“Bubble Boy” era un film uscito nel 2001 che, evidentemente basato su alcuni dati medici e scientifici, raccontava la storia di un ragazzo, Jimmy, nato senza sistema immunitario e quindi costretto a vivere dentro una bolla di plastica sterile perché qualunque minimo contatto esterno avrebbe potuto ucciderlo. Il film era una commedia divertente, con Jimmy che riusciva a trasformare la sua casa in una bolla mobile per impedire il matrimonio della ragazza di cui si era innamorato. Ma le persone che nascono completamente senza sistema immunitario purtroppo esistono davvero, costrette a vivere in bolle di plastica dello stesso tipo che impediscano anche un solo singolo bacio dei propri genitori, la cosa di cui un bambino ha più bisogno per sentirsi voluto bene. E’ il caso di Arriella Andrews, una bambina inglese di quattro mesi, già soprannominata “bubble girl”. Dopo essere nata la bimba ha passato un mese rinchiusa in una stanza di ospedali assumendo una gran quantità di antibiotici per combattere le infezioni che il suo corpicino non è in grado di respingere.
BASTA UN BACIO PER UCCIDERE LA PICCOLA ARRIELLA
Poi per otto giorni la madre è stata obbligata a indossare una tuta speciale per poterle stare vicino; quindi la bimba è stata messa dentro una sorta di contenitore di vetro che impedisce a chiunque di toccarla e anche prenderla in braccio, come fosse in una piccola astronave. La disperazione della madre è evidente, così come il trauma psicologico che la piccola si porterà dietro se dovesse guarire: il mancato tocco fisico della madre per un neonato è la totale privazione dell’affetto, cosa che può comportare pesanti rischi di depressione e malattie mentali. Fortunatamente adesso al quarto mese la bambina è stata rinchiusa in una stanza speciale di ospedale dove la madre può prenderla in braccio e anche baciarla, ma è l’unica persona che può farlo. Adesso la bimba è in attesa di trapianto di midollo, cosa che dovrebbe risolvere tutti i suoi problemi.