Marco Travaglio è stato condannato per diffamazione nei confronti di Grazia Graziadei, giornalista del Tg1. La pena è una multa e un risarcimento di 30mila euro a favore della giornalista, ma sul caso pende la scure della prescrizione. Un verdetto inatteso perché per ben tre volte tre differenti giudici di Roma avevano disposto il non luogo a procedere. Altrettante volte la Cassazione ha annullato quei provvedimenti riaprendo la partita. Il direttore del Fatto Quotidiano sostenne che il Tg1 aveva descritto l’Italia come un Paese in cui tutti sono intercettati e sotto il controllo di una sorta di Grande Fratello giudiziario. Il numero dei bersagli “spiati” era esatto, ma comunque certe implicazioni vanno prese con le pinze perché possono provocare illusioni ottiche e percezioni lontane dalla realtà. Al di là della possibile prescrizione, Travaglio è stato condannato perché ha fatto notare che se sotto controllo ci sono 130mila utenze, ciò non vuol dire che ci sono 130mila intercettati, visto che ogni persona può possedere più di un’utenza. Anche per questo la durezza della condanna risulta curiosa. (agg. di Silvana Palazzo)
MARCO TRAVAGLIO CONDANNATO: DIFFAMÒ GIORNALISTA TG1
Condannato per diffamazione il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio. Il noto giornalista, secondo la sesta sezione penale del tribunale di Roma, ha diffamato la giornalista del telegiornale di Rai Uno, Grazia Graziadei. La vicenda risale a ben 8 anni fa, quando Travaglio commentò in maniera negativa un servizio dell’edizione del 4 luglio del Tg1, sul tema delle intercettazioni telefoniche, per via delle cifre e dei numeri presentati, a suo modo di vedere, non corrispondenti al vero. La pena, una multa più un risarcimento di 30mila euro in favore della Graziadei. Un verdetto che arriva dopo un lungo braccio di ferro fra giudici e cassazione, come sottolinea il quotidiano Il Giornale, visto che il caso è stato chiuso e poi riaperto in tre diverse occasioni, fino appunto alla condanna delle scorse ore.
LE ACCUSE DI TRAVAGLIO
Il direttore de Il Fatto Quotidiano era accusato anche di diffamazione nei confronti dell’ex numero uno del Tg1, Augusto Minzolini, ma per questo reato è stato assolto. Assoluzione anche per Antonio Padellaro, all’epoca direttore del giornale. Travaglio aveva contestato il servizio sulle intercettazioni, soprattutto nel passaggio in cui la giornalista spiegava: «Sono pochissime le inchieste di mafia basate solo su intercettazioni». Frase che fece andare su tutte le furie il direttore del Fatto, che replicò: «Sarebbe interessante sapere quante sarebbero finite nel nulla se non si fossero avvalse anche di intercettazioni. Ma per saperlo ci vorrebbe un telegiornale. Pretesa assurda, trattandosi del Tg1».