Vittorio Sgarbi si scaglia ancora una volta contro lo scrittore e giornalista Roberto Saviano. Per farlo il critico d’arte ha scelto come mezzo il suo profilo Facebook dove nella mattinata ha scritto un lungo post allegando proprio una foto del destinatario delle nuove accuse. Già dall’esordio del suo stato social Sgarbi attacca duramente lo scrittore napoletano definendolo un “santone” capace di diffondere quotidianamente “i suoi proclami solidaristici” ma “a parole”. Il critico non ha risparmiato Saviano neppure alla luce delle sue prese di posizione contro il governo lega-stellato e nello specifico contro la linea dura assunta dal vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini sulla delicata e controversa questione migranti. Parlando dunque del giornalista Sgarbi ha colto l’occasione per denunciare la sua “violenza verbale che ne rivela l’indole bullesca” proprio quando rivolgendosi a Salvini dice: “Confessi : quanto piacere le dà la morte inflitta dalla guardia costiera libica?”.
VITTORIO SGARBI VS ROBERTO SAVIANO: NUOVE CRITICHE
Le critiche di Vittorio Sgarbi a Roberto Saviano si spostano poi sulle ultime azioni del giornalista e scrittore il quale, attraverso la sua pagina Facebook ha pubblicizzato – e qui il critico si domanda se lo abbia fatto o meno a pagamento – un documentario di Netflix su se stesso dal titolo “Saviano, uno scrittore sotto scorta”. “Con un sommario che aggiunge: «Il conduttore Tv Pif racconta Roberto Saviano, che vive sotto scorta dalla pubblicazione di “Gomorra”, il suo bestseller sulla criminalità organizzata di Napoli»”, contesta ancora Sgarbi nel suo stato Facebook contro lo scrittore. Quindi, nel mettere a punto la stoccata finale, Sgarbi lo ha definito “Il solo che vive della «strategia della paura» […] Con un chiaro obiettivo: alimentare il culto di se stesso”. Dopo la sfuriata del critico via social, Roberto Saviano non ha voluto replicare ma si è limitato, tramite la sua pagina Facebook alla giornata del ricordo in riferimento all’anniversario della morte del giudice Paolo Borsellino e della sua scorta.