Con uno striminzito comunicato Fca comunica ufficialmente che Alfredo Altavilla «lascerà il Gruppo per perseguire altri interessi professionali» (in realtà mollerà da fine agosto ufficialmente). «L’azienda, nel ringraziarlo per il contributo prestato, gli formula i migliori auguri per il proseguimento della sua carriera», conclude FCA che annuncia come Mike Manley, il nuovo n.1 di Fiat Chrysler, assume ad interim la carica di Chief Operating Officer della region EMEA (quella diretta dal “ministro degli esteri” di Marchionne). «Alfredo Altavilla lavorerà con Mike Manley fino alla fine di agosto per assicurare il proprio supporto durante la transizione. Le attività di Business Development a livello globale saranno riorganizzate a riporto di Richard Palmer, Chief Financial Officer del Gruppo e Responsabile Systems and Castings». Intanto dalle colonne Corriere arriva una stilettata da un grande ex della Fiat, Cesare Romiti (ad storico dei “meravigliosi anni 80” del Lingotto): «Mi ha fatto un certo effetto vedere che su quattro nomine importanti, non siano riusciti a trovare nessun manager italiano. Mi lascia davvero una profonda amarezza». Nell’intervista al CorSera Romiti spiega inoltre come secondo lui la scelta di Elkann è quantomeno “particolare”, se non strana: «i dirigenti italiani di Fca sono eccellenti. E migliori sono quelli di tradizione Fiat, marchio che invece sta scomparendo», non lo cita Altavilla ma il riferimento a lui e agli altri vertici Fca sembra evidente.
CONDIZIONI DI SALUTE DI SERGIO MARCHIONNE: QUI LE ULTIME NOTIZIE
CLAMOROSO: SI DIMETTE N.2 FCA ALFREDO ALTAVILLA
Primo giorno dell’era Manley in Fca e nuovo terremoto dopo il dramma delle condizioni di Marchionne: Alfredo Altavilla, responsabile del gruppo auto per l’Europa e di fatto n.2 dell’ex amministratore delegato, si è dimesso questa mattina. Era dato come il possibile sostituto di Marchionne nella prossima primavera, quando si ipotizzava il passaggio di consegne “soft” del manager col pullover: con l’aggravarsi però delle condizioni di salute, il board di Fca ha deciso di puntare su Manley allontanando, di fatto, il “ministro degli Esteri” di Fca che per anni ha rivestito un ruolo strategico per la famiglia Agnelli. Nato a Taranto nel 1963, dal novembre 2012 Altavilla era il chief operating officer per Europa, Medio oriente e Africa: per intenderci, a fianco di Marchionne c’era proprio il n.2 durante la firma per l’acquisizione di Chrysler negli States. È stato anche Ceo di Iveco prima di divenire il possibile “delfino” di Marchionne per il prossimo futuro di Fca: così non è avvenuto e con la nomina di Mike Manley, Altavilla ha deciso di dimettersi senza al momento rilasciare alcuna nota pubblica. Un altro terremoto per una società che anche in Borsa sta soffrendo la reazione dei mercati al “board post-Marchionne” nominato nel weekend..
IL “FUTURO” DI MANLEY
Il primo test in Borsa, per ora, non sta convincendo: la Fca di Manley ed Elkann, dopo il caos Marchionne, non viene apprezzata dai mercati con il forte calo dei titoli Exoe, Cnh ma soprattutto Fca e Ferrari. Per Mike Manley non sarà semplice proseguire sulla continua strada del “paragone” ingombrante ma dovrà comunque affrontare tutte le scommesse del futuro per il grande marchio mondiale italo-americano: come riporta Repubblica Finanza, il piano più “imminente” per il nuovo ad sarà lo “spinoff” di Magneti Marelli che verrà scorporata dal gruppo e quotata in Borsa. «Sullo sviluppo della strategia, gli investitori si aspettano la conferma degli impegni ad aumentare la produzione di sport utility vehicles, affianco a quelli elettrici e ibridi, per avere un gruppo capace di raddoppiare gli utili operativi da qui al 2022», spiega il collega di Rep ricordando le varie “promesse” lanciate da Marchionne in persona nei mesi precedenti, quando forse sapeva già che l’aggravarsi delle sue condizioni fisiche non avrebbero potuto portarlo per molto tempo ancora alla guida di Fca. Il piano non è facile e il cambio della guardia improvvisa avrà bisogno di un tempo “tecnico” che mal si sposa con la richiesta spietata e sfrenata del mercato mondiale.
PRIMO TEST IN BORSA PER LA “NUOVA” FCA
Domani si terrà il primo vero test per il gruppo Fca in Borsa a Wall Street e per le “collegate” di Jeep, Ferrari e Cnh: la scelta interna di passare tutto il nuovo board a Mike Manley era cosa gradita a Marchionne che sta lottando tra la vita e la morte a Zurigo – o almeno così trapela dalle ultimissime sulle sue condizioni di salute. «Manley e il nuovo management lavoreranno alla realizzazione del piano 2018-2022 presentato a Balocco il 1 giugno scorso, che assicurerà a Fca un futuro sempre più forte e indipendente» ha subito rassicurato il presidente di Fca John Elkann. Sotto stretto controllo domani a Piazza Affari e Wall Street saranno principalmente tre titoli: Fca, Ferrari e Cnh, tutti con nuovi board e nuovo assetto cambiato praticamente in 24 ore dopo il peggioramento delle condizioni di salute di Sergio Marchionne dalla Svizzera. Secondo ancora Elkann, il nuovo che avanza farà certamente fatica a non far rimpiangere un genio commerciale e strategico come l’ex amministratore delegato, ma «sotto la guida di Manley il marchio Jeep ha vissuto un periodo di profonda trasformazione che ha portato a una crescita senza precedenti. Jeep è così diventato non solo uno dei marchi con il più alto tasso di crescita al mondo ma anche il più redditizio del gruppo».
FCA: CON MARCHIONNE GUADAGNATO IN BORSA IL 1000%
Quello che va capito è che sostituire Sergio Marchionne non solo è qualcosa di complesso ma è vicino all’impossibile: le condizioni gravi di salute peggiorate nelle ultime ore hanno portato Fca nel caos più completo per dover in poco tempo scegliere uomini e donne giuste per rimpiazzare colui il quale, con la sua lungimiranza, spregiudicatezza e visione d’insieme, ha saputo non solo salvare la Fiat ma creare un impero mondiale che oggi contende il mercato ai grandi marchi asiatici e americani non solo nel settore auto. Il CdA di Fiat Chrysler Automobile ha deciso così i nuovi vertici – li potete vedere qui sotto – mentre l’eredità, quella sì, sarai assai dura da “rimpiazzare”: «Il giorno prima dell’ingresso di Marchionne in Fiat le azioni valevano 1,61 euro […] Oggi quelle stesse azioni valgono 16,4 euro e nel corso del 2018 hanno sfiorato i 20 euro. Ciò vuol dire che per un investitore la rivalutazione del capitale ha toccato (e in certi momenti superato) il 1.000%». A scrivere è Vito Lops, esperto di mercati e giornalista del Sole 24 ore: la rampa di lancio presa da Fiat prima e Fca oggi è impressionante e lo si deve in gran parte grazie all’uomo col pullover laureatosi, tra i tanti titoli, in filosofia. Altri dati, sempre per capire cosa si intende per “effetto Marchionne” li mostra sempre il Sole 24 ore: «Oggi Fca vale almeno 10 volte quanto valeva la Fiat presa in mano 14 anni dal 66enne Marchionne. Da una perdita di 1,5 miliardi il bilancio si è ribaltato: il 2017 si è chiuso con un utile netto di 3,5 miliardi, raddoppiato rispetto al 2016. Il debito industriale è sceso a 2,39 miliardi, sotto la soglia dei 2,5 miliardi fissata dall’ad come obiettivo dell’anno».
ECCO COME CAMBIA IL GRUPPO FCA DOPO MARCHIONNE
L’uscita di scena drammatica di Sergio Marchionne ha letteralmente “rivoluzionato” l’assetto del gruppo Fca che in poche ore ha dovuto cambiare i vertici e provare a ripartire in una nuova era “anticipata” rispetto alle più fervide aspettative e speranze. I vari Cda di Fca, Jeep e Cnh sono stati convocati d’urgenza e in poche ore i cambiamenti sono stati messi nero su bianco: forte del buon rilancio del gruppo Jeep, il nuovo amministratore delegato di Fca sarà Mike Manley, fidato di Marchionne ma più uomo di “mercato” che non stratega illuminato come lo è stato per 15 anni l’italo-canadese col pullover. Il compito non sarà facile per nulla ma John Elkann (presidente di Fca) ha scelto assieme agli altri consiglieri la sua figura come la possibile chiave di rilancio dopo lo choc dell’addio per motivi di salute di Sergio Marchionne. Anche in casa Ferrari cambia tutto visto che Marchionne rappresentava assieme le cariche di ad e Ceo del gruppo col Cavallino: nuovo amministratore delegato sarà Louis Carey Camilleri (origini maltesi e già nel board della Ferrari) mentre il presidente diventa John Elkann. Novità forti anche nella Cnh – il gruppo Usa-Italia nel settore dei capital goods – visto che come nuovo ad è stata scelta la prima donna al vertice nel gruppo Fiat Chrysler: nel ruolo di Ceo “ad interim” è stato piazzato Derek Neilson che assicurerà così «la continuità operativa. Confermiamo la leadership e l’impegno straordinari che Marchionne ha dedicato all’azienda», conclude la Cnh Industrial», si chiude la nota pubblica della società.