Ieri era stato il turno del papà di Carlo Giuliani mentre oggi, nel giorno del diciassettesimo anniversario della morte del ragazzo durante quel famigerato G8 di Genova a parlare è Mario Placanica, il carabiniere allora 21enne che gli sparò, pur venendo assolto successivamente dall’accusa di omicidio. In una lunga intervista pubblicata oggi, l’uomo ha raccontato quella che, a suo dire, è stata una lunga odissea, fatta di depressione, droga e anche l’accusa di violenza carnale da parte della sua compagna, altra accusa dalla quale è stato poi prosciolto. Placanica, che al momento si trova in una clinica in Calabria dove segue anche una terapia farmacologica per curare la depressione (probabilmente derivante anche dal fatto che non lavora più) è tornato anche sui tragici fatti di Genova, sollecitato dal suo intervistatore, per esprimere un giudizio sull’operato di quelli che oramai sono i suoi ex colleghi in merito alle violenze perpetrate nella scuola “Diaz” e nella Caserma di Bolzaneto. Pur ammettendo che potrebbe essere stato commesso “qualche errore”, Placanica lo attribuisce al comando e controbatte sostenendo che le forze dell’ordine “ne presero anche di mazzate perché i no-global avevano premeditato tutto”. (Agg. di R. G. Flore)



IL DICIASSETTESIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI CARLO GIULIANI

Era il 20 luglio di diciassette anni fa quando a Genova, durante gli scontri tra manifestanti e polizia in occasione del G8, il giovane Carlo Giuliani veniva ucciso. Le immagini di quella giornata sono ancora bene impresse nella memoria di tanti in quanto la morte del 23enne fu in qualche modo annunciata, alla luce di alcuni violentissimi scontri tra i manifestanti – tra i quali si infiltrarono i black bloc – e le forze dell’ordine. Giuliani stava per scagliarsi con un estintore contro un Defender dei carabinieri quando l’appuntato Mario Placanica, all’epoca dei fatti appena 21enne, esplose un colpo di pistola che raggiunse Carlo, uccidendolo. Per i violenti fatti del G8 di Genova ci furono numerosi processi ma Placanica non fu mai condannato. Nel 2005 decise di mettersi in congedo. Oggi, Mario Placanica, il poliziotto poi prosciolto dalle accuse di omicidio per la morte di Carlo Giuliani, ha deciso di raccontare il suo personale 20 luglio 2001 in una intervista rilasciata al quotidiano Il Tempo. “Lo sa perché ho sparato? Perché mi sono visto tutto quel sangue addosso, dopo essere stato colpito in testa con una trave, un tavolone, e ho avuto paura”, ha confessato Placanica nell’intervista. A farlo reagire, dunque, sarebbe stato il timore, per lui quasi certezza, che “ci avrebbero bruciati in quella macchina. È da allora che ho addosso un continuo tremore. E non sono mai stato risarcito dai no-global”, ha aggiunto. A difenderlo ci furono nomi della politica del calibro di Matteo Salvini e Di Pietro.

PLACANICA, IL RACCONTO DEL SUO G8 DI GENOVA

Per la morte di Carlo Giuliani, ucciso durante gli scontri del G8 a Genova nel luglio del 2001, Mario Placanica fu indagato per omicidio ma prosciolto, il 5 maggio 2003 per “uso legittimo delle armi” e per “legittima difesa”. Secondo una consulenza tecnica che avvalorò la decisione di procedere con la richiesta di archiviazione, rivelò che Placanica avrebbe sparato in aria ma il proiettile rimbalzò prima su un sasso lanciato contro la camionetta e poi finito contro Carlo Giuliani, uccidendolo. Da quel giorno la vita cambiò radicalmente anche per Placanica, come ammesso dallo stesso nell’ambito della recente intervista per Il Tempo: “Mi trovo in una clinica qui in Calabria, è un periodo in cui mi servono cure. Non lavoro e la giornata a casa non finiva mai. Questo mi ha portato alla depressione. Per fortuna la terapia farmacologica mi aiuta”, dice. Oggi, in occasione del 17esimo anniversario della morte di Giuliani, Placanica ha deciso di staccare la spina dai social: “perché non voglio aver problemi coi soliti disturbatori. Mi arrivano sempre gli stessi messaggi di insulti, mi chiamano bastardo, figlio di p…, assassino”, dice.

Leggi anche