Vi abbiamo riportato lo scontro tra l’Ong Open Arms e i governi di Libia e Italia, ritenuti responsabili della morte di un bambino e di una donna nel Mediterraneo. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, così come il Viminale, ha fatto chiarezza sulla vicenda, ma il Partito Democratico è partito all’attacco per bocca del presidente Matteo Orfini: “Una donna e un bambino lasciati morire. Dovresti tenere duro con i responsabili di questa tragedia non con chi li denuncia. #apriteiporti”, il suo commento su Twitter. E continua: “Una barca fatta affondare con ancora a bordo donne e bambini sarebbe l’ennesima tragica dimostrazione dei metodi barbari e inaccettabili utilizzati dalla guardia costiera libica. E di quanto sia fondamentale la presenza delle Ong nel Mediterraneo, impegnate a salvare vite umane innocenti ma anche a tenere i riflettori accesi sugli abusi di chi viola i diritti umani”, riporta Il Fatto Quotidiano. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LA REPLICA DI SALVINI
Nonostante le accuse della Ong spagnola Proactiva Open Arms, che ha accusato il governo italiano e la guardia costiera libica di essere responsabili della morte di una donna e di un bambino recuperati questa mattina nel Mediterraneo, Matteo Salvini non arretra. Il ministro dell’Interno prosegue sulla falsariga della linea dura in tema di immigrazione:”Bugie e insulti di qualche ONG straniera confermano che siamo nel giusto: ridurre partenze e sbarchi significa ridurre i morti, e ridurre il guadagno di chi specula sull’immigrazione clandestina. Io tengo duro. Portichiusi e cuoriaperti”. Come riportato da Il Corriere della Sera, fonti del Viminale bollano come “fake news” la ricostruzione della Ong spagnola secondo cui i naufraghi sarebbero stati abbandonati sul gommone dai libici perché non volevano salire sulla loro pattuglia:”Nelle prossime ore”, fa sapere il Viminale, “verrà resa nota la versione di osservatori terzi che smentiscono la notizia secondo cui i libici non avrebbero fornito assistenza”. (agg. di Dario D’Angelo)
BIMBO E DONNA MORTI IN MARE: ONG ACCUSA LIBIA E ITALIA
Un nuovo scandalo scoppia nel Mar Mediterraneo dopo il soccorso della Guardia Costiera libica al barcone di migranti in difficoltà: secondo una durissima denuncia fatta dalla Ong spagnola Proactiva Open Arms – la stessa accusata da Salvini di non voler ascoltare disposizioni sui porti chiusi alle Ong – la Libia avrebbe lasciato morire una donna e il proprio bambino a bordo di quel gommone alla deriva. «La Guardia Costiera libica ha detto di aver intercettato una barca con 158 persone fornendo assistenza medica e umanitaria. Ma non hanno detto che hanno lasciato due donne e un bambino a bordo e hanno affondato la nave perché non volevano salire sulle motovedette», denuncia il fondatore della Ong, Oscar Camps, che poi aggiunge «sono stati lasciati morire dai libici che sono assoldati dal governo italiano». A bordo della barca spagnola c’era anche il deputato LeU Erasmo Palazzotto che ha immediatamente attaccato il Ministro Salvini: «Questo è quello che fa la guardia costiera libica quando fa un salvataggio umanitario. Open Arms ha salvato l’unica superstite mentre i tuoi amici libici hanno ucciso una donna e un bambino. Almeno oggi abbi la decenza e il rispetto di tacere e aprire i porti». (agg. di Niccolò Magnani) QUI IL VIDEO CHOC DELLA DONNA E BIMBO MORTI IN MARE
GUARDIACOSTE LIBIA FERMA BARCONE CON 158 MIGRANTI
Una barca diretta verso le coste europee, molto probabilmente italiane, è stata intercettata nella giornata di ieri dalla guardia costiera della Libia. A riferire la notizia sono i colleghi dell’agenzia Ansa, che sottolineano come a bordo del barcone vi fossero ben 158 migranti, di cui 34 donne e nove bambini. L’imbarcazione è stata intercettata al largo della città di Khoms, e una volta individuati, le autorità libiche hanno fornito aiuti umanitari e assistenza medica ai migranti, per poi portarli presso il campo profughi più vicino.
COLLABORAZIONE FRA LIBIA E ITALIA
Un intervento frutto della collaborazione fra l’Italia e la Libia in tema di migranti, voluta fortemente dal ministro dell’interno, Matteo Salvini. Una politica sui flussi migratori che è condivisa anche da Manfred Weber, presidente del Ppe all’Europarlamento, che parlando ai microfoni del Corriere della Sera nelle scorse ore, ha affermato: «Penso che sia opportuno, come ha proposto il ministro Salvini, condurre negoziati diretti con la Libia e altri Paesi africani nostri amici per convincerli a fermare il modello di business dei trafficanti di esseri umani, com’è stato fatto in Turchia». Per Weber serve in particolare un sistema per distinguere in maniera agevole i profughi dai migranti illegali o violenti, rispedendo poi questi ultimi nei loro paesi d’origine.