La Cassazione ha negato i domiciliari a Giovanni Brusca, noto esponente di Cosa Nostra in cella dal 1992, uno dei responsabili dell’attentato al giudice Giovanni Falcone. I legali del 61enne palermitano avevano effettuato la loro richiesta, respinta però perché il “ravvedimento – si legge sulla motivazione della Cassazione, come riporta La Repubblica – non può essere presunto sulla base della sola collaborazione e dell’assenza di attuali collegamenti con la mafia, ma richiede ulteriori, specifici, elementi e una maggiore attenzione verso le vittime”. Confermato così quanto stabilito lo scorso ottobre dal tribunale di sorveglianza di Roma.
RESTERA’ IN CARCERE FINO AL 2022
Brusca resterà in carcere fino al prossimo 2022, dopo che gli era stata comminata una pena di 30 anni di reclusione, ridotta dall’ergastolo dopo che lo stesso “Verru”, così come veniva soprannominato, ha iniziato a collaborare con la giustizia. La richiesta di domiciliari non è una novità per i legali di Brusca, che l’avevano già chiesta nel 2009, respinta anche all’epoca dalla Cassazione con le stesse motivazioni di oggi. A Brusca viene riconosciuta l’importanza della collaborazione, nonché la cessata pericolosità sociale e il suo positivo percorso, ma i progressi non sono ancora determinanti al fine appunto di ottenere ciò che è stato richiesto dal suo pool di avvocati.