Leonardo Mirti, l’investitore di Posillipo, è stato condannato a otto anni e otto mesi per il duplice omicidio di Alessandro Riccio e Emanuele Scarallo, i due presunti autori della rapina mentre era in un momento di intimità con la compagna nella sua Smart. La pena è stata livellata perché è stata riconosciuta l’attenuante della provocazione, la rapina appunto. Il caso risale a cinque anni fa e alla memoria tornano le immagini di un drammatico inseguimento ripreso da una telecamera di una salumeria lungo via Posillipo. I due presunti rapinatori vengono speronati dalla Smart che fa saltare come birilli i due ragazzi dal loro scooter. I corpi dei due presunti malviventi rovinano senza vita sui sampietrini. Era la notte tra il 9 e il 10 agosto del 2013. Cinque anni dopo una sentenza chiude il caso, sulla scorta delle indicazioni che due anni fa vennero dettate dalla Corte di Cassazione, ma in caso di appello delle parti potrebbe riaprirsi. «Usò l’auto come un’arma per uccidere» scrisse il giudice dopo la prima condanna che è stata appunto livellata. (agg. di Silvana Palazzo)



NAPOLI, 8 ANNI E 8 MESI A LEONARDO MIRTI

Napoli, investì e uccise due rapinatori: condannato a 8 anni e 8 mesi. Si è conclusa dopo cinque anni il processo a Leonardo Mirti, che nella notte tra il 9 e il 10 giugno 2013 investì ed uccise due presunti rapinatori di Posillipo, zona di Virgiliano. L’uomo era in macchina insieme alla sua compagna e durante un momento di intimità subì una rapina da due persone, Alessandro Riccio e Emanuele Scarallo rispettivamente di 17 e 18 anni. Secondo quanto sottolineato dai colleghi di Cronache della Campania, dopo essere stato derubato, Mirti lanciò la sua Smart contro i due malviventi, morti sul colpo. Dopo cinque anni è giunta la sentenza: condanna di 8 anni e 8 mesi per duplice omicidio volontario, con i giudici che hanno riconosciuto l’attenuante della provocazione. Non è da escludere un altro step ancora, con il ricorso in appello.



INVESTÌ DUE RAGAZZI DOPO PRESUNTA RAPINA

Il processo è ruotato attorno all’attenuante della provocazione, come dicevamo: la rapina subita avrebbe scatenato l’inseguimento e il successivo duplice omicidio. Dunque, la sequenza rapina-inseguimento-omicidio al centro della vicenda, con l’automobile di Leonardo Mirti presa di mira durante un momento di intimità. Secondo i giudici, Mirti fu costretto a cedere il cellulare ad un branco di malviventi dopo essere stato circondato dal gruppo. L’avvocato della famiglia dei due ragazzi, come sottolineato da cronachedellacampania.it, ha sottolineato: “Il calcolo della pena è stato condizionato da un’ipotesi investigativa indimostrata, quella di una rapina perpetrata ai danni del Mirti. Ma non c’è prova che i due ragazzi uccisi fossero gli autori della rapina. Così quei ragazzi sono stati uccisi due volte”. E’ rimasta inevasa inoltre la richiesta di risarcimento. La dinamica della vicenda è stata chiarita dalla telecamere di videosorveglianza, ma non mancano le polemiche: i parenti dei due ragazzi morti non ci stanno.

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