Un caso di difficile risoluzione per i carabinieri chiamati ad indagare sulla morte di Giuseppe Matarazzo, 45 anni, il pastore di Frasso Telesino ucciso mentre si trovava in permesso premio dopo essere stato condannato a undici anni di carcere per aver abusato di Michela Iorillo, la 15enne che nel 2009 venuta alla luce la violenza subita, decise di togliersi la vita impiccandosi ad un albero. Come riportato da ottopagine.it, i primi sospetti sono stati subito rivolti ad una possibile vendetta per i fatti commessi quasi dieci anni fa. Per questo motivo sono state perquisite le abitazioni del padre e del fratello di Michela, dove sono stati sequestrati tre fucili da caccia regolarmente detenuti ed entrambi sono stati sottoposti ad interrogatorio. Da quel che si apprende, però, pare che Matarazzo non conoscesse i due uomini che lo hanno avvicinato prima di ucciderlo con 3 proiettili di piccolo calibro. (agg. di Dario D’Angelo)
VENDETTA O CATTIVE FREQUENTAZIONI?
Gli investigatori che stanno indagando sull’omicidio di Giuseppe Matarazzo, l’ex pastore 45enne condannato per pedofilia e ucciso ieri sera nel cortile di casa, a Frasso Telesino, in provincia di Benevento, non escludono nessuna pista. Neppure quella della vendetta. L’uomo era uscito dal carcere lo scorso 18 giugno dopo aver scontato una condanna a 11 anni e 6 mesi per aver violentato una 15enne che il girono dell’Epifania del 2008 si suicidò impiccandosi. L’uomo venne arrestato poco tempo dopo: per l’accusa approfittò dello stato di vulnerabilità della minorenne che aveva un’infatuazione nei suoi confronti. I carabinieri del Nucleo operativo provinciale di Benevento e della Compagnia di Cerreto Sannita stanno indagando a 360 gradi sull’omicidio. Come riportato dall’Ansa, non si esclude la vendetta di un conoscente della minorenne che si tolse la vita o qualche cattiva frequentazione nel carcere di Poggioreale dove Matarazzo ha espiato la sua pena. (agg. di Silvana Palazzo)
INQUIETANTE “PRECEDENTE” A TORRE ANNUNZIATA
Nell’intricato intreccio investigativo di Benevento emerge un’inquietante precedente che riporta alla luce un altro episodio di delitto “per vendetta” contro degli accusati e condannati sempre per pedofilia. Si tratta del duplice omicidio accaduto al Rione dei Poverelli di Torre Annunziata ed era il 1999: due uomini che insieme anche ad altri facevano parte di una rete di pedofili, furono accusati e condannati. Vennero poi uccisi a diversi anni di distanza appena dopo la loro scarcerazione: in poche ore l’uno dall’altro, i due pedofili vennero trucidati da alcuni sicari che si credette essere della Camorra, ma non avvenne mai una piena soluzione di quel caso. «Nel campo delle ipotesi – disse allora il procuratore capo di Torre Annunziata, Alfredo Ormanni – occorre prospettare anche quella della camorra vendicatrice, che non tollera la pedofilia. Alla base di ogni ipotesi, c’è comunque la scarcerazione degli imputati, condannati tutti a pene pesanti, ma scarcerati in attesa del giudizio di appello». Come allora, anche in questo caso dietro al delitto potrebbe esserci non tanto la Camorra ma piuttosto la vendetta di chi ha probabilmente sofferto per le angherie combinate da Matarazzo. La polizia ora sta cercando di interrogare tutti i familiari per capire se vi siano dei dettagli importanti in merito alla triste e complessa vicenda.. (agg. di Niccolò Magnani)
CALDEROLI: “PENE TROPPO LIEVI PER GLI ORCHI”
Due vittime e il senso che, in quella che potrebbe configurarsi come una vendetta per il crimine compiuto a suo tempo dal pedofilo, a perdere siano stati tutti, Stato italiano compreso. È questo il senso dell’intervento odierno del senatore leghista, Roberto Calderoli, nel commentare l’assassinio nella notte del 45enne Giuseppe Materazzo nel beneventano. L’uomo, che godeva di un permesso premio dopo essere stato condannato a undici anni di reclusione per aver abusato di una bambina nel lontano 2009, potrebbe essere stato attirato in una trappola e poi freddato per vendicare la morte della 15enne Michela Iorillo che, a seguito della violenza subita, si era successivamente impiccata. E, a detta dell’ex ministro Calderoli, oggi vice-presidente del Senato, la morte dell’uomo non solo dà dei contorni tragici a una vicenda che ora ha due vittime ma “conferma che le pene per chi commette reati così gravi ed efferati sono troppo lievi”, rilanciando l’idea della castrazione chimica o chirurgica quale “deterrente e punizione per chi supera certi limiti”. (Agg. di R. G. Flore)
BENEVENTO NON DIMENTICA
Il delitto di Giuseppe Materazzo, l’uomo 45enne condannato per pedofilia e fuori dal carcere per un permesso premio, continua a far non poco discutere. La vittima, ex pastore, è stata uccisa nella serata di ieri in contrada Selva a Frasso Telesino, in provincia di Benevento e secondo le prime ricostruzioni i colpi di arma da fuoco sarebbero stati tali da non permettergli scampo. La notizia dell’omicidio si è diffusa rapidamente nel piccolo centro sannita che oggi più che mai ricorda la giovane ragazza morta suicida dopo le violenze subite da Materazzo. La mattina del 10 gennaio 2008, ai funerali della piccola Michela Iorillo si riunì l’intera comunità e chissà, forse anche lo stesso vicino di casa, Giuseppe, colui che 14 mesi dopo sarebbe stato arrestato con l’accusa di aver abusato di Michela. Per quelle violenze la ragazzina si uccise, impiccandosi a un albero a poca distanza dalla sua abitazione. Come rammenta Corriere.it, proprio in seguito a quella tragedia venne a galla l’incubo vissuto da Michela. Gli inquirenti ascoltarono la sua amica del cuore e altre ragazzine che rivelarono la presenza di un uomo, 19 anni più grande di lei, del quale Michele ne fu prima affascinata e poi terrorizzata dopo le violenze subite. Fondamentale per le indagini fu anche il racconto della sorella della vittima che ammise che Matarazzo aveva abusato anche di lei. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
VENDETTA PER IL SUICIDIO DELLA 15ENNE?
Le indagini che all’epoca dei fatti incastrarono il pastore beneventano ebbero modo di scoprire che non solo l’uomo intrattenne rapporti con una minorenne ma che la “relazione” andò avanti per circa 2 anni e coinvolse anche la sorella della giovane vittima poi suicida. La relazione poi naufragò e le ripercussioni psicologiche e sentimentali portarono al suicidio della ragazzina: da quell’elemento scatenante partirono le indagini che ricostruirono i rapporti della 15enne e della sorella. Come spiega Il Mattino, nell’informare la notizia orrenda di un’altra morte sula già triste vicenda di pedologia, alcune telefonate impresse sul telefonino della giovane riuscirono a dare una prima svolta alle indagini, «confermate, in seguito, da sopralluoghi, ispezioni e sequestri che riuscirono a far emergere l’esistenza di rapporti sessuali del pastore, sia con la minore che con una sorella». Ora si attendono novità in merito ai possibili responsabili del delitto sempre più probabile, come movente, la vendetta per quella vita troppo giovane spezzata dopo la malsana relazione sessuale. (agg. di Niccolò Magnani)
VITTIMA CADUTA IN UNA TRAPPOLA?
Emergono dei dettagli in più circa l’uccisione di Giuseppe Matarazzo, pedofilo del beneventino che è stato ammazzato nella serata di ieri, mentre era in permesso premio. Come riferisce Teleclubitalia.it, l’assassinio dovrebbe risalire a poco dopo le ore 20:00 di ieri sera, e a ritrovare il cadavere dell’uomo sono stati i genitori anziani della stessa vittima. L’uomo è morto subito fuori dalla propria abitazione: ha detto al padre e alla madre che usciva, ma subito dopo gli stessi hanno udito degli spari. Immediatamente la coppia si è precipitata fuori casa per capire cosa fosse successo, per poi fare la tragica scoperta. Non è da escludere che qualcuno abbia attirato in una trappola il violentatore, per poi ucciderlo: l’uomo è morto sul colpo. Il 49enne pedofilo aveva violentato nel 2009 la giovane Michela Iorillo, 15enne che poi si tolse la vita poco dopo. I giudici non riconobbero l’istigazione al suicidio dello stesso Matarazzo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
UCCISO UN PEDOFILO NEL BENEVENTINO
Era stato condannato per pedofilia, e appena ha messo piede fuori dal carcere è stato ammazzato. La vicenda ha come protagonista Giuseppe Matarazzo, ex pastore della contrata Selva a Frasso Telesino (nel beneventino). Era uscito dalla galera per via di un permesso premio di qualche giorno, ma qualcuno ha deciso di vendicare le violenze dello stesso, uccidendolo. Stando a quanto scrive il quotidiano Il Messaggero, l’uomo è stato raggiunto da alcuni colpi di pistola che non hanno lasciato scampo al violentatore.
L’OMICIDIO E’ AVVENUTO IERI SERA NELLA CASA DI MATARAZZO
L’omicidio è avvenuto nella serata di ieri, nell’abitazione di Matarazzo, e le forze dell’ordine stanno effettuando tutti i rilievi del caso per trovare eventuali tracce dell’assassino. Il pastore era stato condannato nel 2011 ad 11 anni e sei mesi di carcere dalla corte di appello di Napoli. I fatti risalgono al 2009, quando lo stesso venne arrestato per pedofilia nei confronti di una quindicenne. La minorenne pare avesse un’infatuazione nei suoi confronti, ma una volta scoperto il fatto, non ha retto il peso e si è tolto la vita. Si indaga sulle persone vicine alla vittima che potrebbero aver voluto vendicare con tale gesto il proprio caro.