Si parla del caso dello stupro della 24enne di Reggio Emilia a La Vita in Diretta Estate. Intervisati dal noto programma di Rai Due, i genitori della giovane vittima, ragazza che ha trovato la forza di denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine, poche ore dopo aver subito la violenza. La madre racconta come andò quella tragica serata: «Aveva appena cenato, poi è uscita per la sua solita passeggiata. Era ancora giorno, erano le 20.20. E’ uscita col suo cellulare, poi dopo pochi minuti abbiamo sentito uno scampanellio anomalo. Sono corsa alla finestra, pensavo fosse caduta. L’ho vista in uno stato confusionale, con graffi e lividi. Ci ha detto che era stata violentata. Non ci credevamo, abbiamo avuto attimi di panico, non sapevamo che fare. Abbiamo chiamato la polizia. Si è sentita mettere una mano davanti alla bocca, ha provato a chiedere aiuto, ma evidentemente non c’era nessuno per strada. Vorrei certezza della pena. Era la cosa più terribile che potesse fare a una donna, una ferita del genere non si rimarginerà mai del tutto». Per la violenza è finito in carcere un 25enne di origini ucraine richiedente asilo, catturato dopo un’indagine blitz durata meno di 36 ore. Il padre ha commentato così: «Sarebbe ideale che prendano la chiave della cella e la buttino per evitare che ripeta quello che ha fatto». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



PARLA LA VITTIMA

Nonostante il gravissimo sfregio subito, la 24enne di Reggio Emilia malmenata e stuprata da un 25enne ucraino nella serata di domenica, ha trovato la forza di reagire e di denunciare il suo orco, descrivendo con cura ogni dettaglio possibile per fare in modo che le forze dell’ordine potessero rintracciarlo. Il questore Antonio Sbordone, come riferisce Il Resto del Carlino, la definisce «Straordinaria: ha subito l’indicibile, ma si è dimostrata fredda e forte. Ha memorizzato e ci ha riferito tantissimi particolari che si sono rivelati decisivi per l’indagine». Simile il commento di Guglielmo Battisti, il dirigente della squadra mobile: «forza, caparbietà, capacità unica di rielaborare i fatti. Tutti noi agenti ci siamo impegnati al massimo per lei – aggiunge – glielo avevamo promesso e abbiamo mantenuto la promessa. Ed è stata lei a farci coraggio».



“SONO SCOSSA MA SOLLEVATA”

Ieri mattina gli agenti l’hanno raggiunta presso l’ospedale Santa Maria Nuova dove è stata dimessa ieri pomeriggio, per informarla di aver catturato lo stupratore, e lei ha replicato con una battuta: «Beh, vuol dire che sono riuscita a graffiarlo bene e a modo». Quindi la giovane ha aggiunto: «Sono contenta che la polizia sia riuscita a prenderlo. Ora che il mio aggressore è stato fermato, mi sento più sollevata. Dovrò pian piano riprendermi, credo ci vorrà tanto tempo». Sulla vicenda sono intervenuti anche i genitori della ragazza, che al Resto del Carlino hanno parlato così dell’ucraino fermato: «Aspettiamo che l’iter giudiziario vada avanti, ma crediamo che ci sia stato un primo e importante segnale. La polizia di Stato ha fatto un grande lavoro. Ora vedremo come si comporterà la magistratura. Ci vuole una pena esemplare».

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