La Formula 1 torna in pista, ma la Ferrari lo fa senza Sergio Marchionne al suo vertice. Lutto al braccio nella Scuderia di Maranello per la morte dell’ex presidente, deceduto mercoledì mattina in seguito ad una serie di complicazioni emerse dopo un intervento alla spalla a cui si era sottoposto a Zurigo. «Era una persona straordinaria, ancor più grande di ciò che si potesse percepire, che durante le trattative con Strategy Group e FIA era la voce più potente e importante. Sostituirlo pienamente sarà impossibile» ha dichiarato Toto Wolff, team principal di Mercedes nella conferenza stampa all’Hungaroring. «Ci mancherà molto, perché era la personalità più importante per la F1. La più forte. E si vede nel come è andata avanti la Ferrari grazie a lui. Importante per me, mi ha dato una direzione. Un rivale sul circuito, con grandi battaglie. Tutti vogliamo vincere, ma la nostra cooperazione era importante. Manca alla F1, c’è solo un Sergio Marchionne», ha aggiunto Wolff ai microfoni di Sky Sport F1. (agg. di Silvana Palazzo)
MEDICI CONTRARI AD OPERAZIONE?
La morte e, nelle ultime ore, le indiscrezioni che si susseguono attorno alla malattia e agli ultimi mesi di vita di Sergio Marchionne potrebbero avere un effetto dirompente sul futuro a breve termine del gruppo FCA, già scosso da un avvicendamento tanto repentino quanto “doloroso” non solo per l’addio all’ex amministratore delegato quanto alla presunta guerra interna che si sarebbe consumata in seno alla galassia di casa Agnelli. Infatti, dopo il sorprendente comunicato emesso dai vertici dell’Ospedale di Zurigo, dove Marchionne era in cura da oltre un anno, ha provocato l’immediata replica della stessa FCA che spiega di non poter commentare quanto emerso nelle ultime ore dato che l’azienda non era a conoscenza del fatto che l’ad fosse in cura da mesi. Di fronte a questa ridda di voci, si è così reso necessario l’intervento della sua compagna, Manuela Battezzato, che ha confermato come l’azienda non fosse a conoscenza delle condizioni di salute e che solamente la scorsa settimana era stata informata del fatto che Marchionne non sarebbe tornato a lavorare. Tuttavia, le indiscrezioni non si sono fermate e anche alcuni quotidiani, tra cui Paolo Madron di Lettera43, rilanciano dei rumors secondo i quali Marchionne, pur in cura presso la clinica svizzera, si sarebbe fatto visitare per due volte a Milano e pare che i medici italiani avessero sconsigliato al manager l’intervento chirurgico. Le cose non sono andate così e ora qualcuno avanza legittimi dubbi sul fatto che le cose sarebbero andate diversamente se Marchionne fosse stato curato in Italia. I vertici della struttura sanitaria di Zurigo replicheranno? (agg. di R. G. Flore)
LA FAMIGLIA, “FCA NON SAPEVA NULLA”
Ha scelto l’Ansa, con pochissime frasi e un messaggio diretto, la famiglia di Sergio Marchionne per poter parlare – per la prima volta – dopo il decesso dell’amato manager. Nel giro di qualche ora, prima l’ospedale di Zurigo, poi FCA e ora, infine, i diretti interessati del gran mistero che ha avvolto gli ultimi giorni di vita del geniale ex amministratore delegato. «L’azienda non era a conoscenza delle sue condizioni di salute. Alla fine della scorsa settimana Fca è stata informata che Sergio non sarebbe più stato capace di tornare al lavoro, senza aggiungere altri dettagli», si legge nella nota inviata da Manuela Battezzato, compagna, e da tutti i familiari di Marchionne. Ringraziano poi tutti coloro che hanno mostrato il supporto durante giorni difficili, condividendo il dolore e rispettando la privacy. Si conferma dunque, con queste parole, la “versione” data dall’azienda degli Agnelli che avevano smentito la clinica svizzera rispetto alla ricostruzione fatta sull’intera vicenda.
DAL POZ, “CHE RESTI SEMPRE CON NOI”
Tanti gli amici, i conoscenti e i colleghi che hanno voluto esprimere il proprio parere in merito alla tremenda scomparsa dell’ex numero uno di FCA, Sergio Marchionne. Fra questi anche Alberto Dal Poz, presidente di Federmeccanica, nonché amministratore delegato di Co.Mec, e persona che conosceva da vicino il compianto numero uno di Fiat e Chrysler. Intervistato dai microfoni del Corriere della Sera, il manager ricorda così il 66enne di Chieti: «L’improvvisa scomparsa di Marchionne è stata uno shock perché fino a ieri aveva incarnato il manager che non manca e non si ammala mai. Aveva troppe responsabilità per permetterselo, e invece dall’oggi al domani ha dovuto essere sostituito». Una scomparsa scioccante che ha ricordato a Dal Poz quella di un altro grande manager operante sempre nel mondo delle automobili: «Mi ha ricordato la morte di un altro grande imprenditore, Andrea Pininfarina, facendomi pensare che troppo spesso programmiamo come se la vita fosse infinita». Ora per FCA inizia una nuova vita, una nuova era, quella del post Marchionne, ma Dal Poz è certo su quale sarà la vera sfida del gruppo: «Ora la sfida, dentro e fuori Fca, è quella di tenere viva la sua passione». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IL COMUNICATO DI FCA
Se il comunicato dell’ospedale di Zurigo era stato abbastanza “forte” per i contenuti, quello di FCA rilasciato da un portavoce ai media italiani non è da meno. Anzi: il gruppo di cui faceva parte il compianto Sergio Marchionne, un giorno dopo la dipartita del suo ex ad, si scaglia contro tanto l’ospedale svizzero quanto, in un certo modo (anche se velato), contro la famiglia del manager. Andiamo con ordine e vediamo cosa ha scritto di preciso il gruppo Fiat Chrysler: «FCA non è in grado di commentare le dichiarazione dell’ospedale Universitario di Zurigo. Per motivi di privacy sanitaria, la Società non aveva conoscenza dei fatti relativi allo stato di salute del Dottor Marchionne». I medici di Zurigo avevano spiegato che da oltre un anno, stante le condizioni di malattia molto serie, l’ad di Fca si recava ciclicamente nella struttura per controlli e visite: significa dunque che FCA non sapeva nulla, per 12 mesi, dove andasse ogni tanto il proprio amministratore delegato? Il comunicato di FCA dice questo e aggiunge un importante conclusione: «la Società ha appreso che il Dottor Marchionne aveva subito un intervento chirurgico ed ha emesso una dichiarazione al riguardo. Venerdì 20 luglio la Società è stata informata dalla famiglia del Dottor Marchionne» – e qui il secondo importante “nota bene” – senza alcun dettaglio del serio deterioramento delle sue condizioni e che di conseguenza egli non sarebbe stato in grado di tornare al lavoro». In conclusione, FCA spiega che tutte le decisioni necessarie sono state prese il giorno seguente una volta informata sui fatti: le polemiche, immaginiamo, ora si sprecheranno..
IL COMUNICATO UFFICIALE DELL’OSPEDALE DI ZURIGO
È uscito il primo bollettino ufficiale dell’ospedale svizzero dove Sergio Marchionne è morto ieri mattina dopo diversi giorni di coma irreversibile: l’UniversitatsSpital Zurich ha spiegato in una lunga nota il motivo di cotanta privacy in questi giorni e si toglie anche qualche cosiddetto “sassolino nella scarpa” in merito alle tante critiche e ad allusioni sorte nelle scorse ore in merito ad un possibile errore nato durante l’intervento alla spalla del manager ex Fca. «La fiducia dei/delle paziente nei confronti del ricorso alle migliori terapie possibili e nella discrezione è cruciale per un ospedale» scrivono i medici dell’ospedale universitario di Zurigo a 24 ore dalla morte di Marchionne. «Lo stato di salute è materia dei o del paziente o dei relativi familiari: per questo motivo fino a questo momento l’USZ non ha preso posizione in merito all’ospedalizzazione e al trattamento del signor Sergio Marchionne», continua il comunicato che poi affonda il colpo contro le presunte fake news diffuse nelle scorse ore. «Attualmente l’USZ è oggetto di diverse voci tendenziose da parte dei media relativamente alla sua cura: al fine di frenare il susseguirsi di ulteriori informazioni […] il Signor Sergio Marchionne era paziente dell’USZ». Da oltre un anno, spiega infine l’ospedale svizzero, il manager si recava a cadenza regolare presso la struttura «al fine di curare una grave malattia. Nonostante il ricorso a tutti i trattamenti offerti dalla medicina più all’avanguardia: il signor Marchionne è purtroppo venuto a mancare».
IL COMPAGNO DI SCUOLA
In tanti, nelle ultime ore, hanno espresso il proprio cordoglio in seguito alla morte di Sergio Marchionne. Tra coloro che hanno avuto modo di conoscerlo ed oggi possono fornirci alcuni retroscena sulla sua vita privata finora tenuta segreta, c’è anche un compagno di banco, Luciano Gentile, che all’Ansa ha ricordato gli anni in cui frequentavano insieme le scuole elementari, giocando a pallone e facendo merende insieme. “Era il primo della classe, ma non si montava la testa né faceva pesare agli altri la sua bravura, anche se aveva tanti dieci in pagella: per questo il maestro Antonio Viola lo aveva nominato capoclasse e lo voleva sempre vicino a lui nelle fotografie di classe”, spiega oggi l’uomo, commosso alla notizia della sua scomparsa. Sin da bambino, dunque, Marchionne aveva dimostrato di saper essere un leader, prendere le redini e guidare gli altri, “ma sempre senza essere borioso”, spiega il suo ex compagno di banco. “Era anche ‘il mio amico del cuore’ che spesso mi lasciava copiare… E gliene sono stato sempre riconoscente”, ha aggiunto con una nota di nostalgia ma anche tristezza. Con l’arrivo del successo, l’amico d’infanzia è sempre rimasto in disparte ed oggi commenta: “Ho sempre chiesto di lui nella concessionaria Fiat di Chieti… Avrei tanto voluto rivederlo, e ora mi resta il rammarico di non essere riuscito a farlo”. (agg. di Emanuela Longo)