«Come era del tutto prevedibile, le parole minacciose pronunciate ieri dal vice premier Luigi Di Maio a Gioia Tauro all’indirizzo delle banche italiane hanno avuto come effetto immediato quello di deprimere gli indizi a Piazza Affari»: secondo Pierantonio Zanettin, deputato di Forza Italia, l’intervento provocatorio del Ministro e leader M5s sarebbe da respingere con ogni mezzo e con ogni forza. «La borsa italiana, attualmente, tra quelle europee – rimarca ancora Zanettin – è l’unica in territorio negativo, ed i titoli del comparto bancario sono quelli che stanno soffrendo maggiormente»: le parole sull’arroganza “bancaria” ottiene l’effetto di scatenare intanto le opposizioni e le varie associazioni di categorie che ritengono inaccettabile un attacco del genere da parte da un ministro della Repubblica e un vicepremier. «La Consob richiami immediatamente il governo alle sue responsabilità nei confronti degli investitori e lo inviti ad interventi più meditati, in un settore così delicato, come quello finanziario», conclude la nota del deputato FI in attesa di un intervento ufficiale di Abi o Consob per l’appunto sulla vicenda. (agg. di Niccolò Magnani)



L’ABI NON REPLICA, MA TRIA…

Il nuovo attacco frontale del Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, nei confronti del mondo delle banche italiane rischia di aprire un nuovo fronte polemico anche con l’ABI che, solo qualche giorno fa, tramite il suo Presidente, Antonio Patuelli, aveva messo in guardia il sistema Italia da possibili derive nazionaliste e sul modello di alcuni Paesi del Sudamerica. Ad ogni modo, pare che i progetti della maggioranza grillino-leghista dovranno fare i conti col premier Giuseppe Conte e col Ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che preferirebbero escludere per adesso qualunque provvedimento che vada in questa direzione. Non a caso, da parte dell’ABI non è arrivato nessun commento per adesso alle parole di Di Maio anche se tra i banchieri c’è fermento in presenza di un contesto economico che nei prossimi mesi si preannuncia non facile. Inoltre, dal suo punto di vista, Tria ha già escluso nei prossimi giorni qualsiasi ipotesi di moratoria sulla riforma della BCE. (Agg. di R. G. Flore)



LA SOLIDARIETA’ A NINO DE MASI

Il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, sferra un nuovo attacco nei confronti delle banche. Il leader del movimento 5 Stelle non ha mai avuto parole al miele per il sistema bancario e lo ha confermato in queste ore. Come vi abbiamo già raccontato qui in basso, il grillino ha fatto visita, come promesso, presso lo stabilimento di Gioia Tauro dell’imprenditore Nino De Masi, ribellatosi di recente al racket della ‘ndrangheta, e ora sotto scorta perenne. Di Maio ha voluto puntare il dito contro le banche, sottolineando come le stesse debbano essere meno arroganti, e più comprensive nei confronti dei consumatori, spesso e volentieri abbandonati. In particolare, l’attacco è nei confronti della Monte dei Paschi di Siena, che ha lasciato solo De Masi: «E’ un simbolo delle battaglie contro la criminalità organizzata – spiega Di Maio parlando dell’azienda calabrese – ma anche contro un sistema bancario che la deve pagare perché ha avuto l’arroganza di infischiarsene dei risparmiatori e dello Stato». Di Maio ha aggiunto che la vicenda De Masi «ci ha dimostrato che la mafia è un atteggiamento che a volte troviamo anche nelle banche, visto e considerato che quello che ha passato questa azienda non è dovuto solo alle organizzazioni criminali ma anche ad un’altra tragica spirale in cui è finita, che è quella del credito, quella dell’usura bancaria». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



“LE BANCHE PAGHINO LA LORO ARROGANZA”

«Le banche devono pagare per la loro arroganza». E’ questo in estrema sintesi il discorso rilasciato quest’oggi dal ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio. Il vice-premier era a Gioia Tauro, ospite presso la stabilimento dell’imprenditore Nino De Masi, sotto scorta per aver denunciato il racket della ‘ndrangheta. «Il sistema bancario la deve pagare – le parole del leader dei grillini, riportate dai colleghi dell’agenzia Ansa – perchè ha avuto un atteggiamento arrogante infischiandosene dei risparmiatori e dello Stato ed è stato protetto da ambienti politici sia in questa regione che a livello nazionale».

“SERVE UN CAMBIAMENTO”

Di Maio ha quindi aggiunto e concluso: «Se vogliamo sostenere le imprese dovremo ridurre l’arroganza di certe organizzazioni, quelle illegali e anche di alcune legali». Alla visita presso l’imprenditore De Masi, un atto simbolico con cui lo stato ha voluto far sentire la sua vicinanza, vi era anche il ministro della giustizia Bonafede. Di Maio aveva già incontrato di persona l’imprenditore vittima del racket a inizio mese, e in quell’occasione lo aveva definito un supereroe, così come coloro che combattono la mafia ogni giorno.