Al largo della costa tunisina, ormai da giorni si trova bloccato un cargo con a bordo 40 migranti. Tunisia, Italia e Malta hanno già espresso i loro intenti rifiutando di aprire i rispettivi porti. Un membro dell’equipaggio della nave Sarost 5 ha già lanciato l’allarme spiegando il contesto molto precario in cui si troverebbero le persone a bordo, tra cui alcuni feriti e due donne incinte: “Abbiamo un uomo ferito e due donne incinte a bordo, una di sei mesi e una di poche settimane”, ha dichiarato un membro dell’equipaggio. Le scorte di cibo dovrebbero terminare tra due giorni al massimo così come la dispensa di acqua. I migranti giungono quasi tutti da Egitto, Mali, Nigeria e Bangladesh. Attualmente, come spiega Affaritaliani.it, la Sarost 5 si trova ormeggiata al largo della costa tunisina in attesa di una destinazione. Secondo quanto riferito dal Forum tunisino per i diritti economici e sociali (FTDES), un’associazione tunisina che si occupa di offrire aiuto ai migranti, “la Tunisia si rifiuta di accogliere questi migranti perché non vuole diventare un riferimento di porto sicuro per gli Stati europei”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
SCARSEGGIANO CIBO E ACQUA
La nave Sarost 5 è un modello Offshore Tug/Supply Ship costruita nel 2010 e che batte bandiera tunisina. Su di essa sono stati presi a bordi i 40 profughi di vari paesi anche del Bangladesh (Egitto, Mali, Nigeria e Bangladesh) che si trovavano su un barcone partito dalla Libia. Al momento è ferma al largo delle coste tunisine, il portale europeo sulle rotte dei profughi denuncia InfoMigrants che “né la Tunisia, né l’Italia, né Malta hanno acconsentito ad aprire i propri porti ai superstiti”. Il forum tunisino per i diritti economici e sociali invece dichiara che i migranti si trovano in condizioni precarie ormai da sette giorni, dopo aver resistito per 5 giorni su un barcone di legno senza mangiare né bere. Ma i viveri scarseggiano ormai anche sulla Sarost 5 che ha anche un motore in avaria. Tra i migranti ci sarebbero due donne incinte, una di sei mesi e una di poche settimane e un ferito che necessita di cure mediche. “Finché non si troverà una soluzione, siamo condannati a stare in mare con loro”, ha denunciato a InfoMigrants Karim, membro dell’equipaggio del natante tunisino. “Le nostre scorte di cibo saranno presto esaurite. Ne abbiamo solo per altri due giorni, e abbiamo a bordo 6 bottiglie d’acqua” (Agg. Paolo Vites)
L’INTERVENTO DI MATTEO ORFINI
Il Presidente del Partito Democratico, Matteo Orfini, ha lanciato poco fa un appello al Governo italiano e non solo in modo che possano aprire i porti all’emergenza della nave Sarost 5 al largo della Tunisia e con scorte di cibo in esaurimento. «Un’altra nave, la Sarost5, vaga da giorni per il mare dopo aver salvato 40 migranti. I viveri stanno finendo, a bordo ci sono anche un ferito e una donna incinta. Ma Malta, Tunisia e Italia non consentono l’approdo. La barbarie continua. #apriteiporti”». Intanto emergono alcuni dettagli circa il naufragio del primo barcone, soccorso dalla nave cargo tunisina: l’imbarcazione è partita dalla Libia ma ha rotto quasi subito il motore, andando alla deriva verso la piattaforma di estrazione del gas. A quel punto però la Tunisia non ha accettato di prendere i migranti sulla propria costa per evitare di essere a quel punto riconosciuta come un porto sicuro dall’Europa dove sbarcare i migranti. In questo trionfo di “rimandi” e “scaricabarili”, restano ancora 40 persone che nel giro di due giorni non avranno di che mangiare né bere e si rischia l’ennesima tragedia. (agg. di Niccolò Magnani)
IL VIDEO DEL SALVATAGGIO DEI PROFUGHI
«Siamo bloccati in mare aperto al largo della Tunisia, siamo esausti». E’ questo il disperato appello lanciato dalla Sarost 5, una nave battente bandiera tunisina che ha preso a bordo nelle scorse ore 40 migranti che andavano alla deriva su un barcone partito dalla Libia. Li hanno incrociati sul loro percorso ed hanno così deciso di accoglierli a bordo. Peccato però che nessuna delle nazioni fino ad ora contattate, leggasi Malta, Italia e Tunisia, abbia accettato lo sbarco degli stessi, ed ora la situazione a bordo della Sarost 5 inizia a farsi preoccupante. Il problema è di natura legale, visto che l’imbarcazione in questione non è autorizzata al soccorso di profughi, e di conseguenza non sarebbe dovuta intervenire, segnalando la questione alla guardia costiera tunisina o libica. A bordo vi sono migranti originari di Egitto, Mali, Nigeria e Bangladesh. Più in basso potete trovare il video dei soccorsi. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
VIVERI IN ESAURIMENTO
E’ da cinque giorni che la nave Sarost 5, cargo di rifornimento della società di gas Miskar che gestisce una piattaforma di gas al largo della Tunisia vaga per il Meditrraneo. A bordo 40 immigrati caricati dalla nave e messi in salvo, due richieste di sbarcarli in Tunisia sono state respinte. I migranti si trovavano su un barcone che come succede quasi sempre in questi casi, è andato in avaria e per cinque giorni la barca ha vagato, senza cibo e senza acqua. A bordo ci sono un uomo ferito e una donna incinta di sei mesi, le razioni di cibo si stanno esaurendo, le scorte dureranno ancora due giorni. Se qualcuno non interverrà al più presto sarà una ennesima tragedia, che metterà a rischio anche il personale che ha salvato i migranti (Agg. Paolo Vites)
LA TUNISIA RIFIUTA LO SBARCO DEI MIGRANTI
C’è una nuova nave nel mar Mediterraneo, in attesa di un porto in cui attraccare. Come sottolineato dal portale InfoMigrants, la Sarost 5 ha a bordo 40 migranti, e da diverse ore sta vagando in cerca di una meta. Il barcone vorrebbe sbarcare in Italia o a Malta, ma entrambe le nazioni hanno risposto in maniera negativa, e di conseguenza non si conosce ancora il suo destino. L’imbarcazione, come spiegano i colleghi de Il Giornale, è una nave cargo rifornimenti della Misak, società che opera al largo della Tunisia con una piattaforma di estrazione di gas. «Abbiamo un uomo ferito e una donna incinta di sei mesi a bordo – fanno sapere dalla Saros 5 – le razioni di cibo presto si esauriranno, abbiamo scorte per due giorni e 30 fardelli d’acqua da sei bottiglie».
NAVE AL LARGO DELLA LIBIA
La nave si trova attualmente al largo della Libia, e non essendo attrezzata per il salvataggio, starebbe condividendo i pasti dell’equipaggio con i profughi presi a bordo. Una volta effettuato il soccorso, la Sarost 5 ha subito contattato la Tunisia, ma quest’ultima si è rifiutata di accogliere il carico di profughi, negando quindi l’attracco al porto di Sfax. A quel punto il comandante ha fatto rotta verso il porto di Zarsis, ma Tunisi ha rimandato al mittente la richiesta di sbarco. La Tunisia sta evitando di accogliere i migranti per evitare che venga riconosciuta ufficialmente dall’Europa come porto sicuro.