Non convince gli inquirenti la versione di Luca Sanfilippo, il 47enne di Cinisello Balsamo accusato di aver ucciso 6 anni fa Antonio Deiana, e di averlo poi seppellito nella cantina sotto il palazzo dove abita. Stando a quanto sottolineato dal Corriere della Sera, le forze dell’ordine sono quasi certi che il killer non abbia agito da solo, ma nel contempo lo stesso teme ritorsioni, forse da parte di alcuni personaggi legati ai piani alti della ‘ndrangheta calabrese. Per questo, durante l’interrogatorio, si è addossato ogni colpa. «Quel giorno mi aveva detto che doveva fare una consegna a un’altra persona e se poteva usare la mia cantina – racconta Sanfilippo – gli ho chiesto di farmene assaggiare un po’. Lui mi ha preso per un orecchio e strattonato. Gli ho tirato uno schiaffo e strappato dalle mani il coltello. L’ho colpito più volte, siamo scivolati sul sangue e l’ho ferito al fianco mentre eravamo a terra». A quel punto, preso dal panico, l’uomo ha deciso di seppellire Deiana: «C’era una buca già in parte scavata per un pozzetto di scolo – ha proseguito – ho preso pala e piccone e ho scavato ancora. Sono rimasto due giorni e due notti chiuso in cantina a scavare. Ho coperto il cadavere di calce, per coprire l’odore. Infine l’ho ricoperto. Soffro di cuore, tempo fa ho avuto un infarto. E, credetemi, speravo di morire per liberarmi da questo peso». Le forze dell’ordine sono alla ricerca di una moto, una Kawasaki nera 750 che Deiana avrebbe usato per andare dal suo omicida (come da testimonianza della sorella della vittima), e che sarebbe sparita da 6 anni. Inoltre, stanno cercando di scoprire con chi si doveva incontrare la vittima per la consegna della partita di cocaina. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
UN TRAGICO DESTINO
Ci sono voluti sei lunghissimi anni prima che il corpo di Antonio Deiana, l’uomo scomparso il 20 luglio del 2012, venisse nuovamente alla luce. Non una sparizione volontaria, nessun caso pirandelliano alla Mattia Pascal: Deiana, spacciatore già noto alle forze dell’ordine, era stato ucciso e murato sotto una colata di cemento in uno scantinato da Luca Sanfilippo, residente a Cinisello Balsamo, 47enne che ha ammesso le sue responsabilità confessando di aver accoltellato la vittima per motivi di droga riconducibili al traffico della ‘ndrangheta. E il caso ha voluto che verità sulla scomparsa di Deiana sia stata fatta grazie alla morte del fratello, Salvatore, assassinato a coltellate nella notte tra l’8 e il 9 marzo del 2009 in una pizzeria di Vertemate con Minoprio. Come riportato da La Repubblica, è stato il tribunale di Como, nel 2014, a riaprire il caso a seguito del ritrovamento, in una buca scavata nei boschi del comasco, dei resti del fratello, a sua volta “apparentemente” scomparso nel nulla. Una sorte molto simile a quella occorsa ad Antonio Deiana. (agg. di Dario D’Angelo)
LA CONFESSIONE DEL KILLER
Un vero e proprio cold case quello con protagonista il 36enne Antonio Deiana. Era scomparso nel 2012 e nessuno lo aveva più trovato fino a ieri. E’ stato rinvenuto murato sotto una colata di cemento nello scantinato del suo killer, il 47enne Luca Sanfilippo. Ovviamente bisognerà attendere gli esami del dna per avere la certezza circa l’identità del cadavere scoperto, ma il luogo della sepoltura è stato indicato da un uomo che ha aiutato l’omicida ad occultare il cadavere, e di conseguenza sembrerebbero esservi pochi dubbi. Dopo il ritrovamento è arrivata tra l’altro anche la confessione del presunto killer, che ora si trova presso il carcere di Monza, e che è accusato di omicidio volontario nonché di occultamento di cadavere. L’indagine è stata condotta dalle squadre mobili di Como e Milano, e dal commissariato Greco Turro, con il coordinamento della procura di Monza. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IL VIDEO DELLA TOMBA IN CANTINA
E’ stato risolto dopo 6 lunghissimi anni il giallo di Antonio Deiana, scomparso il 20 luglio del 2012, e ritrovato cadavere nelle scorse ore in quel di Cinisello Balzamo, nell’hinterland di Milano. L’uomo era stato ucciso per questioni di droga da Luca Sanfilippo, 47enne nel giro della ‘ndrangheta, che aveva poi fatto sparire il cadavere seppellendolo nello scantinato del palazzo dove tutt’ora abita. I carabinieri hanno girato e pubblicato un video per mostrare appunto la tomba di Deiana, resa praticamente irriconosciblie: il killer aveva infatti scavato una buca nella cantina del suo palazzo, e poi aveva chiuso il tutto con una colata di cemento. Curioso il caso di Antonio Deiana, visto che nel 2015 il fratello aveva di fatto subito la stessa sorte: ucciso poi ritrovato tre anni dopo, seppellito in un bosco del comasco. Qui potete trovare il video che mostra appunto la tomba della vittima. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
RITROVATO IL CADAVERE DOPO SEI ANNI
Dopo sei lunghissimi anni è stato ritrovato il cadavere di Antonio Deiana, trentaseienne residente a Villa Guardia, in provincia di Como, ucciso nell’estate del 2012. L’uomo era sepolto nel seminterrato di una palazzina dell’hinterland milanese, a Cinisello Balsamo, dove viveva il suo assassino. A riportare la storia è il quotidiano IlGiorno, che sottolinea altresì la confessione di Luca Sanfilippo, il 47enne killer di Deiana: il 20 luglio di sei anni fa ha ucciso a coltellate la sua vittima, per poi scavare una fossa e nasconderlo. Una sepoltura che pensava fosse sicura, ed in effetti lo è stata fino a poche ore fa, quando il cadavere è tornato alla luce. La svolta nel caso è arrivata di recente, quando un uomo (poi rivelatosi l’occultatore del cadavere), ha svelato il luogo della sepoltura alle forze dell’ordine. Le forze dell’ordine non si sono mai date per vinte, hanno continuato ad indagare, e alla fine sono riuscite a ritrovare il luogo della sepoltura.
SI INCONTRO’ CON SANFELICE IL 20 LUGLIO DEL 2012
Antonio Deiana (spacciatore e già noto alle forze dell’ordine) era uscito di casa all’ora di pranzo quel 20 luglio del 2012, dicendo di avere un appuntamento in serata, ma da quel giorno si perse ogni sua traccia. Deiana avrebbe incontrato il suo omicida in un locale dove la vittima doveva consegnare della cocaina ad un cliente. Peccato però che quella consegna non avvenne mai, visto che Sanfilippo e Antonio litigarono violentemente, fino alla morte di quest’ultimo. Preso dal panico, l’assassino decise di scavare una fossa di mezzo metro sotto la palazzina di via Della Pila, infilarci dentro il corpo, e successivamente renderla ancora più sicura con una gettata di cemento. Per l’operazione si è però fatto aiutare da un amico, che non è riuscito più a sopportare questo peso, ed ha deciso di confessare il tutto ai carabinieri.