Dopo la convalida del fermo per Jalal Hassisou e Soufyane El Khedar, i due marocchini accusati di aver massacrato di botte Zeneb Badid, sono ore di attesa. Sono state disposte perizie per confermare l’uso di sostanze stupefacenti da parte dei due uomini che avrebbero pestato con pugni e calci la donna, mamma di tre figli, in una casa nelle campagne di Baja Sardinia. Ma saranno rilevanti, come riportato dall’Unione Sarda, anche i risultati dell’autopsia che dovranno accertare se, tra le altre cose, le ore trascorse tra le prime profonde ferite inferte alla vittima e la richiesta di soccorsi abbiano avuto una rilevanza nella morte della 34enne, arrivata all’ospedale di Olbia quando era ormai in coma. Le indagini, condotte dai carabinieri di Olbia, sono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Cristina Carunchio. Non si è più ripresa. È morta nella tarda mattinata di ieri. (agg. di Silvana Palazzo)



UNO DEGLI ARRESTATI “SCONVOLTO E DISPERATO”

Le indagini su quanto accaduto in Costa Smeralda al termine di un festino di alcol e droga e incentrate sull’uccisione violenta di una marocchina 34enne sono partite dopo la segnalazione del personale del Pronto Soccorso di Olbia. Qui era arrivata la donna in condizioni critiche dopo essere stata trasportata dalla guardia medica di Arzachena dal personale del 118. Inizialmente era stata condotta dai due amici alla guardia medica riferendo di una caduta accidentale ma questa versione è stata definita subito poco credibile dagli inquirenti che hanno quindi approfondito ricostruendo il drammatico episodio culminato con la morte della donna e l’arresto dei due connazionali. L’aggressione violenta nei confronti della 34enne sarebbe stata generata dalla gelosia, come emerso dall’inchiesta del sostituto procuratore di Tempio Cristina Carunchio, provata da Jalal Hassissou in seguito agli ammiccamenti di un altro marocchino nei confronti della donna. Ora Jalal Hassissou, 40 anni, e Soufyane El Khedar, 36 anni dovranno rispondere dell’accusa di omicidio. Il più giovane si sarebbe difeso spiegando di essere innocente e di aver tentato anche di aiutare la ragazza dalla furia del 40enne. Quindi si è detto sconvolto e disperato per l’accaduto, come spiega Cagliaripad.it. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



UNO DEGLI ARRESTATI SI DIFENDE: LITE PER GELOSIA?

Non è ancora ben chiara la dinamica del pestaggio a cui è stata sottoposta la 34enne Zeneb Badid, deceduta all’Ospedale di Olbia dopo essere stata riempita di botte ed essere finita in coma. Oggi, dopo che uno dei connazionali sospettati dell’omicidio si è presentato davanti al gip, ha di fatto negato qualsiasi responsabilità per il crimine, sostenendo di aver anzi difeso la donna dall’aggressione di Jalal Halissou, il 40enne che era con lui nel corso del festino incriminato a base di droga e alcool. Tuttavia, al momento, dopo la versione fornita dal 36enne Soufiane El Khadar, non vi sono riscontri su quella dell’altro uomo che, probabilmente, rigetterà le accuse di essere stato l’unico a riempire di botte Zenib: l’unica certezza al momento che hanno gli inquirenti è che l’aggressione è stata davvero brutale e che il possibile movente di uno dei due sospettati ora in stato di fermo (o di almeno uno dei due) è la gelosia, e che la lite sarebbe nata per via di una serie di sguardi e ammiccamenti che qualcuno avrebbe rivolto alla 34enne di origini marocchine. (agg. di R. G. Flore)



UNO DEI DUE ARRESTATI SI DIFENDE

La confessione di uno dei 2 imputati ha di fatto “confermato” la linea investigativa ma non ha per nulla risolto il caso: «Ho tentato in tutti i modi di difendere la ragazza, ma non ce l’ho fatta, lui è più forte di me e aveva preso cocaina, poi mi ha minacciato per farmi dire che era stato un incidente», con queste parole Soufiane El Khadar scarica di fatto tutta la colpa dell’omicidio brutale contro il “compare” 40enne, anche lui marocchino. Qualcuno sta mentendo in questa storia e l’orrore più grande è che ormai nulla è più recuperabile per quella povera donna 34enne uccisa, massacrata e brutalizzata dopo un “festino” a base di eccessi d’ogni tipo. La gelosia, come abbiamo scritto qui sotto, sarebbe il movente di colui il quale però, ancora, non ha fornito una sua versione sull’intera tragedia: nel frattempo, ci pensa El Khadar a parlare, assistito dall’avvocato Nino Vargiu. Nelle ultime ore, il marocchino in carcere a Tempio Pausania si è detto “sconvolto e disperato” per quanto accaduto. (agg. di Niccolò Magnani)

CONVALIDATO FERMO DEI 2 CONNAZIONALI

La 34enne Zeneb Badid era stata ricoverata ieri in gravissime condizioni presso l’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Olbia ma la donna di origini marocchine, finita poi in coma causa del pestaggio non ce l’ha fatta: per il suo omicidio sono stati fermai due connazionali che nella giornata di oggi sono stati chiamati a fare chiarezza sulla propria posizione e per comparire davanti al giudice che si occupa delle indagini preliminari per confermare il fermo. I due, infatti, avrebbero pestato la 34enne in preda ai fumi dell’alcol e della droga nella notte tra domenica e lunedì scorso fino a ridurla in fin di vita, in una casa sulle colline di Baia Sardinia, località nei pressi di Arzachena. Per quanto riguarda invece il movente, pare che sia stata la gelosia a scatenare la ferocia ingiustificata dei due marocchini, uno di 36 e l’altro di 40 anni, anche se si attendono in merito degli aggiornamenti a seguito degli interrogatori a cui i presunti assassini sono stati sottoposti dopo il loro fermo. (agg. di R. G. Flore)

FERMATI DUE UOMINI PER L’OMICIDIO

Una donna marocchina di 34 anni è stata massacrata di botte e uccisa sulle colline di Baia Sardinia, vicino ad Arzachena, in Sardegna. La donna era stata ricoverata in gravissime condizioni ieri nell’ospedale di Olbia, dove è morta la notte scorsa. Due connazionali sono stati fermati con l’accusa di omicidio. Il movente dell’aggressione sarebbe la gelosia. Stando all’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Cristina Carunchio, i tre hanno trascorso la domenica insieme in una casa di campagna, in località “Stazzu di Calcinaiu”. Infastidito dai presunti ammiccamenti rivolti dalla donna ad un altro connazionale, Jalal Hassissou, 40 anni, avrebbe cominciato una discussione culminata con un pugno in pieno volto. Poi è cominciato il pestaggio che l’ha ridotta in fin di vita. I due fermati, che avrebbero agito sotto l’effetto di alcol e droga, sono nel carcere di Nuchis, a Tempio Pausania. (agg. di Silvana Palazzo)

34ENNE ASSASSINATA PER GELOSIA DOPO FESTINO

Proseguono gli aggiornamenti sulla brutale uccisione di Zaneb Badid, 34enne marocchina che nella notte fra domenica e lunedì è stata assassinata da due suoi connazionali sotto l’effetto di droga e alcol. In un primo momento i due uomini avevano raccontato ai medici del pronto soccorso del Giovanni Paolo II di Olbia, che la ragazza fosse caduta, poi, dopo un interrogatorio dei carabinieri, El Khedar, uno dei due aguzzini, è crollato, ed ha così deciso di raccontare tutto. Pare che a far scattare l’ira degli aguzzini sia stata la gelosia di Jalal Hassissou, che accusava la vittima di flirtare con un loro connazionale: a quel punto l’uomo avrebbe colpito la 34enne con un pugno e da lì sarebbe iniziata tutta una serie di eventi che avrebbero poi portato la povera donna al coma, e quindi al successivo decesso. Olbia.it racconta anche di un litigio dei due marocchini con i medici del pronto soccorso di Olbia, con gli assassini che avrebbero ripreso la donna e l’avrebbero poi portata presso la guardia medica locale. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ULTERIORI DETTAGLI

Arrivano ulteriori dettagli circa la morte della 34enne marocchina di Arzachena, in provincia di Sassari, dopo essere stata massacrata di botte da due connazionali di 40 e 36 anni. A chiamare i soccorsi sarebbero stati gli stessi aguzzini, che ai medici giunti sul luogo avrebbero raccontato di come la donna si sarebbe provocata quelle profonde ferite (le è stata sbattuta ripetutamente la testa contro il lavandino e il water), cadendo e facendo tutto da sola. Una ferita accidentale quindi, alla quale però sia i medici quanto i carabinieri subito dopo allertati, non hanno creduto. I due pare abbiano trovato la vittima svenuta in un giardino, e l’avrebbero quindi soccorsa e portata nell’ospedale vicino. Dopo qualche indagine i marocchini sono stati arrestati e portati presso il carcere di Nuchis, a Tempio Pausania, e quest’oggi presenzieranno davanti al giudice per le indagini preliminari per l’udienza di convalida dell’arresto. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MASSACRATA E UCCISA

Gravissimo episodio verificatosi nella serata di domenica in Sardegna, precisamente ad Arzachena, provincia di Sassari: una marocchina di 34 anni è stata massacrata di botte e poi uccisa da due suoi connazionali. Come riferito da diversi organi di informazione, a cominciare dal quotidiano La Nuova Sardegna, la vittima è Zeneb Badid, mentre i carnefici sono Jalal Hassissou di 40 anni, e Soufyane El Khadar di anni 36. L’assassinio si è verificato presso una casa sulle colline di Baia Sardinia durante un festino a base di droga e alcol.

UNA FINE ATROCE, UNA LENTA AGONIA

Una fine atroce quella della povera Zeneb, morta dopo una lunga agonia a seguito dei colpi ricevuti dai suoi due connazionali. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, i tre avrebbero litigato, con la donna che avrebbe quindi ricevuto un pugno in faccia. A quel punto si sarebbe scatenata la furia dei due, che avrebbero picchiato ripetutamente la vittima sotto gli effetti della cocaina, fino a che non hanno deciso di prenderla per i capelli e di sbatterle la testa contro il water e il lavandino del bagno, riducendola in fin di vita. La ragazza è stata soccorsa dai medici (non è chiaro chi li abbia chiamati), ma quando giunta in ospedale era già in coma, ed è morta poco dopo.