldi della medicina italiani scomparsi oggi: «oggi il mondo scientifico e la società civile dicono addio al Prof. Mandelli, uomo di straordinaria umanità, scienziato italiano tra i più grandi al mondo. Il suo lavoro ha donato speranza e nuova vita a migliaia di persone. Ricordiamolo continuando a sostenere la ricerca». Raggiunto al volo da Repubblica per commentare brevemente la scomparsa del fondatore, l’attuale presidente dell’Ail ha spiegato che Franco Mandelli ha insegnato ad intere generazione il suo motto preferito «Ha dedicato tutta la vita alla cura dei tumori del sangue e alla solidarietà per i pazienti e per le loro famiglie: il suo motto era ‘cura e cuore’. Tutta la mia carriera l’ho fatta con lui, a lui devo tutto», racconta Sergio Amadori, non prima di ricordare che proprio l’ematologo oggi scomparso «mi ha inculcato l’amore per la ricerca, e mi ha insegnato che non bisogna arrendersi davanti ai fallimenti!». 

MINISTRO GRILLO: “UN VUOTO INCOLMABILE”

Dopo la notizia della morte del professor Franco Mandelli, vero luminare dell’ematologia italiana, non poteva mancare l’intervento del ministro Giulia Grillo che in una nota ministeriale ha espresso tutto il suo cordoglio e vicinanza alla famiglia dell’87enne. “La scomparsa del professor Franco Mandelli lascia un vuoto incolmabile nel mondo della medicina e della ricerca italiana”, ha asserito la Grillo. “La sua vita interamente dedicata con sacrificio e passione alle malattie del sangue e alla solidarietà, è stata e resta la testimonianza di un uomo che ha dato un contributo ineguagliabile alla sanità italiana, e non solo, e ai cittadini”, ha aggiunto. Il miniostro della Salute ha poi ricordato come “tutti noi gli siamo debitori per quanto ha fatto e per gli insegnamenti che con abnegazione è stato in grado di lasciare” definendolo “un uomo, non solo uno scienziato, la cui eredità non va dispersa”. Mandelli fino all’ultimo dei suoi giorni, nonostante l’avanzata età ha contribuito con i suoi studi a dare un sostegno importante al sapere medico in campo ematologico. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

L’ALLIEVO: “IL PAZIENTE CON LUI ERA SEMPRE AL CENTRO”

«Col prof Mandelli il paziente era sempre al centro»: lo ricorda così su Repubblica uno dei suoi tanti allievi medici, tra i più brillanti, che oggi dirige l’Ematologia della seconda università romana a Tor Vergata. «È stato il professor Mandelli a promuovere la nuova linea di ricerca e terapia sui trapianti di midollo osseo», ricorda William Arcese addolorato dalla morte del suo anziano maestro. «Per dare vita all’attività trapianto, mi spronò a varare la banca per la raccolta del sangue del cordone ombelicale», continua l’esperto professore nel ricordare Franco Mandelli. Oltre alla sapienza e conoscenza medica, in tanti stanno ricordando il profondo aspetto umano del medico prima ancora dello scienziato Mandelli: «Il paziente» – conclude ancora Arcese – «è sempre stato al centro della sua attività di ricerca e delle sue attenzioni in corsia, una sensibilità, la sua, ereditata dalla sua scuola». Secondo i massimi esperti nel settore, Franco Mandelli può essere tranquillamente considerato come il padre dell’ematologia e capostipite, assiema a Pierluigi Rossi-Ferrini di Firenze, Alessandro Pileri di Torino e Sante Tura di Bologna della profonda conoscenza medica in merito alle malattie leucemiche. 

PUNTO DI RIFERIMENTO PER MEDICI E PAZIENTI

Franco Mandelli, uno dei più noti ematologi italiani, è morto. A darne l’annuncio l’associazione italiana contro le leucemie. Il professore era una figura di spicco nella lotta alle malattie del sangue, in particolare contro il linfoma di Hodgkin e delle leucemie acute. Per anni è stato presidente dell’Ail: erano gli anni in cui era il più celebre e celebrato ematologo italiano. Ancora oggi i pazienti di Ematologia dell’Umberto I dicono di essere in cura da Mandelli, come se fosse un marchio di fabbrica. Questo non solo per le sue grandi capacità di ricerca, ma anche per il suo tratto umano: l’ematologo era sempre gentile, con la voce calma spiegava con semplicità anche i concetti più complessi, e infatti i pazienti lo ricordano con affetto. Questo tratto umano ha trovato piena applicazione nelle mille campagne che ha ideato per raccogliere fondi a favore della ricerca, come Angeli sotto le stelle, Trenta ore per la vita, la Partita del Cuore, le Stelle di Natale e le Uova di Pasqua dell’Ail. (agg. di Silvana Palazzo)

FRANCO MANDELLI, MORTO LUMINARE CONTRO LE LEUCEMIE

È morto uno dei più grandi luminare della ricerca e medicina italiana, Franco Mandelli, professore 87enne e fondatore dell’Ail – Associazione Italiana contro le Leucemie. Era anziano ma fino all’ultimo ha studiato e contribuito alla crescita di tutto il sapere medico italiano rispetto al campo su cui ha concentrato tutta la vita, ovvero proprio i tumori delle cellule. A darne notizia questa mattina proprio l’Ail in un comunicato esposto sui canali social ufficiali dell’associazione: «addio al nostro Presidente Professor Franco Mandelli, una vita dedicata alle malattie del sangue e alla solidarietà. Anima della nostra organizzazione di cui era Presidente Onorario e fondatore del GIMEMA. Ha pubblicato più di 700 studi scientifici. L’AIL tutta si stringe con riconoscenza e grande affetto alla sua famiglia». Il Gimema è una fondazione che riunisce tutto il gruppo italiano di malattie ematologiche dell’adulto e proprio in quanto presidente e rappresentante, lo scorso novembre 2015 ebbe modo di incontrare il Capo dello Stato Sergio Mattarella in un colloquio privato al Quirinale (come si vede in foto).

BIOGRAFIA E SCOPERTE

Franco Mandelli era nato per l’appunto 87 anni fa a Bergamo ma si era laureato a Milano nel lontano 1955 prima di trasferirsi a Parma e poi definitivamente a Roma dove è divenuto una figura centrale della lotta alle malattie nel sangue. Secondo quanto riporta l’Ansa, per Mandelli la particolare cifra della sua ricerca era incentrata sul linfoma di Hodgkin e delle leucemie acute. Nel tempo è divenuto come già osservato presidente del Gimema e soprattutto fondatore dell’importante Ail, protagonista poi con questa associazione di diverse scoperte e raccolte fondi durante i tanti anni di attività medica. Sono circa 700 gli studi scientifici pubblicati da Mandelli, con un apporto notevole dato alla lotta contro le leucemia con gli studi ematologici: i suoi protocolli di cura vengono ancora oggi studiati e utilizzati in tutto il mondo, specie in ambito pediatrico dove la sua equipe ha salvato migliaia di bimbi nei tanti anni di carriera medico-scientifica.