Non poteva mancare ovviamente l’omaggio della Ferrari al suo ex presidente. Dopo il tweet degli scorsi giorni, anche la scuderia di Maranello ha voluto ricordare il compianto Sergio Marchionne, morto prematuramente nella giornata di mercoledì all’età di 66 anni. La Rossa di Vettel e Raikkonen è stata listata a lutto per il gran premio di Ungheria in programma domenica prossima. Durante le prove libere di oggi si è notata una vistosa fascia nera che attraversa trasversalmente il muso della monoposto modenese, in segno appunto di vicinanza alla famiglia Marchionne. Altre due scuderie hanno voluto rendere omaggio al grande manager italiano di Chieti, a cominciare dall’Alfa Romeo Sauber, per ovvie ragioni, che ha inserito delle strisce nere sul sistema Halo per la protezione della testa. Splendido anche il gesto della scuderia americana Haas, che ha invece apposto un adesivo con la scritta Sergio Marchionne in rosso, la data di nascita e di morte, e una bella foto in bianco e nero del compianto numero uno di FCA. (aggiornamento di Davide Giancristofaro) 



FUNERALI IN FORMA PRIVATA

Niente funerali pubblici per Sergio Marchionne: l’ultimo saluto all’amministratore delegato di Fca si terrà in forma privata. Il presidente Usa Donald Trump ha reso omaggio al manager morto ieri mattina a Zurigo all’età di 66 anni. «È stato uno dei manager più brillanti e di successo dai giorni del leggendario Henry Ford». Riguardo al rapporto personale con Marchionne: «È stato un onore per me aver potuto conoscere Sergio come presidente degli Stati Uniti. Amava l’industria dell’auto, e ha combattuto duramente per essa. Ci mancherà davvero tanto!». Anche il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, ha espresso il suo cordoglio: «Safe journey Sergio, keep enlightening!» («Buon viaggio, Sergio continua ad illuminare»). Mike Manley, successore di Marchionne in Fca, raccoglie un’eredità complessa: «Sono certo che sia difficile per voi quanto lo è – dice in una lettera ai dipendenti – per me accettare il fatto che non potremo mai più rivedere Sergio Marchionne. Se Fca è quello che è oggi, lo dobbiamo alla sua visione, al suo coraggio e alla sua instancabile ricerca di obiettivi ambiziosi, obiettivi che sapeva essere alla nostra portata». (agg. di Silvana Palazzo)



LAPO ELKANN, “GLI SONO GRATO”

Secondo le ricostruzioni fatte da Adnkronos, Corriere della Sera e fonti anonime dell’ospedale di Zurigo – che a 24 ore dalla morte ancora non ha emesso un bollettino ufficiale di quanto avvenuto a Sergio Marchionne, a rendere impossibili e irreversibili le sue condizioni è stato un doppio arresto cardiaco. Non è chiaro ancora bene cosa lo abbia portato fino a quel punto critico, ma pare che durante l’operazione alla spalla avvenne un primo arresto del cuore che ha fermato tutto e ha portato al trasferimento in terapia intensiva per il costante monitoraggio: a quel punto però, secondo anche quanto riportano fondi di Dagospia, sarebbe sopraggiunto un secondo infarto nei giorni successivi che ha di fatto stroncato lo stimato manager “col maglione”. Intanto questa mattina su La Stampa è commovente il ricordo e l’omaggio che offre Lapo Elkann, fratello minore del Presidente Fca e Ferrari: «Caro Sergio, ti sono immensamente e profondamente grato per tutte le opportunità che mi hai dato, tutto quello che mi hai insegnato e tutto ciò che hai fatto per me, per la mia famiglia e per tutte le aziende. Terrò stretto nel mio cuore il tuo ricordo, cercando di onorarlo e rispettarlo». 



IL SUOCERO: “ERA MALATO DA OLTRE UN ANNO. POI IN SVIZZERA..”

Ha parlato Pier Luigi Battezzato, il suocero di Sergio Marchionne, e sono parole importante ancorché le uniche della famiglia dell’ex ad deceduto ieri in Svizzera: «Ho parlato con Sergio poco prima che venisse operato ed era tranquillo. Aveva persino fissato una riunione che avrebbe dovuto tenersi in questi giorni. Poi ci siamo dati appuntamento per le vacanze, c’era un progetto per riunire tutta la famiglia». Il signor Pier Luigi ha spiegato poi al Corriere della Sera come la malattia era presente, da tempo, e pesava sulla vita frenetica dell’industriale Fca: un anno fa aveva smesso di fumare e sembra che le condizioni però stessero migliorando, spiega ancora il suocero, «ma lui non si è mai fermato. Era chiaro a tutti che non stesse bene. Il suo fisico si era asciugato e lui era affaticato e respirava con molta fatica. Eppure era sempre in movimento, in viaggio da una parte all’altra del mondo. Ha sempre lavorato e non si è mai tirato indietro di fronte ai suoi impegni». Qualcosa poi deve essere andato storto in quell’operazione, o semplicemente le sue condizioni erano divenute troppo gravi per poter risolvere il tutto chirurgicamente: di certo, conclude Pier Luigi Battezzato, «Quello di Sergio doveva essere un intervento semplice. E invece è accaduto il peggio. Non lo so, a volte penso che se non fossero andati in Svizzera forse sarebbe stato diverso… se si fosse fatto operare alle Molinette, qui in Italia… ». 

TUTTE LE INFORMAZIONI SUI FUNERALI

Tante ipotesi e indiscrezioni di stampa sulle condizioni di salute di Sergio Marchionne, poi la notizia terribile: il manager è morto. Dopo un primo arresto cardiaco sarebbe sopraggiunto un nuovo attacco che, dopo la terapia intensiva, lo avrebbe portato a morte naturale. Ne parla Il Messaggero, secondo cui difficilmente i suoi cari sceglieranno il luogo della sua agonia per celebrarne le esequie. Restano aperte tutte le ipotesi, a partire dalla Svizzera Romanda. Di sicuro c’è per ora la volontà di tenere una cerimonia in forma “strettamente privata”, poi si terranno i saluti pubblici. Le aziende del gruppo Agnelli, ad esempio, ricorderanno Sergio Marchionne in due cerimonie che si terranno in momenti diversi a Torino e ad Auburn Hills. Il primo omaggio però c’è stato: quello degli operai che hanno detto addio al loro ex amministratore delegato osservando 15 minuti di silenziosi nelle fabbriche del gruppo, rotti solo dal suono delle sirene. (agg. di Silvana Palazzo)

SINDACATO USA, “CON LUI IL SOLE È RISORTO”

Da un lato il sindacato principale italiano, la Cgil che ne ricorda “il grande uomo” sottolineando però la totale mancanza di “sensibilità nel dialogare con gli stessi sindacati”; dall’altro il sindacato dell’auto Usa, “United Auto Workers” che invece vede in Marchionne un personaggio a tutto tondo da stimare per quanto di buono fatto per i lavoratori. L’omaggio firmato Gary Jones, presidente della United Auto Workers, è di quelli da brividi: «durante i giorni più bui della recessione, Chrysler, Dodge, Jeep e RAM si trovavano in pericolo. La rinascita di Fca avvenne con la collaborazione con il sindacato Uaw, e molti dubitavano che sarebbe mai accaduto. Come avviene in tutte le relazioni tra lavoratori e management, ci sono stati scontri e disaccordi. Quando la storia guarderà alla sua eredità, nonostante gli scossoni lungo il percorso, alla fine quando lui ha lasciato l’azienda il sole non stava più tramontando. Il sole stava sorgendo. E questo lo ricorderemo a lungo». In meno di un decennio, la fusione di Fca ha portato a salvare entrambe le società in netta crisi: «Fu la sua forza di volontà a trasformare Fiat Chrysler Automobiles nella settima più grande casa automobilistica del mondo. Viveva sul jet aziendale, andando su e giù per l’Atlantico spingendo gli operai a realizzare ciò che la maggior parte della gente pensava fosse impossibile nel pieno di una devastante recessione globale», conclude il sindacato americano. 

BERLUSCONI, “ADDIO AL SIMBOLO DEL PAESE”

La notizia della morte di Sergio Marchionne, manager italo-canadese che riuscì a cambiare totalmente il destino della Fiat, era da tempo nell’aria. Al dolore per la sua dipartita si aggiunge anche l’ex premier Silvio Berlusconi e leader di Forza Italia che, come riferisce Libero Quotidiano, ha commentato, ribadendo la stima nei suoi confronti: “Con Sergio Marchionne l’Italia perde non soltanto il più brillante dei suoi manager, ma una delle figure simbolo del nostro Paese”. A detta di Berlusconi, Marchionne ha rappresentato “l’Italia migliore: quella operosa e concreta, seria e preparata, dotata di visione e capace di guardare al futuro. Un’Italia che non ha paura della competizione, sa affrontarla e vincerla grazie alla qualità del prodotto italiano e alla capacità creativa delle persone e delle imprese”. A sua detta, il manager non ha solo salvato posti di lavoro ma è riuscito anche a dimostrare “che nell’epoca della globalizzazione dall’Italia possono ancora nascere sfide imprenditoriali di livello mondiale”. Oltre a ribadire le enormi potenzialità, il talento e le azioni compiute da Marchionne, Berlusconi ha anche manifestato un suo grande rammarico, quello di non poterlo mai vedere un giorno premier. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

MATTARELLA: “CREATIVITÀ E INNOVAZIONE”

Secondo alcune fonti che vengono rilanciate dal quotidiano svizzero Tio.ch e che provengono direttamente dall’ospedale di Zurigo, Marchionne sarebbe morto per un arresto cardiaco, con il tumore che non sarebbe la vera causa del decesso. Come ha poi riportato anche la Stampa, «Marchionne sarebbe quindi stato trasportato nel reparto di rianimazione dove non è stato attaccato a macchine che in modo sistematico lo tenessero in vita. Mentre era in rianimazione ha avuto un ulteriore attacco cardiocircolatorio che lo ha portato a un decesso naturale. Secondo fonti dell’ospedale il tumore non è la causa del decesso». Questo smentirebbe il racconto dettagliato fatto dal collega Madron su Lettera43 ma come sempre, fino a che non usciranno versioni ufficiali, vi sarà confusione in merito a quanto successo realmente con tantissimi rumor che usciranno ancora sulla “presunta malattia” di cui è morto l’ex ad col maglione. Tornando alla reazioni per la tragica scomparsa, in un lungo messaggio pubblicato poco fa, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha scritto «Marchionne ha scritto una pagina importante nella storia dell’industria italiana, non ha mai rinunciato a battersi per le proprie strategie, ad affrontare difficoltà e conflitti, a superare incomprensioni, mostrando al mondo le capacità e la creatività delle realtà manifatturiere del nostro Paese». 

IL MESSAGGIO DI ELKANN: “SE NE VA UN AMICO”

«È accaduto purtroppo quello che temevamo. Sergio, l’uomo e l’amico, se n’è andato»: così John Elkann parla per la seconda volta in pochi giorni e per dare due terribili notizie. Prima l’uscita di scena anticipata da Fca e ora, quella più drammatica, la scomparsa dell’amico 66enne, il “manager col maglione” che stregato l’economia mondiale e fatto discutere tanti quanti sono i suoi estimatori. «Penso che il miglior modo per onorare la sua memoria sia far tesoro dell’esempio che ci ha lasciato – ha aggiunto Elkann nella nota pubblica – sia coltivare quei valori di umanità, responsabilità e apertura mentale di cui è sempre stato il più convinto promotore. Io e la mia famiglia gli saremo per sempre riconoscenti per quello che ha fatto e siamo vicini a Manuela e ai figli Alessio e Tyler. Rinnovo l’invito a rispettare la privacy della famiglia di Sergio». Resta però il forte mistero, ancora, sulle cause che hanno portato prima al ricovero e poi alle complicanze fino al coma profondo e irreversibili. In questi giorni, nei nostri vari focus abbiamo raccolto le varie impressioni e “rumors” che emergevano da Zurigo, stante il silenzio imposto dalla famiglia Agnelli in merito alle reali condizioni di salute. Oggi la triste conferma di quell’irreversibilità porta Marchionne alla fine delle sue sofferenze: al momento però, ancora, non è dato sapere nulla sul come e perché soprattuto sia venuto a mancare. Sarcoma alla spalla? Tumore ai polmoni? O ancora, embolia cerebrale? L’impressione è che per diverso tempo non si saprà ufficialmente cosa sia successo, forse anche per confermare quella “privacy” voluta per preservare la famiglia dell’amato manager italo-canadese. 

È MORTO SERGIO MARCHIONNE

Non ce l’ha fatta e alla fine è giunta la notizia terribile che nessuno voleva sentire: Sergio Marchionne è morto, aveva 66 anni e non è riuscito a vincere la battaglia contro il coma irreversibile dopo la “misteriosa” operazione alla spalla di fine giugno (qui tutti i dettagli). L’ex manager e ad di Fca oltre che Presidente della Ferrari lascia questo mondo e sale al cielo mercoledì 25 giugno 2018: al netto di tutte le polemiche, i silenzi e i misteri di questi ultimi giorni, il pensiero va alla famiglia e agli amici più che cari che hanno combattuto con lui queste ultime strazianti ore al suo capezzale. Continuava a lottare Sergio Marchionne, da 14 anni alla guida di Fiat-Chrysler e peggiorato in modo grave nelle ultime ore. L’annuncio ha scosso la popolazione italiana: il suo ultimo discorso risale alla fine dello scorso giugno. Marchionne ha consegnato all’Arma dei Carabinieri una Jeep Wrangler, dilungandosi poi sulle proprie origini e sulla carriera del padre come Carabiniere. Spaziando fino alla politica americana ed alla decisione di Donald Trump di dare un giro di vite al mercato globale. Conosciuto per il suo fulgido lavoro nella Fiat, è cresciuto con i valori di quell’uniforme a bande rosse che il padre ha indossato a lungo come Maresciallo. “Ritrovo sempre i valori con cui sono cresciuto”, ha sottolineato nel suo intervento, come ricorda l’Agi, “sono stati alla base della mia educazione”.

Il lavoro di Marchionne è effettivamente un esempio di serietà e dedizione, un mix di dovere, disciplina ed abnegazione per la propria passione. Nato a Chieti nel giugno del ’52, il dirigente ha ricoperto ruoli importanti nella Fiat, ricoprendo il ruolo di Amministratore Delegato prima di diventare Presidente di Ferrari NV e di Ferrari SpA. Italiano di nascita ma naturalizzato in Canada grazie al trasferimento del padre, Marchionne ha conseguito tre lauree ed è diventato dottore commercialista nell’82 e verrà assunto da Deloitte Touche l’anno successivo come esperto fiscale e avvocato commercialista. I brand che ha contribuito a rinforzare in questi suoi anni di onorata carriera, sono corsi ai ripari subito dopo la conferma ufficiale che le condizioni di salute del manager si erano ulteriormente aggravate. Il posto di Marchionne nella FCA verrà assunto da Michael Manley, grazie ad una decisione lampo del CDA del noto brand. John Elkan avrà invece il timone della Presidenza del marchio Ferrari.

IL MALORE E GLI ULTIMI GIORNI

La vita di Sergio Marchionne, colpito da un malore in questi giorni a causa di complicazioni post-operatorie, è costellata di un passato dorato che lo ha portato a diventare uno dei numeri 1 nel mondo dei motori. Non si dimenticano tuttavia alcune controversie che hanno riguardato la sua figura, come la denuncia ricevuta dal sindacato UNIA nel 2006 per aver assunto dei giardinieri italiani ad un terzo del compenso minimo. Le irregolarità sono emerse in occasione di alcuni controlli nella casa di proprietà di Blonay, in Svizzera, seguendo a ruota gli accertamenti avvenuti a casa di Michael Schumacher. Il sindacato ha messo infatti in luce come gli operai, in tutto una mezza dozzina di persone, avrebbero ricevuto un salario di sette franchi l’ora, con un risparmio di circa 30 mila franchi per l’imprenditore. Considerato un vero e proprio illuminato, Marchionne è riconosciuto a livello mondiale come l’uomo che è riuscito a salvare la Fiat dal baratro avvenuto nei primi anni Duemila. Grande stratega ed economo, ha contribuito a risollevare le sorti di molte realtà, ma anche per la sua accesa contestazione all’introduzione dell’auto elettrica nel mercato globale.

In occasione del ricevimento della laurea honoris causa a Trento, nell’ottobre scorso, Marchionne ha infatti sottolineato come l’energia elettrica sia strettamente collegata alla nocività del carbone, “il peggiore in termini di inquinamento”. Di fronte alla possibilità di una nuova rivoluzione dell’industria dell’auto, il manager non ha nascosto che l’introduzione di mezzi simili avrebbe colpito duramente alcune realtà. “Solo alcuni marchi”, riporta Economy Up, “rimarranno indenni o saranno solo parzialmente toccati da questa rivoluzione”. La sua preoccupazione era diretta per lo più alle conseguenze subite da Maserati, Alfa Romeo, Jeep e Ferrari. (agg. di Morgan Barraco)