Sulla vicenda roboante dal punto di vista politico, è intervenuta anche la Procura di Campobasso con una nota ufficiale dal Procuratore D’Angelo: «le indagini sono ancora nella fase preliminare, pertanto bisogna ancora verificare l’effettiva configurabilità del reato e le posizioni delle persone coinvolte». Può voler dire tutto e niente per Savona e Profumo che potrebbero avere una decisa ridimensionata rispetto al coinvolgimento o peggio un peggiore posizione di fronte alla giustizia: nell’attesa di novità concrete lato indagini sul fronte Unicredit, è stato reso noto dalla stessa Procura che un altro filone di indagine coinvolge addirittura il Monte dei Paschi di Siena, non nuova a problemi giudiziari dopo lo scandalo Mps degli scorsi anni. Quel filone – di cui non sono emerse particolari novità al momento, dunque neanche possibili legami con Savona e gli altri indagati – viene seguito direttamente dal Procuratore D’Angelo.



LA DIFESA DI SALVINI: “MA VI SEMBRA CHE ABBIA UNA FACCIA DA USURAIO?”

Dopo aver spiegato, congiuntamente all’altro vice-premier, Luigi Di Maio, di essere già a conoscenza dell’indagine a carico del Ministro degli Affari Esteri, Paolo Savona, e che la questione delle sue dimissioni non è affatto sul tavolo, Matteo Salvini è tornato brevemente sulla vicenda e col suo stile un po’ ruspante ha chiesto ai giornalisti che l’avevano intercettato se secondo loto “Savona ha la faccia dell’usuraio?” Secondo il Ministero dell’Interno, infatti, il suo omologo “potrà avete tanti difetti, ma è una delle persone che stimo di più e spero che la giustizia faccia velocemente il suo corso perché lui è tra quelli più puliti e onesti di questo Paese” ha tagliato corto il leader del Carroccio a margine del Consiglio Federale del suo Partito, tenutosi questo pomeriggio nella sede milanese di Via Bellerio. (Agg. di R. G. Flore)



PD ALL’ATTACCO, “COME ERANO A CONOSCENZA DELLE INDAGINI?”

Tanto Luigi Di Maio, quanto Matteo Salvini hanno difeso il Ministro degli Affari Europei e hanno spiegato che Savona non deve assolutamente dimettersi dopo l’indagine a suo carico: interpellato dal Fatto Quotidiano sull’eventualità di un passo indietro dell’82enne Ministro “del piano B sull’Euro”, il vicepremier M5s ha spiegato «E’ un’indagine che già conoscevamo», dopo la denuncia presentata nel giugno 2017 per applicazione di interessi usurari per conto della società Engineering srl, attualmente in liquidazione, nei confronti di Unicredit. Secondo l’avvocato Luigi Iosa, esperto di diritto bancario e finanziario, nonché iniziale curatore della denuncia lanciata contro Unicredit, «La giurisprudenza della Cassazione impone di indagare i vertici delle banche perché per legge hanno un ruolo di garanzia e controllo. E’ un atto dovuto per questa presa di posizione della Cassazione, poi il pm valuterà nello specifico».  Il deputato Pd e membro della Commissione Giustizia alla Camera, Walter Verini, ha invece chiesto lumi a Di Maio in merito alle sue “conoscenze” sul fronte indagini, affermando «Sarebbe bene che Di Maio chiarisse subito le modalità con le quali è venuto a conoscenza della notizia; Da chi, quando e come Di Maio ha saputo dell’indagine? L`ha saputo dall’interessato? L`ha saputo da altre fonti? E se sì, quali? Era una notizia pubblica? Urgono chiarimenti. E infine: è opportuno che un indagato (presunto innocente, sia chiaro, fino al terzo grado eventuale di giudizio) per l`ipotesi di reati che riguardano la gestione di importanti gruppi bancari, sia stato a suo tempo indicato, da persone – stando a quanto dice Di Maio – forse a conoscenza dell’indagine, come capo del dicastero dell’Economia e Finanze?». 



RENZI: “SONO GARANTISTA, MA LA DOPPIA MORALE DEI M5S NO…”

Come era prevedibile, il primo ministro del nuovo Governo a finire sotto la lente della magistratura scatena la polemica politica e, nel tourbillon di accuse e repliche, finisce anche il vice-premier Di Maio, accusato da Matteo Renzi di “doppia morale”. L’ex segretario dem, intervenuto per commentare la notizia che il Ministro agli Affari Europei, Paolo Savona, risulta indagato dalla procura di Campobasso per una presunta vicenda di usura bancaria, ha scritto su Twitter che lui, nonostante la diversa appartenenza politica, continua a essere garantista e che quindi, a suo dire, il titolare del dicastero non dovrebbe affatto dimettersi. E poi arriva la stoccata al leader del Movimento 5 Stelle: “Ma proprio per questo dico ad alta voce che Di Maio e i suoi devono vergognarsi” continua il senatore toscano, spiegando che nella scorsa legislatura, in occasione di vicende simili, “per anni hanno massacrato persone e famiglie in nome di un giustizialismo vergonoso”, lanciando infine l’hashtag #doppiamorale. (Agg. di R. G. Flore)

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“ALL’EPOCA DEI FATTI NESSUNA COMPETENZA SUI TASSI”

Vi abbiamo riportato la notizia che ha scosso lo scenario politico oggi , venerdì 20 giugno 2018: Paolo Savona, ministro degli Affari Europei, risulta indagato insieme ad altre 22 persone in un’inchiesta per presunta usura bancaria. I fatti risalgono ai tempi in cui l’economista era al vertice di Unicredit e nel registrato degli indagati sono presenti inoltre Alessandro Profumo e Fabio Gallo, rispettivamente amministratore delegato di Leonardo e ad-dg di Cassa Depositi e Prestiti. Sulla vicenda è immediatamente intervenuto il legale Luigi Iosa, che ha evidenziato che si tratta di “un atto dovuto in quanto la Cassazione penale impone di indagare i vertici della banche per via del loro ruolo di controllo e garanzia”. Fonti vicine a Paolo Savona evidenziano all’Ansa che “all’epoca dei fatti contestati non aveva competenza sui tassi di interesse”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

PD ALL’ATTACCO

Il ministro degli Affari Europei Paolo Savona è indagato per usura bancaria a Campobasso. Un atto “dovuto” secondo il legale dell’economista, ma la vicenda non è passata inosservata alle forze di opposizione. Il Partito Democratico è infatti sul piede di guerra, in particolare contro il ministro del Lavoro Luigi Di Maio: il capo politico del Movimento 5 Stelle infatti ha spesso chiesto in passato, ad esempio per Angelino Alfano, immediate dimissioni per eventi simili. Ecco il commento di Alessia Morani: “Per il Ministro #Savona vale, come x tutti, la presunzione d’innocenza. Chiedo, però, sommessamente come possano #Lega e #M5s non fare dimettere #Savona accusato di usura bancaria dopo avere raccontato di essere il governo del popolo contro le élite, del popolo contro le banche”. Queste, invece, le parole di Stefano Esposito: “Il Ministro #Savona è indagato per usura bancaria. Nulla e nessuno faranno venir meno il mio garantismo. Sul piano politico penso a @luigidimaio e a tutte le vergognose accuse rivolte agli altri. Oggi cosa dirà?”. Infine, segnaliamo il tweet di Simona Bonafè: “Quindi scopriamo che il vero piano A del governo è farci buttare fuori dall’euro. Manca poco, basta presentare una legge di bilancio con tutte le promesse della campagna elettorale di Lega e Cinque Stelle e dire che è colpa dell’Europa se non si realizzano #savona”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

MINISTRO SAVONA INDAGATO PER USURA BANCARIA

Possibile terremoto politico sul Governo Lega-M5s: il Ministro degli Affari Europei, Paolo Savona, risulta indagato a Campobasso per presunta usura bancaria relativa al periodo in cui svolgeva ruoli di vertice in Unicredit, uno dei gruppi bancari insieme a Banca Intesa più importanti d’Italia e d’Europa. L’inchiesta condotta dalla Pm Rossana Venditti coinvolge oltre a Savona anche altre 22 persone tutte indagate per lo stesso presunto reato e legate tutte al passato-presente di Unicredit. L’atto della Procura della Repubblica di Campobasso si riferisce alla richiesta di proroga dei termini di durata delle indagini preliminari emersi nell’inchiesta relativi ai parchi eolici di Puglia, Molise e Campagnia. Lo confermano fonti legali all’Ansa questa mattina, prima che esplodesse la “grana politica” per uno dei Ministri più “sotto il mirino” del Quirinale essendo stato rifiutato da Mattarella nel ruolo di Ministro dell’Economia, come proposto da Salvini e Di Maio, e “parcheggiato” come responsabile del Dicastero per gli Affari Europei ma rimanendo come uno dei decisivi consulenti economici del Governo gialloverde, “vicino” al Ministro del Mef poi scelto ovvero Giovanni Tria.

LA DENUNCIA E L’INCHIESTA

I 23 indagati sono tutti manager bancari e noti banchieri italiani che nel periodo dal 2005 al 2013 ricoprivano ruoli chiave in Unicredit- ex Banca di Roma: tra gli altri, oltre a Savona, troviamo nel registro degli indagati – riportato per intero dal Corriere della Sera – anche l’ex sindaco di Ravenna ed ex Presidente di Unicredit Aristide Canosani, ma anche Alessandro Profumo, oggi amministratore delegato di Leonardo-Finmeccanica e Fabia Gallia amministratore delegato e direttore generale di Cassa Depositi e prestiti (prossimo a lasciare per le nuove nomine in corso d’opera a Palazzo Chigi proprio in questi giorni). Secondo quanto spiega l’Ansa, le indagini partono da una «denuncia presentata nel giugno del 2017 da Engineering srl, una società facente capo ai fratelli Pietro ed Angelo Santoro, ex presidente dell’ACEM Molise e vice presidente dell’associazione nazionale imprese edili manifatturiere». Proprio quella società avrebbe fatto in passato diversi parchi eolici nel centro-sud anche per conto della Erg della famiglia Garrone (ex patron della Sampdoria, ndr). Savona come altri sarebbero indagati in quanto avrebbero applicato come Unicredit interessi oltre la soglia consentita dalla legge: secondo l’avvocato che ha curato la denuncia iniziale, Luigi Iosa, l’iscrizione nel registro degli indagati sarebbe al momento solo «un atto dovuto».