È a dir poco controversa la situazione della nave Open Arms che sta facendo rotta verso la Spagna dopo aver recuperato una donna ancora in vita e i cadaveri di un’altra donna e un bambino al largo della Libia. L’imbarcazione non si fida dell’Italia: la conferma arriva da Erasmo Palazzotto di Liberi e Uguali, a bordo della nave Astral di Open Arms. «Dopo le le dichiarazioni del Ministro dell’Interno italiano, l’Italia oggi non è considerata un porto sicuro – scrive in un post su Facebook -. Non lo è per le Ong che rischiano di essere processate per aver salvato vite umane così come non lo è per chi viene salvato e rischia ancora una deportazione nei campi di concentramento libici». Tutto questo mentre un’altra nave è bloccata al largo della Tunisia con 40 migranti a bordo. Come riportato dal Fatto Quotidiano, le razioni di cibo e acqua stanno finendo, ma nessun Paese tra Tunisia, Italia e Malta hanno dato il permesso di sbarcare le persone, tra cui ci sono anche dei feriti e una donna incinta. (agg. di Silvana Palazzo)



LA REAZIONE DI GASOL

Le immagini e il salvataggio dei migranti sarebbero tutta una montatura? Ad instillare il dubbio nelle passate ore è stato il vicepremier Matteo Salvini scatenando immediatamente forti reazioni, prime fra tutte quelle di Riccardo Gatti della Ong spagnola. L’attenzione però ora sembra essersi concentrata tutta sulla stella dell’Nba a bordo della nave, Marc Gasol. Una volta finita l’Nba, infatti, il campione spagnolo ha deciso di salire sulla Open Arms per salvare vite nel mediterraneo, tra cui Josephine, superstite dell’ultimo naufragio in acque libiche. “È incredibile che così tante persone vulnerabili vengano abbandonate alle loro morti in mare”, ha scritto su Twitter il 33enne a commento della foto che lo ritrae sulla nave con caschetto rosso in testa mentre solleva la barella con su Josephine dal gommone dell’Open Arms. Già lo scorso anno aveva paventato il desiderio di poter contribuire con la sua presenza ad aiutare i migranti in difficoltà, ma allora c’erano gli Europei. “I rischi che corre un professionista Nba in queste operazione di salvataggio per me passano in secondo piano”, ha raccontato a El Pais come spiega Lettera 43. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



A BORDO CAMPIONE NBA MARC GASOL

Arriva la risposta dura e che getta altri dubbi sulla vicenda della Open Arms da parte di Matteo Salvini: il Ministro con un breve tweet prosegue sulla linea della “fake news” in riferimento alla denuncia fatta dalla Ong spagnola contro Libia e Italia per aver lasciato morire innocenti in acqua senza intervenire. «Nonostante la nostro disponibilità di porti italiani, la nave Ong va in Spagna con donna ferita e due morti..non sarà che hanno qualcosa da nascondere?». Parole durissime che siamo certi scateneranno ancora più polemiche su una vicenda già complicata di per sé: secondo Salvini infatti le immagini e il salvataggio sarebbero una montatura della Ong per poter accusare la linea del Governo Conte sull’immigrazione oltre a screditare anche i Governi di Libia e Malta per i mancati soccorsi. A bordo però c’era anche un campione dell’Nba, personaggio conosciutissimo specie a livello internazionale e che – seguendo il ragionamento di Salvini – dovrebbe aver mentito al mondo intero su quanto fatto ieri, salvando quei migranti ancora in mare. Intanto grazie ad Annalisa Camilli, collega di Internazionale, sono state diffuse le prime parole della profuga camerunese Josephine dopo il salvataggio choc di fianco ad un’altra donna e un bimbo morti da ore: «Sono del Camerun, sono scappata dal mio paese perché mio marito mi picchiava. Mi picchiava perché non potevo avere figli». 



OPEN ARMS VERSO LA SPAGNA

Dopo il clamore del caso migranti sollevato nelle scorse ore dalla Ong spagnola Open Arms – che con la nave Proactiva ha tratto in salvo una donna e recuperato in mare il cadavere di un’altra donna con un piccolo bambino – l’imbarcazione è ora diretta verso la Spagna, stante la chiusura dei porti italiani. Con un nuovo comunicato, il giorno dopo le fortissime polemiche scatenate con quel video del bimbo e della donna annegati in mare e le accuse conseguenti alla Libia e all’Italia di essere degli assassini, la Ong spagnola spiega che «Approdare in un porto italiano, come ad esempio Catania, presenta molti fattori critici: il primo sono le parole del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha definito bugie e insulti la nostra ricostruzione». Secondo la Open Arms è del tutto incomprensibile il fatto che vi sia stata disponibilità da parte italiana di accogliere la donna ferita – Josephine, divenuta celebre per quelle foto con gli occhi sgranati durante il soccorso della Ong – «ma non sia stata accompagnata dalla stessa disponibilità per i due cadaveri ritrovati». Secondo Riccardo Gatti, direttore delle operazioni di bordo della Proactiva Open Arms – oggi intervistato da InBlu Radio (network radio cattoliche) – «temiamo che tutte queste dichiarazioni del governo italiano vadano tutte nella stessa direzione: la criminalizzazione delle ong. Purtroppo la spregiudicatezza di queste accuse non può farci stare tranquilli». Secondo la Ong, a Lampedusa e Catania potevano essere già arrivati ma invece verso la Spagna ci vorranno 3 giorni: «Abbiamo richiesto il porto spagnolo più vicino che probabilmente sarà Palma di Maiorca. Ieri quando abbiamo chiesto il trasferimento delle persone a bordo ci è stato comunicato da Malta e Italia che in primo luogo avrebbero proceduto a sbarcare Josephine e non i cadaveri. Noi abbiamo evidentemente rifiutato perchè non sappiamo ancora se sono tra loro parenti», conclude Gatti.

SULLA NAVE COME VOLONTARIO IL CAMPIONE NBA MARC GASOL

Mentre fervono ancora le polemiche sul fronte migranti tra i Governi Italiano e quelli Europei, un caso bizzarro e da sottolineare è avvenuto a bordo della nave che ieri ha tratto in salvo i migranti alla deriva nelle acque della Libia e denunciato l’inefficienza malevola della Guardia Costiera di Tripoli. Tra i tanti volontari che appartengono all’equipaggio ve n’era uno molto particolare, conosciuto al grande pubblico americano per essere uno dei campioni dell’Nba. Si tratta di Marc Gasol, fratello di Pau, colonna della nazionale spagnola di basket e uomo franchigia dei Memphis Grizzlies; ha deciso come volontario di imbarcarsi sulla Proactiva e si può scorgere nelle immagini choc durante i salvataggi in mare. Ha scelto di spendere la sua pausa estiva dal massacrante anno da professionista Nba per soccorre persone nel Mediterraneo, lui catalano come la Ong che lo trasportava: così scriveva ieri sera dopo la giornata forse peggiore della sua vita, per quanto ha dovuto vedere con i propri occhi, «Frustrazione, rabbia, impotenza. È incredibile come così tante persone vulnerabili vengano abbandonate alle loro morti in mare. Profonda ammirazione per quelli che stavolta chiamo i miei compagni di squadra».