Don Paolo Glaentzer, il prete sorpreso in flagranza di reato mentre abusava di una bambina di 11 anni in un supermercato di Calenzano, si è reso protagonista di un colloquio a dir poco controverso con Il Corriere Fiorentino prima di completare il trasloco dalla canonica di Sommaia alla sua abitazione di Bagni di Lucca, dove sconterà la condanna ai domiciliari. Il prelato ha infatti insistito su un tasto già sconfessato dagli inquirenti, quello riguardante il presunto equivoco sull’età della bambina:”C’è una simpatia reciproca con la ragazza, quando ho saputo che aveva 11 anni…io gliene davo 15…”. Anche fosse vero, è chiaro che non ci troveremmo in presenza di un’attenuante. Don Paolo, per quanto si dica pentito, sembra avere già applicato nei suoi confronti almeno una parziale auto-assoluzione:”È stata una mia stupidità, mi ha fatto lo sgambetto il demonio, uno sgambetto un po’ pesante, ho commesso un errore, questo lo ammetto, ci penserà il nostro Signore…lui è in grado. L’ho già sperimentato in tante situazioni che sembravano senza via di uscita, forse questa è una delle peggiori, ma io ho piena fiducia in Gesù e Maria”. (agg. di Dario D’Angelo)



IL PRETE: “TRA NOI UNO SCAMBIO D’AFFETTO”

Don Paolo Glaentzer, il prete accusato di violenza sessuale su una bambina di 11 anni nel parcheggio di un supermercato a Calenzano, ha effettuato ieri il trasloco dalla canonica di Sommaia. Prima di recarsi nella sua abitazione ai Bagni di Lucca, dove sconterà gli arresti domiciliari, il prelato è stato intervistato dal Corriere Fiorentino, al quale ha rilasciato dichiarazioni alquanto stralunate rispetto alla gravità dell’accaduto:”Lunedì sera è stato uno scambio di affetto, questa ragazza è molto più matura dell’età che ha, è stato uno scambio di affetto…è stato esagerato, a volte le cose vanno in una certa maniera”. Che il prete non sia completamente consapevole delle sue responsabilità emerge probabilmente da una sola frase, quella in cui sostiene che sia stata proprio la bambina a sfilarsi la maglietta “di sua spontanea volontà, io non gli ho detto nulla, può darsi che in casa riceva poco affetto dai genitori…so che i figli sono stati tolti ai genitori alcuni anni fa, io cercavo di aiutarli con quel poco che potevo”. (agg. di Dario D’Angelo)



PROSEGUONO LE INDAGINI

Prosegue l’indagine nei confronti di don Paolo Glaentzer, il prete di Calenzano agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale, trovato in circostanze sospette con una bambina di 10 anni. L’inchiesta rischia però di allargarsi, visto che il pubblico ministero Laura Canovai, e il procuratore capo, Giuseppe Nicolosi, vogliono cercare di capire se lo stesso prete abbia avuto altre vittime, ed inoltre, se la stessa bambina sia stata abusata da altri in passato. Nella sua famiglia, già nota ai servizi sociali e al tribunale dei minori, c’è infatti il precedente del fratello maggiore, che aveva ricevuto attenzioni sessuali da parte di un 50enne anni fa. Una serie di episodi che hanno fatto suonare il campanello d’allarme negli inquirenti, preoccupati anche dalla libertà con cui il prete andava e veniva nella famiglia della piccola, a cui lo stesso ha spiegato di aver dato 7000 euro in dieci anni. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ECCO PERCHE’ IL GIP HA CONFERMATO I DOMICILIARI

Non va in carcere don Paolo Glaentzer, il prete accusato di violenza sessuale aggravata su minore dopo essere stato soppresso in auto con una bambina di 10 anni. Il Gip del Tribunale di Prato, Francesco Pallini, ha deciso che resterà agli arresti domiciliari, respingendo la richiesta del pm Laura Canovai che aveva chiesto la custodia in carcere. La scelta degli arresti domiciliari, rispetto a quella in carcere richiesta dalla Procura, è stata giustificata dal giudice con l’assenza del pericolo di inquinamento delle prove e con l’età avanzata del prete, che ha 70 anni. Quindi il parroco – come riportato dall’Adnkronos – sconterà gli arresti in provincia di Lucca, lontano dalla casa dove la piccola vittima vive con i fratelli e i genitori. Nell’ordinanza, il giudice ha scritto che il prete ha mostrato «un pervicace radicamento in siffatte devianti e illecite modalità di condotta». (agg. di Silvana Palazzo)

“PENSAVO AVESSE 15 ANNI”: MA IL GIP LO SMENTISCE

Il suo avvocato difensore parla di una “scelta ineccepibile” da parte del giudice che ha stabilito come misura cautelare solamente gli arresti domiciliari, ma la decisione arrivata oggi dalla Procura di Prato sta facendo discutere dato che al centro della vicenda c’è don Paolo Glaentzer, prete accusato di violenza sessuale ai danni di una minore e colto proprio in flagranza di reato lo scorso 23 luglio, quando si era appartato con la piccola di 10 anni nel parcheggio di un supermercato. E desterà ancora più polemiche la presa di posizione del prelato che, dopo aver confessato tutto durante l’interrogatorio e aver di fatto oggi evitato il carcere, ha provato a giustificarsi in questo modo: “Ignoravo l’età della bambina, pensavo avesse qualche anno in più, tipo 14 o 15…” ha detto il diretto interessato al giudice come se potesse essere una giustificazione, ammettendo di sua spontanea volontà di aver avuto anche degli altri incontri a sfondo sessuale con la bambina in almeno altre tre diverse circostanze. Tuttavia, il gip di Prato smentisce l’affermazione di don Glaentzer di non essere stato al corrente dell’età dal momento che quest’ultimo conosceva da anni la famiglia della bambina che, tra l’altro, era già stata tolta dalle autorità ai suoi stessi genitori. (agg. di R. G. Flore)

LA DIFESA, “SCELTA INECCEPIBILE DEL GIUDICE”

È destinata a far discutere la decisione del giudice per le indagini preliminari di Prato che ha deciso di respingere la richiesta della Procura toscana che chiedeva per il 70enne don Paolo Glaentzer il carcere, stabilendo che il prete dovrà sottostare al regime degli arresti domiciliari. Come è noto, il prelato era stato arrestato solamente lo scorso 23 luglio in flagranza di reato mentre si appartava con una minore in un parcheggio di un supermercato di Calenzan: accusato di violenza sessuale, il diretto interessato aveva confessato tutto durante il successivo interrogatorio in Procura, spiegando anche agli inquirenti che non si era trattato nemmeno del primo episodio del genere e che c’erano già stati dei precedenti con la minore in questione. Ad ogni modo Valeria Fontana, il legale che difende don Glaentzer ha espresso soddisfazione per la decisione del giudice, spiegando che a suo dire era quasi prevedibile: “La scelta della misura cautelare degli arresti domiciliari è tecnicamente ineccepibile e ben motivata” si è limitata a dire ai giornalisti presenti l’avvocato. (agg. di R. G. Flore)

DOMICILIARI PER IL PRETE

Il prete accusato di violenze e abusi sulla piccola bimba di Calenzano rimane ai domiciliari: la decisione presa dal gip di Prato, Francesco Pallini, vede la conferma della custodia cautelare ma non in carcere per il 70enne Don Paolo Glaentzer. È accusato di violenza sessuale aggravata sulla bimba di 10 anni, trovati appartati tre giorni fa entrambi in un’auto dietro al supermercato di Calenzano. Viene così respinta la richiesta della Procura di Prato che chiedeva fin da subito la reclusione in cella: secondo il legale della difesa, il carcere sarebbe stato troppo per l’anziano sacerdote viste le importanti ammissioni fatte subito davanti agli inquirenti. Al momento, l’intricata vicenda in provincia di Firenze continua a far discutere l’intera comunità, sotto choc dopo l’arresto del parroco della Chiesa di San Rufignano a Sommaia, accusato di violenze pedofile. Intanto, le ultime notizie emerse dai colleghi dei quotidiani locali fiorentini, danno un quadro ancora più inquietante dell’intera vicenda che mette in luce l’assoluta centralità di un fatto: una bimba, in una famiglia difficile – come vediamo qui sotto – che viene “tradita” da colui che si era offerto di aiutarla.

LA BIMBA ERA STATA TOLTA AI GENITORI

Secondo quanto scoperto dal Corriere Fiorentino, a gennaio la procura per i minori aveva chiesto il definitivo allentamento dalla famiglia proprio di quella stessa bimba ora forse vittima di violenze: lei e altri due fratelli più grandi avrebbero dovuto andare via dalla situazione di casa per «incapacità genitoriale» di madre e padre, ma la decisione del Tribunale non è mai arrivata. O meglio, è giunta tardi visto che il sacerdote era “già intervenuto”: «La famiglia della bambina era seguita fin dal 2008 dai servizi sociali di Calenzano che con cadenza quasi mensile scrivevano al tribunale per i minori per raccontare delle difficili condizioni in cui versava la famiglia. Nel 2013 un decreto del tribunale per i minori mette nero su bianco l’incapacità genitoriale della coppia e così i bambini vengono mandati in una struttura», scrivono i colleghi del CorSera di Firenze. La famiglia però presenta ricorso e lo vince, così nel 2016 arriva il ritorno in casa: la situazione però non migliora visto il «padre è scarsamente collaborativo, che ha comportamenti incongrui, che è aggressivo, bugiardo e che la madre non è in grado di tutelare i figli», scrivono gli assistenti sociali. Il prete si offre di aiutarla ma, stando alle accuse, lo farà “abusando” di lei: ora, bisogna avere tutte le prove di questo mondo per poter essere certi di una accusa così grave, ma purtroppo la situazione per il sacerdote 70enne è tutt’altro che “serena”. Riscoprire la verità sarà soltanto il primo, autentico, tentativo di dare giustizia ad una piccola innocente travolta dalla vita nei suoi primi 10 anni di vita.