Di Maio, con il suo post sul Blog delle Stelle, ha espresso la sua convinzione che possa nascere una Netflix italiana. Specificando, tuttavia, che tutto dipende “dagli investimenti che facciamo oggi”. Non è che non esistano, al momento, delle piattaforme accessibili da diversi dispositivi (smart tv, pc, tablet e smartphone) che trasmettono contenuti come film e serie tv diverse da Netflix e con passaporto italiano. Basta citare Chili e Infinity. Tuttavia esse non hanno il medesimo successo di Netflix probabilmente perché non sono Netflix, cioè non offrono gli stessi contenuti. Dunque il ministro (in questo caso dello Sviluppo economico) ha ragione a voler stimolare gli investimenti per “le giovani imprese che si occupano della creazione di nuovi format e di contenuti multimediali”, piuttosto che per quelle “che inventano da zero nuove tecnologie”. Tuttavia occorre anche che prima ci siano le giuste infrastrutture per poter usufruire di queste tecnologie, completando, per esempio, la realizzazione della banda larga in tutto il Paese. (agg. di Lorenzo Torrisi)



CASALEGGIO: “COMINCIAMO A COSTRUIRE IL FUTURO”

Luigi Di Maio invita Rai e Mediaset a rinnovarsi e pensa ad una specie di Netflix italiana. L’ipotesi potrebbe trasformarsi presto in una proposta visto che il capo politico del MoVimento 5 Stelle è ministro dello Sviluppo economico con delega alle Telecomunicazioni. Ad avvalorare questa idea è lo stratega del M5s, Davide Casaleggio, uno che difficilmente entra apertamente e pubblicamente nel merito di una questione. Su Facebook è arrivato il suo commento al post pubblicato da Di Maio sul Blog delle Stelle. Nel suo lungo intervento Di Maio aveva inserito una serie di dati che indicano la necessità di investimenti: «Venerdì Morgan Stanley ha pubblicato un report sul futuro della televisione con dati inequivocabili: in Italia al momento Netflix ha una penetrazione stimata attorno al 6%, ma cresce a un ritmo del 3% l’anno e quindi raggiungerà il 20% in 5 anni. Quello sarà il punto di non ritorno che in America ha coinciso con il declino del consumo della tv tradizionale. Prevedono quindi che nei prossimi 5 anni gli operatori tradizionali italiani ed europei avranno un calo degli utili del 40%. Come conseguenza di questa analisi Morgan Stanley ha declassato il suo giudizio su alcune aziende, come Mediaset che è passata da 3,8 a 2 con un tonfo in borsa di quasi il 5% con un’azione che ora vale 2,7 euro. È andata ancora peggio ai tedeschi: ProsiebenSat perde il 7,53% e Rtl il 7,26%». (agg. di Silvana Palazzo)



DI MAIO CONTRO RAI E MEDIASET: VUOLE “NETFLIX ITALIANA”

Come Ministro del Lavoro con delega alle Telecomunicazioni, il Vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio sta dimostrando di voler mettere molta carne al fuoco. Il capo politico del Movimento 5 Stelle, in un post sul Blog delle Stelle, portale ufficiale del Movimento, ha avanzato l’idea di creare una piattaforma stile Netflix che possa rinnovare la tv generalista, Rai e Mediaset in testa. Nel post, intitolato “Le tv tradizionali hanno i giorni contati, ma la prossima Netflix può essere italiana,” Di Maio spiega: “Se la prossima Netflix sarà italiana dipende dagli investimenti che facciamo oggi. Penso a dare un’opportunità alle giovani imprese che si occupano della creazione di nuovi format e di contenuti multimediali, a quelle che realizzano applicazioni in questo settore, a quelle che inventano da zero nuove tecnologie. In definitiva a stimolare creatività e competenze tecnologiche in questi ambiti.” Ed è un ragionamento che per Di Maio coinvolge non solo la Tv di Stato, ma anche Mediaset come polo generalista in chiaro di cruciale importanza per l’Italia.



IL COMMENTO DI DAVIDE CASALEGGIO

Un’iniziativa che sembra lanciata in concertazione con i vertici del Movimento 5 Stelle, visto che non si è fatto attendere da parte di Davide Casaleggio un commento sulla questione dal suo profilo Facebook ufficiale: “Se aspettiamo di vedere il futuro arrivare, arriverà dall’estero. Dobbiamo iniziare a costruirlo noi. Il caso dell’industria dei media italiana é emblematico. Ha aspettato arrivasse Netflix per preoccuparsi di innovare il proprio modello di business. Dobbiamo pensare all’innovazione non quando é ormai inevitabile, ma quando é possibile. Ora lo é.” Nel post di Di Maio vengono poi analizzati con grande attenzione i numeri di Netflix: l’idea che anche la televisione generalista in Italia possa essere principalmente on demand e spostata sul comparto internet sembra ancora avveniristica, ma gli interventi del Governo, viste le premesse annunciate, in questo senso potrebbero essere molto concreti.