Gli effetti del disastroso e scioccante risultato del referendum sull’aborto continuano a farsi sentire in Irlanda soprattutto nella Chiesa dove grande è la confusione. L’episodio, riportato dal sito lifenews.com, la dice lunga. Padre James Larkin, sacerdote dell’arcidiocesi di Dublino, sarebbe stato trasferito in una lontana cittadina perché accusato di aver detto varie volte durante le omelie e in incontri privati, che chi fra i suoi parrocchiani avesse votato a favore dell’abolizione dell’ottavo emendamento, quello che difendeva la vita dei bambini non nati dall’aborto, avrebbe dovuto andare a confessarsi perché avrebbe commesso un grave peccato: “Votare a favore della legalizzazione dell’uccisione dei bambini è un peccato grave e il pentimento e la confessione sono necessari per chiunque abbia votato sì al referendum” sarebbero state le sue parole.



“CATTOLICI PRO ABORTO SI CONFESSINO”: RIMOSSO PRETE

Secondo i suoi parrocchiani, queste parole sarebbero la causa della sua rimozione avvenuta in gran velocità. Il sacerdote infatti ha dovuto lasciare la parrocchia senza una Messa di saluto né potuto incontrare i suoi parrocchiani. La notizia è stata riportata da vari siti cattolici, c’è chi ha detto che padre Larkin sarebbe un sacerdote “tradizionalista che non segue i dettami del Concilio Vaticano II”. Eppure anche un vescovo irlandese, monsignor Kevin Doran, ha detto le stesse cose del prete in questione, invitando chiunque avesse votato sì al referendum a far atto di pentimento e di confessarsi: “Quello che direi a un cattolico che ha votato sì è questo: se hai votato sì sapendo e intendendo che l’aborto sarebbe stato il risultato, allora dovresti considerare di confessarti, dove riceverai la stessa compassione che viene mostrata a qualsiasi altra penitente” ha detto il vescovo.

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