Gigi Moncalvo è uno dei pochi giornalisti in Italia che, in tempi non sospetti, sugli Agnelli ha sempre scritto senza risparmiarsi mai critiche, polemiche e “presunti scandali”. Soprattuto ha sempre sottolineato quei “silenzi” del gruppo Exor che negli anni hanno di volta in volta significato diversi comportamenti e scelte aziendali: è uno degli scrittori, insomma, non particolarmente graditi al Lingotto perché non ha quasi mai riservato “carinerie” alla famiglia più importante d’Italia. Nei giorni drammatici della malattia di Sergio Marchionne, l’autore di “Agnelli segreti” spiega che d’ora in poi a casa Fca comanderà ancora di più John Elkann: «Nel tourbillon di nomine fatte, colpisce la nomina di John Elkann alla presidenza della Ferrari. Sembra un messaggio alla royal family: sono io che comando. Forse c’erano al proposito delle promesse fatte ad Andrea Agnelli, specialmente nel periodo in cui se la passava male, e per dargli una mano avevano pensato di mandarlo a presiedere la Ferrari». Secondo Moncalvo, la scelta invece di “Jacky” di insediarsi al Cavallino è molto simbolica e parla su più fronti: con Vettel in buona posizione per vincere il titolo, «Quale occasione migliore per essere artefice della conquista di quel prestigioso trofeo? Invece il giorno dopo il pilota va a schiantarsi e la Rossa ritorna al secondo posto. Tutti sappiamo quanta visibilità diano le vittorie sportive. Forse per questo Jhon Elkan è intervenuto anche sulla campagna acquisti della Juve, sottolineando con le agenzie, che era stato  lui a dare il disco verde all’acquisto di questo e quell’altro calciatore». Così la Ferrari, la Juve e soprattutto Fca: con Marchionne il “duopolio” era evidente: ora sarà monopolio? 



GRILLO, “UCCISO DA FINANZA CONIGLIO”

Mentre a Torino sono ancora riuniti i vertici (nuovi) di Fca e mentre la Borsa segna un balzo positivo per il gruppo di Famigli Agnelli, imperversa nella “polemica” sulla vicenda Marchionne l’ultimo post sul blog di Beppe Grillo dove il fondatore M5s ammette candidamente la sua stima per l’ex ad – «un genio» – ma dove attacca pesantemente la finanza mondiale. Il titolo è già emblematico, «Marchionne, la finanza è quel sistema che ti uccide da vivo, mentre sei vivo» ma il testo lo è ancora di più: «una persona che lo ama non potrebbe affidarsi ai media per avere sue notizie. La finanza internazionale lo ha già ucciso, e con lei i media. È una morte azionaria, veloce, che come un enorme coniglio codardo che sente ruggire un leone, anche se fosse semplicemente mosso un topo a cento chilometri di distanza. È un coniglio feroce, che di una persona ricoverata in ospedale parla come di un morto, perché mvede solo ‘nulla da dire’ oppure ‘morto’». Contro la finanza ma evidentemente anche contro la stampa, non una novità per Beppe Grillo, che polemizza anche contro Google che ha dato per “morto” Marchionne negli ultimi giorni (oggi si è scusata ufficialmente); «Mette una grande tristezza, eppure per noi si tratta semplicemente di un genio in un contesto che non ci appassiona direttamente. Google si è scusata poche ore fa per avere confuso quello sciame ottuso di agenzie e rapporti isterici della finanza per una sentenza di morte». 



ECCO PERCHÈ NON SI CONOSCONO LE CONDIZIONI DI SALUTE

Sono in tanti, in questi giorni di grande apprensione e dolore per le difficili condizioni di salute di Sergio Marchionne, a domandarsi il motivo di tanta riservatezza sulle ragioni che hanno portato al passaggio di consegne ai vertici di FCA. A spiegarlo è Il Sole 24 Ore, citando la normativa adottata dall’Italia in maniera di “market abuse”, ovvero gli abusi di mercato. Nel regolamento Ue n. 596/2014 e permettono ad un’azienda di ritardare le notizie che potrebbero spingere qualcuno a manovre speculative. Ed è proprio il caso di Marchionne e FCA. L’azienda in questo caso ha davanti a sé due opzioni, consapevole che la notizia di un amministratore delegato malato e impossibilitato a continuare il suo lavoro potrà causare dei contraccolpi negativi per il titolo quotato in Borsa: “rendere subito pubblica la notizia o tenerla segreta per, ad esempio, pubblicarla contestualmente alla nomina del successore”. Ed è evidente che Elkann abbia deciso per questa seconda strada, inviando ai dipendenti una lettera sulle condizioni di salute di Marchionne, solo ed esclusivamente dopo la nomina di Mike Manley. Lo stesso regolamento prevede che l’azienda garantisca la riservatezza della informazione. Questo prevede l’apposita creazione di un registro delle persone a conoscenza dell’informazione “segreta” che, nel momento della pubblicazione, deve essere trasmesso alla Consob, l’organo di vigilanza di borsa. Una misura volta a verificare che nessuno abbia speculato poiché in possesso di informazioni privilegiate. (agg. di Dario D’Angelo)



CONDIZIONI GRAVI MA STABILI

Secondo quanto filtra in maniera ancora una volta “clandestina” dall’ospedale di Zurigo è pessimismo, da un lato, con una punta di speranza: le condizioni restano gravi ma «stabili nella loro gravità», il che significa che Marchionne non è peggiorato nel corso delle ultime 48 ore. O almeno, questo è quello che viene raccolto da diversi colleghi inviati sul posto e “riuniti” nei loro commenti nell’ultimo dispaccio dell’Agi; il reparto di terapia intensiva dello UniversitatsSpital di Zurigo resta circondato dalle telecamere di tutto il mondo ma ancora ad oggi, dopo il Cda di sabato scorso, nessuna informazione ufficiale è arrivata da Fca, Exor, famiglia Agnelli o la stessa famiglia di Marchionne (che però in queste ore ha giustamente tutt’altro da pensare e badare). I dubbi avanzati dal Corriere della Sera e da altre testate sulla “malattia irreversibile” non aiutano di certo ad avere una linea chiara su cosa possa essere successo all’ex ad di Fiat: di certo qualcosa dopo quell’intervento (programmato, quindi non di emergenza) alla spalla è successo e non resta che capire se le parole di Franzo Grande Stevens sul tumore ai polmoni sia una sua “interpretazione” o una reale ammissione della verità delle cose. Al netto di tutto, vale sempre – anche a nome della redazione de Il Sussidiario – l’invito fatto da John Elkann nella lettera ai dipendenti Fca: «una preghiera per Sergio», prima di ogni possibile “rumors” è al momento l’unica cosa che conta per davvero. 

OPERAI MIRAFIORI, “CI HA SALVATO”

I misteri si annidano attorno a Sergio Marchionne: un tweet sibilino di uno degli inviati a Zurigo per Repubblica, Maurizio Crosetti, poco fa sta facendo discutere, «non si deve ravanare nelle cartelle cliniche di nessuno». Un riferimento “specifico” a qualche tentativo di collega o presunto tale che di fronte alla totale assenza di notizie ufficiali sulle condizioni di Marchionne si è “arrischiato” in qualcosa di illegale? Oppure una denuncia “generale” verso chi, in tanti, lancia supposizioni sulla salute dell’ex ad Fca sui quotidiani e sui media? Non lo sapremo, ma di certo se esiste un modo per scatenare dietrologie, rumors e “voci di corridoio” è proprio la completa mancanza di comunicazione. Proseguono intanto i tanti messaggi di coloro che in Marchionne hanno sperimentato la presenza di un uomo incisivo e determinante per il futuro del proprio lavoro: gli operai della Fiat di Mirafiori, ad esempio, raccontano di come quel dirigente scorbutico in realtà ha fatto molto più di quanto si pensi anche per il mondo operaio. «Marchionne? Ha sollevato una situazione finanziaria disastrosa», spiega alla Stampa l’ex operaio oggi membro Fiom Ugo Bolognesi. E per Concetta Tosti invece, attuale operaia a Mirafiori, il ricordo di Marchionne è segnato in questi termini: «provo gratitudine: ha modernizzato il lavoro rendendolo meno faticoso, ci ha garantito ambienti più puliti e curati, dagli spogliatoi alle mense. Bisogna guardare in faccia la realtà: io sono arrivata qui nel 1989, di quel mondo non è rimasto nulla. Lui ha fatto il massimo per traghettarci nel nuovo senza farci affondare». 

LE IMPENSABILI COMPLICANZE

Supposizioni, indiscrezioni non confermate, rumours: sullo stato di salute di Sergio Marchionne non trapela nulla di ufficiale né dall’ospedale universitario di Zurigo dov’è ricoverato da fine giugno, né dai vertici di FCA o dalla famiglia. La riservatezza regna sovrana sulle condizioni del manager, ma quella frase di John Elkann, “Sergio non tornerà più a lavorare” la dice lunga sulle speranze (poche) che la situazione dell’italo-canadese possa migliorare. Ma la domanda che in queste ore tutti si pongono è la seguente: cos’ha Sergio Marchionne? Franzo Grande Stevens ha parlato ieri apertamente di “malattia”. Il Corriere della Sera ha tentato allora di unire i puntini e di arrivare ad una risposta quanto più plausibile. L’ipotesi è che Marchionne, ricoverato ufficialmente in Svizzera per un’operazione alla spalla, sia in realtà affetto da un tumore alla parte apicale del polmone. Oncologi ed esperti, infatti, sottolineano che questo di patologia polmonare si caratterizza dalla presenza di forti dolori alle spalle e che l’intervento chirurgico presenta il rischio, non basso, di una lesione all’aorta e dunque anche al cervello. Potrebbero essere queste le complicazioni “impensabili” di cui parlava John Elkann, questo il cursus ospedaliero che potrebbe aver ridotto in fin di vita Sergio Marchionne. (agg. di Dario D’Angelo)

TRISTE IRONIA, LE AZIONI NEL COLOSSO DELLE SIGARETTE

Si sta parlando delle condizioni di salute di Sergio Marchionne ormai da giorni, senza avere notizie ufficiali. Da quello che sta trapelando però, la sua abitudine di essere un accanito fumatore, notoriamente conosciuta, potrebbe aver avuto un ruolo decisivo nella terribile malattia che lo avrebbe messo in pericolo di vita. Marchionne ha sempre avuto un rapporto particolare con il tabacco, andato anche oltre le abitudini di singolo fumatore. Una notizia trapelata in queste frenetiche ore è quella relativa alla sua ultima operazione in Borsa: Marchionne all’inizio di maggio avrebbe infatti comprato un pacchetto di azioni della Philip Morris: 2.138 titoli del colosso del tabacco che commercializza anche le celeberrime sigarette Marlboro, acquistate per un costo complessivo di 180mila dollari. Di certo non una cifra da capogiro per un Manager come Marchionne abituato a far girare milioni, ma che conferma la sua vicinanza al “salotto buono” dell’industria del tabacco, che resta una delle più ricche del mondo. Per quanto le abitudini da fumatore potrebbero essere state fatali per l’ormai ex amministratore delegato di FCA. (Agg. di Fabio Belli)

ANCORA MISTERO SU COMA E TUMORE

La giornata che sta passando in soffitta è stata da un lato ricca di novità per il mondo “dopo Sergio Marchionne” mentre, purtroppo, è stata avara di (buone) notizie e novità in merito alle condizioni di salute dell’ex ad di Fca. Quello che infatti sappiamo finora è tutto quanto è dato sapere ai media di tutto il mondo: la discrezione della famiglia – con la compagna Manuela Battezzato e i figli Alessio Giacomo e Jonathan Tyler, e la privacy di casa Agnelli non hanno permesso che potessero emergere i reali motivi del ricovero e delle “condizioni irreversibili” in cui versa il manager col pullover. La clinica di Zurigo è centro del mondo in queste ore, con tutti in cerca di una parola, un sospiro, un bollettino (finora non ne sono ancora usciti). L’unico “spiraglio” è stato fornito dall’avvocato di casa Agnelli, quel Franzo Grande Stevens che in una lettera al Corriere della Sera ha sentenziato «Quando dalla tv di Londra appresi il giovedì sera che egli era stato ricoverato a Zurigo, pensai purtroppo che fosse in pericolo di vita. Perché conoscevo la sua incapacità di sottrarsi al fumo continuo delle sigarette. Tuttavia, quando seppi che era soltanto un intervento alla spalla, sperai. Invece, come temevo, da Zurigo ebbi la conferma che i suoi polmoni erano stati aggrediti e capii che era vicino alla fine». Si pensa al coma, ma non si dice; si pensa al tumore, ma non si dice: si pensa ad un dramma in corso e questo, purtroppo, viene non solo detto ma percepito da ognuno, in Italia come nel mondo.

LE ULTIME NOTIZIE SUL FUTURO DI FCA

LA LETTERA CHE MARCHIONNE INVIAVA AI DIPENDENTI FCA

Mentre la Borsa ha salutato assai male il primo giorno dell’era Manley alla guida di Fca, e mentre il gruppo di Casa Agnelli ha visto il clamoroso addio del n.2 Alfredo Altavilla, si rincorrono polemiche e “agiografie” comparse sulla figura di un uomo che è ancora in vita, come forse qualcuno dimentica ancora. È allora per una volta, invece che soffermarci sulle critiche e le divisioni, riteniamo utile far “parlare” lo stesso Sergio Marchionne: era solito infatti l’ex ad inviare a tutti i nuovi dipendenti di Fca una lettera breve, schietta dove però potesse esprimere tutto l’invito e il desiderio di aprire le porte ad una “nuova mente” che potesse collaborare alla crescita dell’azienda. Dal ruolo più umile al top manager, dalla segretaria al progettista: Marchionne parlava di lavoro e responsabilità, di occasione e di significato, di talento e di sacrificio. Ecco dunque il testo integrale della lettera:

«Esiste un mondo in cui le persone non lasciano che le cose accadano. Le fanno accadere. Non dimenticano i propri sogni nel cassetto, li tengono stretti in pugno. Si gettano nella mischia, assaporano il rischio, lasciano la propria impronta. È un mondo in cui ogni nuovo giorno e ogni nuova sfida regalano l’opportunità di creare un futuro migliore. Chi abita in quel luogo, non vive mai lo stesso giorno due volte, perché sa che è sempre possibile migliorare qualcosa». Nella seconda e ultima parte della lettera, l’ex ad concludeva: «Le persone, là, sentono di appartenere a quel mondo eccezionale almeno quanto esso appartiene loro. Lo portano in vita con il loro lavoro, lo modellano con il loro talento. V’imprimono, in modo indelebile, i propri valori. Forse non sarò un mondo perfetto e di sicuro non è facile. Nessuno sta seduto in disparte e il ritmo può essere frenetico, perché questa gente è appassionata – intensamente appassionata – a quello che fa. Chi sceglie di abitare là è perché crede che assumersi delle responsabilità dia un significato più profondo al proprio lavoro e alla propria vita. Benvenuta in quel mondo. Benvenuta in Fiat Chrysler Automobiles». Marchionne: non un santo o un diavolo, semplicemente un uomo brillante.