Ancora aggiornamenti sulla vicenda mai chiarita realmente della aspirante fotomodella inglese rapita un anno fa, l’11 luglio 2017, a Milano, dove si era recata attratta da un annuncio di lavoro. Sul caso di Chloe Ayling si sono fatte molte congetture, anche che il rapimento fosse stato combinato per farsi pubblicità: sei giorni di sequestro e poi liberata misteriosamente dallo stesso rapitore, un polacco residente anche lui in Inghilterra, Lukkasz Herba, condannato recentemente dal Tribunale di Milano a 16 anni e 9 mesi. La modella inglese infatti continua a rilasciare dichiarazioni a distanza, quasi a voler tenere vivo il caso per ottenerne ancora pubblicità. Come si sa il rapitore aveva chiesto soldi altrimenti, aveva detto, “l’avrebbe venduta a qualche compratore sul dark web”, quella parte di Internet dove si svolgono loschi affari criminali. La cifra richiesta era di 300mila euro, poi scesi a 50mila, altrimenti sarebbe stata venduta come schiava del sesso: “Non avevo dubbi che stesse dicendo la verità, perché rispondeva in modo preciso a tutte le mie domande. Ho pensato che non avrei mai più rivisto il mio bambino” ha dichiarato la donna in una intervista alla Bbc.
IL RACCONTO DELLA MODELLA RAPITA
A questo punto, sempre secondo il racconto della giovane, il rapitore si sarebbe impietosito anche per via del bambino e cominciò a farle la corte. Lei appoggiò le sue richieste perché, ha detto, “questa è la mia occasione per scappare. Gli ho fatto capire che c’era la possibilità che tra noi due nascesse qualcosa, in futuro. Lui era molto eccitato dalla prospettiva, non vedeva l’ora e da quel momento non parlava più d’altro. Allora ho capito che dovevo proseguire su questa strada. Dovevo fare tutto quello che potevo per farlo innamorare di me e per farlo contento”. La donna si difende anche dalle accuse provenienti dai social di essere una bugiarda, ha chiuso il suo account di Instagram. Nel frattempo il pm Paolo Storari ha chiesto il rinvio a giudizio anche per il fratello del rapitore anche lui coinvolto nel caso, che si trova in carcere a San Vittore.