Caro direttore,
rattrista il cuore la notizia di Marchionne. Saperlo nel letto di un ospedale mentre combatte con una “sconosciuta” malattia. In molti ovviamente penseranno che ci sono cose nella vita che “finalmente” non fanno distinzioni. A tutti credo piaccia ‘a livella di Totò, per realismo e per essere un cantico della giustizia. Eppure le sorti dolorose non sono tutte uguali, perché le persone sono libere di vivere in modo diverso. La Chiesa non a caso proclama i santi.
Sergio Marchionne è una grande e bella persona. Ha compiuto un miracolo economico che nessuno può smentire o maliziosamente contraddire. Ha avuto il merito di esaltare la figura di Enzo Ferrari e con lui un’Italia troppo presto dimenticata. Quella da cui abbiamo la necessità di ripartire: estro e bellezza. Ha avuto il merito di prendersi cura di John Elkann gravato di una responsabilità troppo grande per la sua età, ma di indiscutibili capacità. Prendersi cura dei giovani con i loro talenti, sempre presenti anche quando non li vediamo, è un altro fattore da cui il nostro paese non può prescindere.
Infine Sergio Marchionne ci ha fatto capire e testimoniato che la tanto conclamata “fuga dei cervelli” è una preoccupazione di lana caprina. Se fosse rimasto in Abruzzo non avremmo avuto un manager che ha onorato l’intelligenza made in Italy. Scrivo e non dispero, da credente, in una sua guarigione.