Una ragazza stuprata a Reggio Emilia ha collaborato con la polizia per rintracciare il suo carnefice. Il dettaglio principale per cui Prayzner Miroslav è stato riconosciuto è una cicatrice sul volto come riporta l’edizione online de Il Resto del Carlino. La ragazza infatti pare abbia sottolineato questo dettaglio agli inquirenti che sarebbero così riusciti a rintracciare e fermare l’uomo. Il ventiseienne era un richiedente asilo con un permesso di soggiorno in attesa di definizione per il suo status di profugo. Come richiesto dal Partito Democratico dovrebbe essere immediatamente espulso. La ragazza di venti anni dovrà iniziare un percorso di recupero per cercare di dimenticare questo terribile fatto, probabilmente sarà affidata a uno specialista ma nonostante questo si è meritata i complimenti del questore per la forza d’animo e la volontà di fermare quest’uomo che avrebbe potuto fare male anche ad altre donne. (agg. di Matteo Fantozzi)



QUESTORE: “CI HA AIUTATO”

Prayzner Miroslav, il 26enne richiedente asilo ucraino accusato di aver pestato e poi stuprato domenica sera, una 24enne di Reggio Emilia era entrato dal Brennero nel 2016. Come riportato da Il Resto del Carlino, il presunto autore della violenza sessuale era incensurato e risulta essere in possesso di un permesso di soggiorno in attesa di definizione per lo status di profugo, richiesto proprio alla questura di Reggio. Come ha riferito il questore Antonio Sbordone, decisiva per risalire all’identikit dell’assalitore e di conseguenza per procedere all’arresto è stata la descrizione fornita dalla stessa vittima dello stupro:”Lo abbiamo identificato nel giro 24 ore. La ragazza ci ha aiutato tantissimo, nonostante la terribile prova che aveva subìto, ci ha fornito con freddezza una descrizione dettagliatissima che ci ha permesso di individuarlo”. Secondo Sbordone, l’ucraino “non era uno sbandato. Aveva un lavoro, ma si puo dire avesse una personalità disturbata. Viveva un po’ da amici e un po’ per strada. Anche nei luoghi vicini a dove si è consumato il fatto”. (agg. di Dario D’Angelo)



STUPRATORE TRADITO DA POCHI DETTAGLI

Secondo quanto raccolto dalla Questura di Reggio Emilia e dalla Polizia Mobile, il 26enne fermato sarebbe stato “tradito” da una banale cicatrice e da un logo sulla t-shirt: il richiedente asilo infatti era stato segnalato presente ad una lite qualche giorno fa a causa di perduranti problemi di alcolismo. In seguito alla baraonda si era procurato una cicatrice in volto che sarebbe stato decisivo, tra i pochi particolari riferiti dalla ragazza stuprata nel cespuglio, per poterlo riconoscere. Non solo, gli agenti che erano appostati da ore attorno al “covo di fortuna” all’interno di una zona con molta vegetazione (non lontano dal luogo dello stupro) hanno trovato uno zaino con dentro una maglietta rossa con logo di una ditta di imballaggi in cui aveva trovato lavoro saltuario il richiedente asilo senza fissa dimora. Come ha spiegato l’Ansa, la stessa azienda di cui riportava il logo sulla maglietta ha collaborato per la sua cattura. Questi due dettagli, alla fine, sono riusciti a far consegnare alla giustizia il ragazzo protagonista dell’ignobile violenza. 



SINDACO REGGIO EMILIA: “ESPULSIONE IMMEDIATA”

Luca Vecchi “segue” la linea di Matteo Salvini e dopo l’arresto del 26enne ucraino chiede una e una sola cosa alla giustizia italiana: «deve essere espulso», raccogliendo non l’esatta “richiesta” dei familiari della ragazza violentata che invece chiedevano la galera per chi aveva ridotto in quello stato la figlia. Invece il sindaco di Reggio Emilia, nel complimentarsi con le forze di polizia per l’ottima e rapida chiusura delle operazioni di arresto – va ancora verificato però se il 26enne preso sia effettivamente il colpevole, con altre profonde e curate indagini della magistratura – scrive in una nota, «Contestualmente, nel ribadire i sentimenti di vicinanza e di solidarietà alla vittima, il Comune di Reggio Emilia nell’auspicare la massima severità di giudizio verso questa condotta odiosa ha dato mandato al proprio ufficio legale di valutare l’opportunità di costituirsi parte civile». Infine, la “chiosa” che ricalca la stessa richiesta del Ministro Salvini durante l’annuncio dell’arresto avvenuto via social: «Non di meno riteniamo che, qualora sussistessero i presupposti di legge, il soggetto in questione dovrebbe essere espulso con effetto immediato dal nostro Paese», scrive il sindaco Vecchi.

IL VIOLENTATORE ERA NASCOSTO IN CAMPAGNA

Dopo l’annuncio dato alla stampa direttamente dal Ministro Salvini, emergono alcuni dettagli circa la positiva conclusione delle ricerche in merito al presunto violentatore di Reggio Emilia: secondo quanto raccontato dalla Mobile, l’uomo è stato trovato dopo «36 ore ininterrotte di attività investigativa degli uomini della Squadra Mobile». Secondo poi quanto citato da alcuni quotidiani locali, il 26enne è stato braccato mentre si stava nascondendo in un’area isolata, forse in campagna appena fuori Reggio Emilia. Pare tra l’altro che all’identificazione del presunto stupratore, si sia giunti tramite la profonda conoscenza del territorio degli stessi inquirenti che hanno ipotizzato dove potesse nascondersi un uomo, probabilmente molto giovane, in completa fuga e e ricercato in tutta la provincia. Intanto il padre della ragazza stuprata rilancia ai colleghi del Resto del Carlino, «spero che stia in galera, che non esca una settimana dopo e che vada a fare in giro altri guai come a mia figlia. Io, ultimamente, ho poca fiducia nella giustizia. Ma quell’uomo deve pagare per l’orrore che ha commesso».

SALVINI ANNUNCIA L’ARRESTO: “È UN RICHIEDENTE ASILO UCRAINO”

L’autore dello stupro ai danni di una 20enne reggiana, che nella serata di ieri si era vista trascinare dietro un cespuglio di Via Petit Bon – nella prima periferia di Reggio Emilia – ed era stata violentata, è stato arrestato. A dare l’annuncio su Facebook è stato lo stesso ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che si è congratulato con le forze dell’ordine per il risultato raggiunto: “Complimenti alla Polizia di Stato”, ha scritto il segretario leghista. In manette è finito un richiedente asilo ucraino di 26 anni. Da questo dato si è originato lo spunto che ha consentito al titolare del Viminale una digressione di stampo politico:”Per la sinistra la nostra linea sarebbe “troppo dura”. Sbagliato, inaspriremo leggi troppo deboli: VIA dall’Italia i clandestini delinquenti, VIA ogni forma di protezione a chi si macchia di questi reati schifosi!”. (agg. di Dario D’Angelo)

RICERCATO UNO STRANIERO

Secondi i colleghi della Gazzetta di Reggio, in tutta la città e regione è ricercato un 30enne straniero ancora senza identità per l’ignobile stupro nella periferia reggiana: stando sempre al quotidiano locale, dopo aver raccolto alcune fonti dalla polizia, si pensa che lo straniero possa essere non un nordafricano come riferito da alcuni nelle prime ore di indagini, bensì un uomo proveniente da un Paese dell’Est Europa, esattamente come nel caso di Piacenza. Intanto hanno parlato i genitori della giovanissima violentata che, come comprensibile, si scagliano contro l’autore denunciando di aver rovinato a lei e a loro stessi l’intera esistenza: «Aveva il volto ricoperto di sangue. Piangeva e tremava. Era in stato confusionale. Pensavo che avesse avuto un incidente stradale. Poi ci ha detto: ‘Mi hanno violentata’. Non credevamo alle nostre orecchie», raccontano i genitori della ragazza all’ospedale Santa Maria Nuova, da ore accanto alla figlia sotto choc ricoverata. Uscita alle 20.30, tornata in casa alle 21 con le ferite e quello spaventoso “percorso” fatto nel parco dopo lo stupro: «L’hanno aggredita da dietro. Quel balordo  ha abusato di lei. Una violenza completa. Le ha rovinato la vita. È qualcosa difficile da raccontare, da realizzare», spiega il padre al collega del Resto del Carlino. 

INQUIRENTI ASCOLTERANNO LA VITTIMA

E’ probabilmente un 30enne straniero l’autore dello stupro di Reggio Emilia, ancora in fuga: al momento gli inquirenti non avrebbero in mano altre notizie significative, tanto che nella giornata di martedì dovrebbero ascoltare la vittima, per cercare di raccogliere una testimonianza maggiormente circostanziata e riuscire a capire se ci sono elementi più numerosi per identificare l’aggressore. A Reggio Emilia per tutta la giornata di lunedì si è scatenata una vera caccia all’uomo che non ha dato frutti. La vittima è stata soccorsa in stato di shock e si è avviato il protocollo sanitario necessario per le vittime di violenza sessuale, ma appena si sarà ripresa servirà una sua nuova testimonianza per comprendere cosa è accaduto e soprattutto per cercare di ricavare altri particolari che possano incastrare finalmente lo stupratore. (agg. di Fabio Belli)

PREOCCUPAZIONE DOPO PIACENZA

In Emilia lo stupro avvenuto a Reggio sta avendo grande risonanza mediatica e causando grande preoccupazione tra i cittadini a causa anche del recente precedente a Piacenza, dove una barista cinese è stata violentata da un clandestino che era stato peraltro già espulso dal paese, alimentando in questo modo polemiche feroci in un momento particolarmente delicato in questo paese riguardo la discussione su migranti e accoglienza e sull’impatto dell’immigrazione in Italia. E potrebbe essere straniero anche l’aggressore di Reggio Emilia, anche se la caccia all’uomo continua e si sta cercando di capire dove possa essere fuggito. Il Sindaco Vecchi ha auspicato un’accelerazione nelle indagini, decisiva sarà anche la testimonianza della ventenne violentata e soprattutto i rilievi della scientifica, che potrebbero portare a scoprire indizi decisivi per identificare il colpevole. (agg. di Fabio Belli)

LO SDEGNO DEL SINDACO

La caccia all’uomo continua ma di grandi novità, al momento, non ve ne sono in merito all’identità e al luogo dove potrebbe trovarsi l’aggressore della 20enne reggiana stuprata. Secondo le informazioni filtrate dalla Polizia ai colleghi del Messaggero, il criminale avrebbe approfittato di alcuni arbusti presenti dietro al cespuglio all’interno del Parco delle Caprette per “attutire” il rumore e le urla della giovane violentata. Il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, ha spiegato ai media locali che la violenza sessuale avvenuta la scorsa notte «è un reato di gravità assoluta, davanti al quale il primo pensiero e il primo sentimento devono essere quelli di vicinanza e solidarietà alla vittima». Nell’attesa che la scientifica possa trovare qualche traccia utile ad accelerare le indagini, lo stesso primo cittadino reggiano conclude «Auspichiamo che, nel momento in cui verrà assicurato alla giustizia, al colpevole venga riservata una pena adeguata e severa». Purtroppo di testimoni, al momento, pare non essercene stati all’interno del parco attorno alle ore 21 di ieri.

POLIZIA LAVORA SULLE TRACCE POSSIBILI

Continuano a Reggio Emilia e dintorni le ricerche di un uomo, probabilmente di nazionalità straniera stando almeno a fonti di cronaca locale, responsabile nella serata di ieri di uno stupro ai danni di una ragazza di 20 anni, soccorsa in stato di choc e al momento ricoverata in ospedale. Secondo quanto si apprende, dopo aver eseguito i rilevamento del caso in quell’angolo di via Petit Bon dove la giovane è stata prima aggredita e poi violentata dietro un cespuglio, in una zona al riparo da sguardi e in un momento della giornata in cui non c’era un gran viavai di gente, gli uomini delle forze dell’ordine avrebbero acquisito dei possibili indizi per risalire all’identità dello stupratore, al momento in fuga e del quale, a parte il fatto che potrebbe avere all’incirca trent’anni e l’identikit ricostruito in base alle prime dichiarazioni della 20enne, purtroppo al momento si sa ben poco. (Agg. di R. G. Flore)

AGGRESSORE ANCORA IN FUGA

Sono ancora in corso le ricerche dell’uomo che due giorni fa ha violentato una giovane ragazza di appena 20 anni di Reggio Emilia. L’episodio si è verificato in via Petit Bon, mentre la vittima stava passeggiando tranquillamente. Un caso molto simile era accaduto sempre a Reggio Emilia, precisamente tre anni fa. Anche in quel caso era estate, fine luglio, e una 20enne venne violentata al Parco delle Caprette nella nota città emiliana. La giovane ragazza stava camminando da sola, quando verso le ore 13:00 venne raggiunta da un uomo di colore (anche nel caso di due giorni fa lo stupratore è probabilmente straniero, almeno stando alla descrizione della vittima), che l’afferrò da dietro e la portò dietro un cespuglio per poi violentarla, stessa identica dinamica dell’episodio di due giorni fa. In quel caso la ragazza subì anche il furto di 50 euro: l’uomo non venne mai ritrovato, la speranza è che questa volta l’aggressore possa finire in manette. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

NUOVO CASO DI STUPRO

Un po’ come era successo due giorni fa a Piacenza, un nuovo caso di violento stupro sconvolge l’Emilia Romagna questa volta a Reggio Emilia: una ragazza di 20 anni ha denunciato sotto choc di essere stata aggredita, violentata per diverse ore e lasciata per terra dietro un cespuglio in periferia della stessa cittadina emiliana. Il tutto sarebbe avvenuto in Via Petit Bon e avrebbe coinvolto attorno alle ore 21 di domenica sera una ragazza di 20 anni originaria reggiana, mentre il violentatore sarebbe un giovane straniero: il brutale stupro è avvenuto di colpo, mentre la ragazza passeggiava per quella via (ancora non è chiaro da dove arrivava e verso dove si stava dirigendo). Il criminale l’avrebbe colta alle spalle, scaraventata dietro al cespuglio prima di consumare l’atto di violenza per diverso tempo. Dopo il rapporto sessuale “forzato”, l’uomo si è dato alla fuga lasciando la poveretta per terra ferita e sotto choc: soccorsa dal 118, è stata portata in ospedale dove poi è stata effettuata la denuncia alla Polizia.

CACCIA ALL’UOMO IN TUTTA REGGIO EMILIA

La nazionalità dello stupratore non sarebbe ancora stata rivelata ma pare si tratti di uno straniero e non di un cittadino italiano. Sul posto della violenza, gli uomini delle Volanti, della Squadra Mobile e della Scientifica per trovare tracce della violenza: è stato aperto ovviamente un fascicolo e ora la polizia indaga per chiarire la dinamica dell’evento. All’ospedale intanto è stato dato il via all’interno protocollo sanitario che si applica in caso di violenze sessuale, con la speranza di trovare anche qualche indizio e prova sull’identità dell’uomo che ha aggredito e stuprato la giovane ragazza. Nel caso di Piacenza, dove ad essere violentata era stata una barista del centro, l’uomo venne trovato il giorno dopo a Milano mentre cercava di fuggire: la speranza è anche in questo caso si possa riuscire a consegnare alla giustizia il vile aggressore.