Roberto Saviano ha a lungo scherzato sulle querele minacciate da Matteo Salvini e mai concretamente ricevute. Presto però potrebbe ricredersi. Come riportato da La Stampa, oggi il ministro dell’Interno presenterà alla questura di Roma una querela nei confronti dello scrittore in merito al suo intervento sul web. Il quotidiano cita a tal proposito fonti del Viminale. Sotto accusa la frase: «Ministro della Mala Vita, quanto piacere le dà veder morire bimbi innocenti in mare? Ministro della Mala Vita, l’odio che ha seminato la travolgerà», pubblicata ieri dallo scrittore su Twitter. Sui social il dibattito è sempre vivo: «Le querele non arrivano dopo due giorni, lei da sagace giornalista nonché scrittore di cose inedite lo dovrebbe sapere. Non si preoccupi che se Salvini ha detto che le ha fatte, le arriveranno» replica un utente al post di Saviano. C’è anche chi lo invita a scendere in campo in politica per mettersi alla prova. (agg. di Silvana Palazzo)



SAVIANO A SALVINI E TONINELLI “ODIO VI TRAVOLGERÀ”

«Salvini, Toninelli, l’odio che avete seminato vi travolgerà»: traboccano di rivalsa e di quello stesso odio “seminato” le parole di Roberto Saviano di queste ultime ore. Con un ultima story su Instagram, lo scrittore di Gomorra pubblica una foto in cui commenta il post del Ministro degli Interni che ieri sera replicava con una “carezza e querela” agli attacchi savianeschi: «quinta querela annunciata, ma per ora nessuna arrivata. Solo chiacchiere», scrive l’autore con la scorta, riprendendo in parte quanto scritto poco prima sempre su Instagram con un post pubblico. «Si metta l’anima in pace signor Ministro della Mala Vita», continua Saviano nella breve story sui social, «fino quando avrò energia in corpo, fiato in gola e lettere sotto le mie dita, non smetterò mai di contrastare le sue politiche criminali». Nel frattempo, Salvini “agita” di nuovo le acque con un tweet che replica alla Ong spagnola da cui è nato tutto il caso, ovvero la Open Arms: «Nonostante la nostra disponibilità di porti siciliani, la nave Ong va in Spagna, con donna ferita e due morti… Non sarà che hanno qualcosa da nascondere???». Si attende la replica di Saviano, ormai è divenuto lui il vero “capo” dell’opposizione.. O almeno così crede di essere..



I “MODI MAFIOSI”

Quando si dà, in ordine sparso, ad una persona anche qualunque del “mafioso; criminale; razzista; fascista; Ministro della Malavita; eccitatore di bimbi morti in mare”, come minimo una querela – se non ci si trova in toni scherzosi – arriva sicuro. Qui però il caso è ancora più grande e dura ormai da settimane: uno scrittore, Saviano, che prende di mira un Ministro, Salvini, per i toni e le azioni compiute dal vicepremier sul fronte immigrazione. Ma la “querelle” è divenuta un qualcosa di molto più serio con l’asticella di Saviano che si alza ogni post un tono più in su fino a dichiarazioni oggettivamente fuori dal contesto della decenza pubblica e legale. Saranno i giudici a decidere se e come intervenire – sempre che le querele di Salvini parevano, visto che secondo lo scrittore napoletano ancora nessun atto gli è stato consegnato ufficialmente – ma il peso pubblico di una battaglia divenuta culturale prima ancora che politica si avverte ogni polemica sempre di più. Il problema più grande, poi, rimane lo stesso “tono” usato da Saviano: se infatti si vuole accusare qualcuno di avere toni “minacciosi, mafiosi e melliflui”, farlo esercitando la pressoché simile “risultanza” non è forse il modo migliore per evidenziare le eventuali colpe e mancanze del Ministro Salvini.. 



SAVIANO CONTROREPLICA: “SEI UN CRIMINALE”

Roberto Saviano vs Matteo Salvini, nuovo botta e risposta. La replica del ministro dell’Interno alle dure affermazioni dello scrittore non è passata inosservata all’autore di Gomorra, che pochi minuti fa ha risposto per le rime: “Delle tante querele annunciate (con questa sarebbero quante: quattro? Cinque? S’è perso il conto) ad oggi non ne è arrivata nessuna… come sempre, solo chiacchiere. Come del resto tutto il suo teatro, teatro dell’orrore. Nulla di ciò che ha promesso è possibile realizzare, tanto meno il blocco delle partenze dalla Libia”. E pone una serie di interrogativi: “Qual è il suo motto? Colpirne uno per educarne cento? Ma lo sa che le partenze nemmeno la prospettiva di morire le ferma? Se l’è fatta qualche domanda su come sia possibile? Forse perché i centri di detenzione sono lager che invece lei descrive come luoghi dignitosi per lavare la coscienza ai suoi elettori? E poi mi dica, cos’è questa “carezza”? Perché usa questo eloquio mellifluo, a voler pensar male direi quasi mafioso? Cos’è, signor Ministro della Mala Vita, l’equivalente di un “bacio in bocca”? Era forse per questo che avrebbe voluto mi fosse tolta la scorta? A leggere i commenti dei suoi sostenitori è evidente che avrebbero piacere a sapermi muto per sempre, ma immagino che lei non se ne sia accorto”. Infine, Roberto Saviano promette battaglia: “Si metta l’anima in pace, signor Ministro della Mala Vita, fin quando avrò energia in corpo, fiato in gola e lettere sotto le mie dita, non smetterò mai di contrastare le sue dichiarazioni vili e bugiarde, le sue politiche criminali che si mantengono su un continuo, perenne e spossante incitamento all’odio. Le posso assicurare, Ministro della Mala Vita, che siamo tanti, e non le consentiremo di smantellare lo Stato di Diritto: dovrà passare sui nostri corpi”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

LA RISPOSTA DI SALVINI

E non c’è due senza tre: alla nuova invettiva di Saviano – come potete leggere qui sotto – arriva la terza risposta, anzi dovremmo dire querela, contro lo scrittore da parte del Ministro Salvini. Con un tweet molto meno al veleno del post “infuocato” di Saviano, il vicepremier della Lega annuncia provvedimenti per tutelare la propria persona e ruolo istituzionale. «Il “signor” Saviano mi dedica queste frasi: “Ministro della Mala Vita, quanto piacere le dà veder morire bimbi innocenti in mare? Ministro della Mala Vita, l’odio che ha seminato la travolgerà”». «Cosa rispondergli?», si chiede in conclusione il leader del Carroccio, con la risposta che arriva immancabile e certa, «Merita al massimo una carezza e una querela». Con tanto di “semi-citazione” di Celentano si chiude, forse, la terza e ben poco decorosa discussione riguardo delle persone morte in mare: provocatorio è anche il commento che Giuliano Ferrara lancia contro entrambi i protagonisti, questa volta con maggiori accuse allo scrittore partenopeo, «L’attribuzione di responsabilità personali nelle morti per acqua è un modo indecente, melodrammatico, narcisista e controproducente di combattere quel fesso fascistello e le sue orride scelte politiche». In un secondo e ben più accentuato Tweet, il fondatore del Foglio rilancia ancora su Saviano «Per farsi bello, il più stupido e banale tribuno di sé stesso accusa Salvini di assassinio e di eccitazione di fronte agli annegati, come se non fossero morti quasi quarantamila naufraghi sotto i governi precedenti».

IL NUOVO ATTACCO AL “MINISTRO DELLA MALAVITA”

4 luglio-12 luglio-17 luglio: sono solo le ultime tre date degli attacchi social di Roberto Saviano al Ministro degli Interni Matteo Salvini che in ben due degli ultimi due casi ha poi risposto con una querela contro lo scrittore di Gomorra. Quello però avvenuto oggi, con il consueto epiteto usato di “Ministro della Mala Vita” stupisce ancora di più perché sembra superare definitivamente i limiti della “decenza” e “rispetto” della libertà di parola, pronunciando accuse durissime e gravissime contro il leader della Lega. Non solo, rischia di riaccendere il mai risolto legame tra responsabilità personale e le tante, terribili, morti in acqua nel lungo e triste fenomeno dell’immigrazione di massa. Il casus belli, questa volta, è offerto dalla denuncia della Ong spagnola Open Arms contro la Guardia Costiera libica: “assassini arruolati dall’Italia” vengono definiti i libici che avrebbero lasciato morire una donna e un bimbo migranti sul barcone affondato al largo di Tripoli. Nel video postato online si osserva il dramma delle due morti per annegamento che hanno immediatamente fatto scattare la replica e difesa del Ministro Salvini: «Bugie e insulti di qualche ONG straniera confermano che siamo nel giusto: ridurre partenze e sbarchi significa ridurre i morti, e ridurre il guadagno di chi specula sull’immigrazione clandestina. Io tengo duro. Porti chiusi e cuori aperti».

IL POST CHOC DI ROBERTO SAVIANO

Pochi minuti dopo, attacca il “Roberto Saviano show” con un lungo post su Instagram che riportiamo interamente qui sotto: alcuni hanno osservato, anche sui social, come sempre più spesso lo scrittore partenopeo venga preso da momentanee “crisi maradonesche” in cui prende ad attaccare tutto e tutti con toni spesso duri e provocatori (proprio come Maradona), almeno “pari” a quelli che prova a contrastare con gli attacchi social (ovvero proprio Salvini e la Lega). Il caso dell’Open Arms, del resto è gravissimo, ma le parole di Saviano questa volta sembrano aver superato il “consueto” astio e critica al Ministro degli Interni: «assassini! Ministro della Mala Vita, sui morti in mare parla di “bugie e insulti”, ma con quale coraggio? Confessi piuttosto: quanto piacere le dà la morte inflitta dalla guardia costiera libica, sua (mi fa ribrezzo dire “nostra”) alleata strategica? Lei che sottolinea continuamente di essere padre, “da papà” quanta eccitazione prova a vedere morire bimbi innocenti in mare?». Saviano scrive che «l’odio che ha seminato la travolgerà»: attacca Salvini ma anche il M5s, «e tra di loro l’impresentabile Toninelli, sodale del Ministro degli Interni in questa tetra esaltazione della morte degli ultimi della Terra. E noi tutti, che oggi ci vergogniamo di vivere questi tempi per la nostra impotenza, abbiamo il dovere di ricordare i nomi di coloro i quali hanno legittimato questi assassini». È un attacco durissimo anche con chi “non condanna” come lui Salvini e la politica sull’immigrazione, che definisce a quel punto “complice”, esattamente come recitava la copertina contestatissima del Rolling Stone qualche settimana fa. «Dobbiamo ricordare anche il nome di chi ha semplicemente preferito ignorare e odiare: non basta non essere nessuno o nascondersi dietro un nickname. La Storia ti insegue. La Storia non dimentica».