La Open Arms è di nuovo in viaggio verso l’Italia e la Libia e il Ministro degli Interni Matteo Salvini questa mattina è tornato “all’attacco” contro la Ong spagnola-catalana, in una “sfida” a distanza che ormai perdura da oltre due mesi: il tema migranti resta centrale, ma quello dell’immigrazione applicata alla politica europea sta divenendo una vera emergenza che rischia di “banalizzare” o “estremizzare” una tematica tutt’altro che minima. In mattinata il vicepremier leghista ha invece dato la notizia del ritorno di Open Arms in Italia senza ovviamente un “grande plauso” per la scelta della Ong spagnola: «La nave Ong Open Arms (quella degli insulti e delle denunce inesistenti) sta dirigendo verso il canale di Sicilia (possibile destinazione zona Sar libica). Altre provocazioni in vista? Vi tengo informati!». Poche ore prima era stata una nuova polemica sui migranti, questa volta contro la Turchia e l’Unione Europea, ad aver acceso la mattinata politica del leader leghista: «Da inizio anno sono sbarcati in Italia 1.200 immigrati arrivati via mare dalla Turchia. Per controllare l’immigrazione l’UE sta regalando 6 miliardi di euro alla stessa Turchia. Qualcosa non torna, qualcuno non fa ciò che dovrebbe?», ha scritto Salvini su Twitter.
NAVE ONG VIA DA SPAGNA
Arrivata sabato in Spagna, già di nuovo in partenza ieri dal porto di Maiorca per tornare nel Mediterraneo: l’operato della Ong Proactiva Open Arms ricomincia da dove si era interrotto nel soccorrere Josefa, ovvero nel ritornare sulle acque libiche per soccorre eventuali nuovi disperati alla deriva sui gommoni libici. La nave ha lasciato il porto del capoluogo delle Baleari ieri pomeriggio alle 17 per fare rotta verso il Mediterraneo meridionale dove si estenda la zona Sar (Search and rescue) di competenza libica: è inevitabile che altre polemiche sono quasi certe in rampa di lancio con i “soliti” ormai protagonisti: il Governo italiano nel nome del Ministro Salvini, le autorità di Malta, la Guardia Costiera libica e il Governo di Tripoli. E ovviamente la stessa nave Ong di origini catalane che nelle ultime settimane ha sollevato in più occasioni polveroni sul fronte immigrazione, denunciando diversi Governo europei per la “mancata accoglienza”: nell’ultimo viaggio sono “sbarcati” a Palma di Maiorca i cadaveri di una donna e un bimbo vittime del naufragio di martedì scorso, oltre ovviamente alla ormai ben nota unica sopravvissuta Josefa.