Ventimila euro di risarcimento: questa la richiesta inoltrata da Matteo Salvini ad un giovane anarchico milanese, Valerio Ferrandi, che nell’aprile del 2016 aveva commentato un post su Facebook del leader della Lega con parole offensive, invitandolo a “spararsi in bocca”. Ma qual era il contenuto del messaggio pubblicato dall’attuale ministro dell’Interno che aveva fatto scaturire la reazione dell’anarchico? Eccolo:”Renzi, Boldrini e Matterella in piazza per il 25 aprile, ipocriti. Sfruttando il sacrificio di chi diede la vita per cacciare dall’Italia l’occupante straniero nel nome della Libertà, oggi sono complici e finanziatori di una nuova e violenta occupazione straniera, servi di una Unione Europea che ci sta rubando lavoro, diritti, sicurezza e speranza del futuro”. Un attacco alle istituzioni del Paese, a due anni da allora fa un certo effetto che proprio dalle mani di Mattarella il leghista ha ricevuto il mandato da ministro dell’Interno…(agg. di Dario D’Angelo)



SCRISSE SU FACEBOOK “SALVINI SPARATI IN BOCCA”: MINISTRO CHIEDE 20MILA EURO

Si è tenuta quest’oggi la prima udienza a carico del giovane anarchico che il 25 aprile del 2016, commentò un post che l’attuale ministro dell’interno, Matteo Salvini, aveva scritto su Facebook. Le parole che Valerio Ferrandi, così si chiama il giovane antagonista milanese, come sottolinea l’agenzia Ansa, erano le seguenti: «Salvini, in nome della bellezza e dell’intelligenza. Fai un gesto nobile. Sparati in bocca. Ps: prima o poi verrai appeso a un lampione, ne sei consapevole?». Il commento era stato riportato con un profilo fake, ma la polizia postale era riuscita a risalire al vero autore, a cui il leader del carroccio aveva poi fatto causa.



IL 30 GENNAIO SARA’ ASCOLTATO SALVINI

La prima udienza si è tenuta nelle scorse ore davanti al giudice Giuseppe Vanore, e il prossimo 30 gennaio verrà invece ascoltato il vice-premier. Ferrandi, figlio di Mario, ex di Prima Linea, organizzazione armata di estrema sinistra degli anni ’70 e ’80, ha detto fuori dall’aula: «In una giornata sacra come il 25 aprile, il signor Salvini dovrebbe evitare le consuete provocazioni. La mia non era una minaccia ma un invito a studiare la storia per evitare che si ripeta». Salvini si è costituito parte civile e ha chiesto all’imputato 20mila euro di danni.

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